Uno degli effetti della scarsità di domanda di lavoro sperimentata durante la crisi è l’esplosione del numero di lavoratori occasionali pagati con voucher da 10, 20 o 50 euro. Inizialmente adottato come uno strumento specifico per il settore agricolo, il progressivo ampliamento della platea interessata dalla misura ha fatto esplodere il numero di lavoratori occasionali, e ne ha drasticamente cambiato la sua composizione.
Se nel 2008 la percentuale di under 40 in questa categoriaera solo il 13,5% del totale, tale quota è aumentata fino al 63,5% nel 2013. Per quanto riguarda la composizione settoriale, se nel 2008 a fare da padrone era il settore agricolo mentre, nel 2013, il 16% delle prestazioni occasionali riguarda il commercio. Tale quota sale al 26% per i nuovi prestatori che hanno riscosso i voucher nel 2013. La percentuale di immigrati sul totale è piuttosto bassa, attorno al 7% del totale, cifra che suggerisce che non sono sovra rappresentati rispetto alla loro numerosità nella popolazione totale.
Per quanto riguarda gli importi medi riscossi, la crisi del debito sovrano del 2011 ha avuto un impatto negativo sul salario medio, assieme forse ai cambiamenti di composizione della forza lavoro in questione. Il reddito medio è, infatti, diminuito dai 700 euro del 2011 a 550 nel 2013, una flessione piuttosto considerevole. In mancanza di dati e studi specifici che valutano l’impatto di tale politica del lavoro, le cifre descrittive riportate – piuttosto aggregate – segnalano, se ancora ce ne fosse bisogno, una situazione di forte tensione sul mercato del lavoro, soprattutto per i meno qualificati della forza lavoro.