Adolf Hitler «mon amour». Benito Mussolini «uno di noi». Heinrich Himmler, ministro dell’Interno del Reich, e l’aquila nera simboli della «nostra rinascita ariana». Dopo le polemiche degli scorsi anni per i concerti organizzati dai nostalgici del fascismo e del nazismo, Milano, medaglia d’oro per la Resistenza — e siamo alla vigilia del 25 aprile —, città amministrata dal sindaco arancione Giuliano Pisapia, torna protagonista dei sostenitori del Duce e del Furher, tra razzismo, antisionismo e un insensato culto della razza bianca. Dai nazisti dell’Illinois ai nazisti de Milan. Non solo nel giorno del suo compleanno, il 20 aprile, il partito Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori ha affisso per le strade del capoluogo lombardo volantini con foto d’epoca, in città e in tutta la Lombardia è un fiorire di iniziative naziste e razziste, con associazioni nostalgiche, gruppi che fanno propaganda sul territorio e concerti nazi rock. La destra radicale sarà pure scomparsa dalla politica italiana — con Casa Pound e Fiamma Tricolore che non sono riusciti a raccogliere le firme per presentarsi alle Europee —, ma continua a essere presente tra le maglie della società, nei piccoli comuni e nelle strade dei quartieri meneghini, con i social network megafono di idee politiche che si pensavano sepolte nel ‘900, tra croci celtiche, braccia tese e “Sieg Heil!”
Se l’anno scorso la Skinhouse Milano — braccio italico della rete internazionale degli skinhead — era finita sui giornali per le polemiche del maxi concerto a Rogoredo con gruppi del calibro dei Bully Boys, autori di brani dal titolo evocativo come White Pride e Hammerskins, quest anno, per nulla intimidita dalle minacce della giunta arancione, ha deciso di replicare. E il prossimo 14 giugno ha già chiamato a raccolta il suo popolo per un nuovo mega evento milanese: le band che suoneranno devono ancora essere comunicate. Ma un assaggio del concertone pre estivo lo si avrà il prossimo 2 maggio, a Bollate, proprio nella sede della Skinhouse. A suonare i Ddt, i Bullets e gli Skoll. I primi sono celebri per il brano Boia chi molla o Maglione Nero. Tra gli organizzatori c’è Lealtà e Azione, associazione tra le più attive a Milano con gazebo nei quartieri più disagiati, raccolte firme contro la pedofilia o la prostituzione. Sono sempre loro dietro al prossimo corteo del 29 aprile in memoria di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani.
Le polemiche ci sono già state. Il Comune è intervenuto, come la Questura, ma i “camerati” non indietreggiano di un millimetro. «Se la Questura di Milano decide di voler fare il lavoro sporco per la sinistra antagonista», si legge in un comunicato del 16 aprile, «noi risponderemo come tutti gli altri anni. Determinati, fieri, inquadrati, presenti. Per Carlo, Sergio ed Enrico. Con Carlo, Sergio ed Enrico. Per i camerati di ieri, di oggi e di domani. Come ogni anno vogliamo ricordare il sacrificio di Sergio Ramelli con una serie di iniziative». Inizieranno questo sabato per finire il martedì successivo. La rete continua a espandersi. Passa da Varese, dove è nato il Movimento Nazionalista dei Lavoratori di Perluigi Pigliacchi e dove è molto attiva la Comunità dei Dodici Raggi, arriva fino a Milano, poi Brescia, Alessandria, Lodi, Magenta fino a Roma.
Se i primi possono contare già su alcuni consiglieri comunali in piccoli comuni, la comunità militante ha invece festeggiato il compleanno del Fuhrer con concerti il 19 aprile scorso con appuntamento all’Autogrill di Castronno. Gli ospiti musicali sono sempre gli stessi, dai Motosega ai Nessuna Resa. Ideatore e motivatore è Maurizio Moro, storico fondatore degli Skinheads Varese, da poco condannato a quattro mesi di carcere in appello: l’accusa è di minaccia con l’aggravante dell’odio razziale. A difenderlo Gabriele Bordoni, lo stesso del processo per la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, avvocato del terrorista Carlos, sostenitore dell’innocenza di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, ex Nar condannati. Le citazioni di Hitler della Do.Ra. si sprecano sulla pagina Facebook. Come pure su quella della Thule Edizioni di Marco Linguardo.
La Società Thule si ispira alla storica setta esoterica tedesca nata nel 1918 in Germania. Fu la base del nazismo, con teorie sulla rinascita della Grande Germania e la purezza della razza. La pagina Facebook della Thule Edizioni, che ha sede a Roma, era già stata bannata nel 2013, ora è tornata. Il 20 aprile ha pubblicato una serie di poesie di Gerhard Schuman dedicate a Hitler: «Noi sappiamo che la tua opera funziona, perché Dio illumina il tuo cuore. Dalla tua vittoria per la pace giunge la libertà per tutto il mondo». Ci sono anche interviste su Youtube di Linguardo, tra foto della gioventù hitleriana, veri e propri peana al nazismo delle origini. Sono passati più di 70 anni, ma gli orrori di Hitler continuano ad attecchire, soprattutto in Lombardia.
Proprio in questi giorni Getty Images ha premiato il bel lavoro del fotoreporter Paolo Marchetti che per cinque anni è stato ammesso tra le nuove falangi delle destra radicale «fissando la dimensione privata di un universo composto da infinite sfumature di nero, ogni formazione diversa dall’altra e quasi sempre l’una contro l’altra. Negli scatti però le differenze si annullano per ritrarre uno spazio comune, la crosta di una routine che copre giacimenti inesplorati di rabbia. Il progetto non ha nulla di revisionista o buonista. Nella militanza neofascista ha cercato la dimensione politica di questo sentimento, tuffandosi per venire «investito emotivamente dall’esperienza diretta».