È il 6 giugno del 1984, la guerra fredda è ancora a qualche anno dal finire e Alexey Pajitnov è un programmatore che lavora al Dorodnitsyn Computing Centre, un laboratorio di ricerca di Mosca dove i computer vengono spinti fino all’estremo delle loro, ancora limitate, capacità. Da tre settimane, Pajitnov è al lavoro su una cosa nuova. Una cosa, parole sue, su cui finge di lavorare ma che in realtà non riesce a smettere di giocare. Finalmente, chiama i suoi colleghi per fargli vedere su cosa è al lavoro. Sullo schermo in bianco e nero ci sono delle forme geometriche che cascano dall’alto in una specie di contenitore. I pezzi cadono inesorabilmente verso il fondo, ma si possono spostare e ruotare. Quando un pezzo arriva sul fondo, però, si ferma lì e nessuno lo può più muovere. Quando si completa una riga, la riga sparisce, lasciandosi dietro solo gli errori e mai i successi del giocatore. È una battaglia inesorabile tra ordine e confusione. È Tetris.
Tetris è ispirato dai pentomino, una specie di puzzle molto popolare in Russia in cui bisogna ordinare in forme rettangolari o quadrate una serie di piccoli pezzi composti da cinque quadrati combinati insieme in vario modo. Pajitnov modifica l’idea dei pentomino togliendo un quadrato ai singoli pezzi e creando così i sette tetramino (tetra = quattro, pento = cinque) protagonisti di Tetris. E un po’ per intelligenza e un po’ per aggirare le limitazioni tecniche dei computer su cui lavorava, inventa un gioco che non è praticamente cambiato da 30 anni a questa parte. Ma la storia di Tetris non è la storia di come è stato creato. La vera storia di Tetris è quella di come è riuscito a uscire dalla Russia sovietica e di come ha conquistato il mondo.
Tempo mezza giornata dal momento in cui Pajitnov mostra il suo prototipo ai colleghi e tutto il laboratorio sta giocando a Tetris. Pajitnov lo copia e lo dà anche da altri amici e colleghi fuori dal Dorodnitsyn Computing Centre. In pochissimo tempo non c’è un computer in tutta Mosca senza una versione di Tetris installata. Pajitnov, intervistato per un documentario BBC, dice che al tempo «non considerava Tetris come un prodotto o qualcosa che poteva essere venduto». L’idea di proprietà intellettuale era qualcosa di molto lontana dalla Russia sovietica del 1984.
Il gioco, un poco alla volta, copia dopo copia, si diffonde fino all’Ungheria, uno degli stati del blocco sovietico che comincia a vedere le prime crepe nella cortina di ferro e, grazie a una fiorente industria dell’elettronica, riesce a fare commerci con l’Ovest. Ed è proprio in Ungheria che Robert Stein vede Tetris per la prima volta. Stein è il presidente di Andromeda, una casa di videogiochi del Regno Unito che produce giochi e ne distribuisce di stranieri, acquisendone i diritti. Nel 1986 Stein vede Tetris all’università di Budapest e, dopo aver scoperto che è un gioco russo creato a Mosca, contatta Pajitnov per acquisire i diritti per portarlo in Inghilterra. I due si sentono via fax e stringono un accordo informale per portare Tetris all’estero. Al tempo, con l’industria dei videogiochi ancora agli inizi, era normale stringere accordi informali che poi venivano trasformati in contratti veri e propri. Ma è della Russia sovietica che stiamo parlando e mentre Andromeda prepara il lancio di Tetris, promuovendolo insieme all’immaginario russo che da allora è sempre stato associato al gioco, Robert Stein viene contattato dalla società statale per cui lavora Pajitnov per bloccare la vendita di Tetris. Stein vola a Mosca e convince i russi a firmare un contratto per la cessione dei diritti. Nel 1987 Tetris vende 100.000 copie solo negli Stati Uniti.
