Alla vigilia del Jobs Act quale è la posizione relativa dell’Italia in termini di legislazione per la protezione dell’impiego? L’Ocse da tempo ha costruito un indicatore sintetico (abbastanza famoso sia nella letteratura economica che nei giornali) che tramite una procedura statistica cerca di valutare il grado di flessibilità contrattuale delle legislazioni nazionali. Il grafico presenta tutti gli items del questionario rivolto ai paesi membri, compresa l’Italia, assieme alla loro quantificazione, dove valori più bassi segnalano una protezione meno stringente.
Come si può ben notare, i punti critici del nostro sistema sembrano annidarsi negli alti costi susseguenti a un licenziamento senza giusta causa, dove la differenza con la media Ocse è abissale, e nella più stringente definizone stessa di licenziamento per giusta causa. A questo si aggiungono gli alti costi addizionali dovuti a una legislazione molto stringete dei licenziamenti collettivi, ovvero dove solitamente le procedure coinvolgono i sindacati. È un aspetto di cui si parla poco, sia tra addetti ai lavori che nei media, ma risulta cruciale in caso di ristrutturazioni di imprese medio grandi, dove spesso l’arbitrarietà politica si aggiunge a norme abbastanza illiberali, come quella che prevede che un licenziamento sia considerato collettivo nel caso di almeno 5 licenziamenti nell’arco di 120 giorni.
Qual è la ratio di tale norma se non quella di implicita di far divenire più costose le procedure di licenziamento, tramite l’obbligo di consultazione coi sindacati? Come si nota l’articolo 18 in sé, ovvero la possibilità di reintegrare il lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa, non è di per sé molto discostante dalla media Ocse, e diviene un problema solo a causa della alta incertezza derivante da giudizi di merito di fronte ai giudici del lavoro molto erratici. Se l’idea del governo è quella di cancellare la tutela dell’art.18 nei primi tre anni di contratto, lasciando il resto della normativa intatta, gli effetti con molta probabilità saranno limitati. È importante notare che la legislazione sul lavoro è un corpus abbastanza complicato, dove ogni tassello deve essere ben al suo posto, in modo da non disincentivare la creazione di occupazione. Senza una riforma che tenga conto dell’insieme degli aspetti, più che di un singolo obiettivo, di bandiera o meno, il quadro generale resterà immutatato. clicca sull’immagine per ingrandirla