Ogni anno allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, oltre a festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, bisogna anche festeggiare un’altra cosa: l’entrata nel pubblico dominio di decine di opere di romanzieri, poeti, scienziati, filosofi, poeti, artisti e compositori. Il 1 gennaio di ogni anno, infatti, i diritti sui lavori di autori morti da almeno 70 anni (o anche meno in alcuni stati) smettono di essere nelle mani di qualcuno e finiscono nelle mani di tutti. Chiunque può usarli, citarli, pubblicarli, trasformarli e remixarli liberamente. Gli unici esclusi dai festeggiamenti, e sotto spiego il perché, sono gli Stati Uniti. Fino al 2019 nessuna opera prodotta da cittadini statunitensi entrerà nel pubblico dominio. Un peccato, perché lì in mezzo c’è metà della nostra cultura popolare: Superman, Via col vento e anche Topolino.
Quello che è entrato nel pubblico dominio
Nonostante il blocco negli Stati Uniti, in tantissimi altri stati il pubblico dominio si è arricchito di parecchi nuovi nomi. Ad esempio: gli scritti della filosofa Simone Weil sono ora liberi da diritti, come le opere dell’artista Robert Antoine Pinchon e i film del regista Max Reinhardt… Su Wikipedia c’è la lista completa, tre spiccano talmente per importanza che vale la pena dedicargli un mini-bigino.
Sergej Vasil’evič Rachmaninov
Insieme a una manciata di altri, Rachmaninov, è uno di quei cognomi che fa istantaneamente pensare alla musica classica. E a ragione: Rachmaninov è stato uno dei più grandi compositori e direttori d’orchestra del mondo, uno degli ultimi grandi del periodo romantico. Era alto un metro e novantotto e aveva delle mani enormi, perfette per il pianoforte: si dice che riuscisse a suonare un accordo di tredicesima (un accordo in cui la distanza tra la nota più grave e la più acuta è di 13 note) senza problemi. Igor Stravinsky lo descrisse come «un metro e novanta di malinconia russa». Nel pubblico dominio sono finite tutte le partiture delle sue opere. Le trovate sulla wiki del International Music Score Library Project.
Nikola Tesla
Di Tesla ricordiamo più il mito che le opere: lo sguardo determinato, la rivalità con Edison, le stranissime ma geniali invenzioni. Ma Tesla ha anche scritto moltissimo e parecchi dei suoi articoli sono disponibili online, a dimostrare ancora oggi l’intelligenza dello scienziato e la sua capacità di vedere lontano. Ne “Il problema di aumentare l’energia umana con riferimenti in particolare allo sfruttamento dell’energia del sole” (articolo in inglese), ad esempio, Tesla parla già di vegetarianesimo e del sfruttare al massimo l’energia che il sole ci regala. Da quando l’ha scritto sono passati 114 anni, era il 1900 tondo tondo.
Beatrix Potter
Una fantastica illustratrice e scrittrice britannica, con lo sguardo da mamma, dei bellissimi cappelli di paglia e una grande passione per la natura. Ha raccontato a migliaia di bambini le avventure di animali antropomorfi, come Benjamin Coniglio o Bland Porcellino, nella campagna inglese. La sua prima opera è La storia di Peter Coniglio, Beatrix se la autopubblicò nel 1901 e da allora ha venduto più di 45 milioni di copie. Oggi i suoi libri e le sue illustrazioni sono disponibili gratuitamente su Gutemberg Project, sito che si occupa di raccogliere e condividere libri privi di diritti d’autore.
Quello che non ci è entrato e non ci entrerà fino al 2019
Gli Stati Uniti, per quanto riguarda le leggi sul copyright fanno discorso a parte. Il rissunto veloce è questo: l’attuale legge sul diritto d’autore è di 70 anni dopo la morte dell’autore e 95 anni dopo la pubblicazione per i lavori collettivi (come i film). Prima del Copyright Act del 1975, il diritto d’autore massimo era di 56 anni dopo la pubblicazione. Se quella legge fosse rimasta, da qualche giorno i lavori pubbliati nel 1957 sarebbero sotto pubblico dominio. Parliamo, ad esempio di On the Road (Sulla strada in italiano) di Jack Kerouac, di Atlas Shrugged (La rivolta di Atlante in italiano) di Ayn Rand, di The Cat in the Hat e How the Grinch Stole Christmas! (Il gatto col cappello e Il Grinch in italiano) del Dr. Seuss. E anche di film come Jailhouse Rock con Elvis Presley o 12 Angry Men con Henry Fonda. E invece, con le attuali leggi del copyright, dovremo aspettare fino al 2053. E, proprio per le estensioni garantite negli ultimi anni, per vedere nuove opere statunitensi nel pubblico dominio dovremo aspettare almeno fino al 2019. O forse ancora di più, visto che si prevede che la durata del diritto d’autore, nei prossimi anni, sarà nuovamente estesa per favorire gli interessi delle lobby di Hollywood.