I pinguini gay che scandalizzano Singapore

I pinguini gay che scandalizzano Singapore

C’è questo libro per bambini, intitolato E con tango siamo in tre (Edizioni Junior, 2010), ispirato alla storia vera di due pinguini maschi dello zoo di Central Park che hanno fatto coppia fissa dal 1998, fino a cercare di allevare un sasso come se fosse un uovo. Roy e Silo, questo il nome dei due pinguini, si sono poi separati nel 2008, per cause ancora misteriose, riporta il New York Post.

A parte gli scherzi, il libro — dolcissimo, scritto da Peter Parnell e Justin Richardson e illustrato magnificamente da Henry Cole — ha sollevato non poche polemiche nel corso della sua distribuzione mondiale dal 2005, anno della pubblicazione americana col titolo And Tango makes three. Chi lo ha definito immorale, chi lo ha voluto fuori dalle biblioteche pubbliche, chi non lo ritiene un valido insegnamento per i bambini che, nel 2014, dovrebbero avere il diritto di formare per se stessi un’idea più ampia della famiglia cosiddetta “tradizionale”.

L’ultimo colpo arriva da Singapore, che ritira le copie dalle biblioteche e le manda direttamente al macero, senza nemmeno concedere il beneficio della casualità. Fonti ufficiali governative definiscono la storia di Roy e Silo «inappropriata», mentre sembrano ritenere che distruggere i libri sulla pubblica piazza sia un messaggio del tutto accettabile. «Vogliamo insegnare ai bambini dell’esistenza delle famiglie convenzionali, non siamo d’accordo nel diffondere un’idea di famiglia alternativa» ha dichiarato Yaacob Ibrahim, ministro delle comunicazioni. «Bisogna riflettere la normalità, non inculcare un idea di cambiamento». Ecco dunque che l’idea di famiglia miete altre vittime e non risparmia il regno animale. Nell’ansia da normalità, il governo di Singapore sembra dimenticarsi — beneficio del dubbio, magari non lo ha mai preso in considerazione — che limitandosi a riportare le verità attuali, difficilmente un popolo potrà evolvere, specialmente se a essere intaccata per prima è l’elasticità mentale dei bambini.

«Ma l’attitudine delle persone sta già cambiando, e il governo dovrà rendersene conto, prima o poi. Singapore sta sottovalutando i suoi abitanti» ha dichiarato Richardson al New York Post, scrollando nuovamente l’idea con un sorriso.

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