Peppa Pig e non solo: il gioioso business dei cartoon

Peppa Pig e non solo: il gioioso business dei cartoon

Il successo del cartone animato britannico, sbarcato anche in Italia, ha ormai assunto dimensioni mondiali. Viaggio nel mondo dei cartoon. Un business che continua a fruttare milioni. E dove, accanto alle novità, la Disney continua a ritagliarsi la sua fetta. Ricca.

Un fenomeno planetario

Peppa Pig, la maialina inglese inventata dal trio Phil Davies, Mark Baker e Neville Astley, protagonista indiscussa del piccolo schermo britannico da quasi dieci anni, ma arrivata in Italia solo nel 2010, è diventata un fenomeno sociale ed economico. Grazie al successo globale del cartone animato, la casa di distribuzione canadese eOne ha aumentato del 22 per cento il fatturato della divisione Television, che ha registrato ricavi per 162 milioni di sterline e ha chiuso l’anno finanziario 2013 con un utile di oltre 77 milioni di sterline, distribuendo così, come riportato dal Financial Times, il primo dividendo dalla quotazione nella borsa di Londra, avvenuta nel 2007.

In Italia è la European Television Service a detenere i diritti per l’utilizzo del marchio Peppa Pig, venduti a una cinquantina di aziende. Il giro d’affari ammonta a 40 milioni di euro all’anno. Cospicuo, dunque, sebbene lontano dalle cifre del Regno Unito dove Peppa è un business da 300 milioni. Ma se si considera che lì il cartone animato esiste dal 2004, è lecito prevedere che il mercato italiano possa potenzialmente raggiungere i 140 milioni annui.

Dei dvd delle puntate del cartone animato, commercializzati dalla Universal, si sono vendute 400mila copie, al netto delle visualizzazioni su YouTube: l’episodio più visto ha totalizzato sette milioni di clic.

Secondo i dati Auditel, 500mila bambini dai tre ai sei anni guardano il cartone di Peppa Pig su Rai YoYo, l’unico canale – insieme a Disney Junior – a trasmettere la serie. Si toccano punte di600mila spettatori, che fanno raddoppiare, a ogni passaggio del cartone animato, lo share medio della rete, tanto che anche la Rai ha deciso di puntarci. Da gennaio saranno trasmesse le puntate della sesta serie: 26 episodi che si aggiungono agli altri 182, in onda durante questo periodo. Peppa, che ha come sport preferito il lancio nelle pozzanghere di fango, piace tanto perché è paladina di quei valori che sono fondamentali nella vita dei più piccoli: la famiglia, il sereno rapporto con le figure parentali, l’amicizia, la scuola; è evasione, leggerezza, ma, insieme, rassicurazione sugli affetti che contano. Da questa formula vincente nasce un successo che non si esaurisce in quello di pubblico del piccolo schermo.

Il riflesso più evidente è sul merchandising. Libri e dvd, un magazine bisettimanale, l’album delle figurine, giochi per più di un centinaio di prodotti. Peppa Pig è il più gettonato tra i giocattoli in età prescolare nel Regno Unito ed è il brand numero uno del settore in Spagna, in Australia e in Italia. E dallo scorso marzo la maialina inglese ha colonizzato anche le case americane: il cartone viene trasmesso per ben tre ore al giorno nel canale Nick Jr., mentre il primo dvd lanciato oltreoceano sta andando a ruba nelle grandi catene quali Wal Mart, Target e Toys’r’Us. Anche Amazon da gennaio distribuisce i giocattoli a marchio Peppa, che saranno venduti online negli Usa anche nel sito di Wal Mart a partire dal terzo trimestre di quest’anno.

E la Disney?

Un paragone si impone con un mito del passato che resiste nel tempo: Paperino, che ha appena compiuto 80 anni, nato per essere un “cattivo esempio” di pigrizia nel cortometraggio Disney del 1934 The Wise Little Hen (“La gallinella saggia”). Quel papero tanto ricco di personalità quanto privo di razionalità divenne l’antagonista del divo disneyano per eccellenza, Topolino, analitico e attivo quanto Paperino è istintivo e accidioso. Ma Paperino non è un perdente: ha solo capito che non vale la pena affaticarsi per vincere.

Vincente, invece, e ricca di glorie durature, nonostante le new entry, è la Walt Disney Company che continua a prosperare. È una società diversificata nel mondo dell’intrattenimento che comprende cinque diversi settori: media e networks, parchi e resorts, studi, prodotti di consumo e interattività. Nel 2012 ha incassato 42.278 milioni di dollari, la cui quota maggiore (19.436 milioni di dollari) deriva da media e network, seguiti dai parchi e resort (12.920 milioni di dollari). Il 16 dicembre dello stesso anno, la Walt Disney Imagineering, che rappresenta la società che si trova alla base della creazione dei film e dei parchi divertimento, ha celebrato 60 anni di creatività senza precedenti. La Disney Channel Worldwide comprende oltre 100 canali di intrattenimento e Rss disponibili in 167 paesi mentre sul web ha lanciato Disney Infinity, una piattaforma che permette di giocare con tutte le proprietà Disney.

La Disney ha recentemente anche acquisito, per 500 milioni di dollari, Maker Studios, uno tra i maggiori produttori e distributori di contenuti video per YouTube, che ha una posizione privilegiata nel mercato dei contenuti digitali, in virtù dei 55mila canali ai quali sono abbonate, nel mondo, oltre 380milioni di persone. A sottolineare la strategia Disney, poi, ci sono sia gli accordi con il network Dish, che ripropone in streaming contenuti prodotti da Disney, sia l’applicazione con oltre 400 video sbarcata su iTunes a fine febbraio.

Un volano per l’editoria

Tornando a Peppa Pig, nel nostro paese ha fatto registrare un effetto positivo di incredibile rilievo nell’editoria: la casa editrice che dal 2010 ha pubblicato una quindicina di libri di Peppa Pig, negli ultimi due anni ne ha venduto oltre 7 milioni di copie.

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