Gli scambi di servizi sono alla base dello scambio di idee, know-how e tecnologia. Aiutano le aziende a ridurre i costi, aumentare la produttività, partecipare alle catene globali del valore e aumentare la competitività mentre i consumatori beneficiano di prezzi più bassi e maggiore scelta. Ma quali sono le barriere regolatorie che ostacolano il commercio internazionale di servizi? Le restrizioni catturate dal nuovo Service Trade Restrictiveness Index (Stri) aiutano a identificare quali misure di politica limitano gli scambi. Gli indici Stri assumono il valore da 0 a 1, dove 0 è completamente aperta e 1 è completamente chiuso. Come si può ben notare, in generale i settori con le più alte barriere regolatorie sono quelle dei trasporti, e in seconda battuta i settori professionali (contabilità, avvocatura, ingegneria, architettura). Relativamente all’Italia, questi ultimi sono anche i settori dove il nostro grado di protezione agli scambi internazionali è più elevato. Altri servizi critici da questo punto di vista sono il settore cinematografico, Tv e musica (che sorpresona!). Insomma nei servizi legati alla New Economy l’Italia si protegge, ed infatti arranca. C’è di cui riflettere per i nostri policy maker
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