La versione messa in vendita da Andromeda però, è solo per computer. Il mercato vero è già altrove: sulle console per videogiochi da attaccare alla televisione. E Andromeda, pur avendo acquisito solo i diritti per la versione PC del gioco, rivende Tetris ad altre società. Una di queste, Mirrorsoft, propone a uno dei giganti dei videogiochi statunitensi, Atari, di fare una versione per console di Tetris. Ma nel frattempo i diritti sono arrivati anche a un’altra azienda, la giapponese Nintendo che è al lavoro su un oggetto che cambierà il mondo dei videogiochi: il Game Boy. Nintendo vuole lanciare la console portatile insieme a una versione di Tetris e chiede all’uomo che ha acquisito i diritti di Tetris per il Giappone, Henk Rogers, di ottenere l’ok direttamente dai russi.
Qui, la storia di Tetris prende una piega strana, che sembra quasi scritta per un film. Dopo un po’ di trattative a distanza, Henk Rogers per Nintendo, Robert Stein per Andromeda e Robert Maxwell per Mirrorsoft (e quindi Amiga) si ritrovano lo stesso giorno a Mosca per cercare di ottenere i diritti di Tetris per console, senza sapere gli uni degli altri. Il problema? Nessuno di loro è in regola. Stein non ha mai pagato i diritti per la prima versione per PC e tutti i diritti che ha rivenduto non sono validi. Sia Rogers sia Maxwell, quindi, hanno messo in vendita versioni di Tetris illegali. I russi lo sanno e, ovviamente, non sono per niente contenti.
Rogers, in più, non ha nemmeno un appuntamento con i russi, si presenta alla società che gestisce i diritti di Tetris sapendo di rischiare grosso. Nel documentario BBC dedicato a Tetris dice: «o esco di qui con i diritti del gioco oppure finisco in qualche gulag».
Dopo aver incontrato tutti i pretendenti, i russi però decidono di giocare al gioco del capitalismo e ottimizzare i profitti: spezzettano i diritti di Tetris e danno a ognuno ciò che cerca. Più o meno. Stein è convinto di prendersi i diritti di tutto Tetris ma è colpevole di non aver mai tenuto fede al suo accordo iniziale e, distraendolo con delle grosse penali nel caso di ritardi, i russi gli fanno firmare solo per confermare i diritti che ha già, quelli per PC. Maxwell ottiene un accordo informale per discutere dei diritti per console casalinghe. E Rogers, grazie anche all’inaspettato aiuto di Pajitnov che ha conosciuto nei suoi giorni a Mosca, firma e ottiene i diritti per il Game Boy Nintendo. Oltre a un’opportunità di fare a sua volta una proposta per i diritti per console. Nintendo non sta lanciando solo il Game Boy ma anche la sua console, NES, e Tetris potrebbe ribaltare gli equilibri del mercato.
Maxwell, nonostante non abbia ancora un contratto vero e proprio per Tetris, inizia a produrre e distribuire la versione Atari del gioco. Ma la battaglia per i diritti non è ancora chiusa: Rogers, in contatto con i Russi, porta il presidente di Nintendo America e il presidente di Nintendo Giappone a Mosca e riesce a ottenere un contratto per i diritti di Tetris per le console casalinghe. 500 milioni di dollari come partenza e 50 centesimi di dollaro per ogni cartuccia venduta. Un enormità, ma pochissimo per quello che il gioco valeva veramente per Nintendo. Dopo appena quattro settimane sugli scaffali, un processo stabilisce che Nintendo è l’unica società che detiene i diritti di Tetris e il gioco di Atari viene ritirato dal mercato. E Nintendo festeggia.
Alexey Pajitnov, da parte sua, non ha mai preso un soldo per aver inventato Tetris. Ma ha trovato un amico: Henk Rogers. Nel 1992, Rogers aiuta Pajitnov a trasferirsi da Mosca agli Stati Uniti dove vive da allora. Nel 1996 i due fondano The Tetris Company, società che oggi detiene i diritti del gioco che ha inventato nella primavera di trent’anni fa e che, da un’inaspettata Russia sovietica, ha conquistato il mondo.