Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Un esercito dell’Onu per difendere la pace
Franco Venturini ha dimostrato come la sicurezza internazionale (Corriere, 25 agosto) sia «ferma al muro di Berlino» e ha ricordato come il recente messaggio del Papa («sia l’Onu a stabilire il modo per fermare l’aggressore») sia ancora disatteso. Non sarebbe questa l’occasione per rilanciare la necessità di completare la Carta di San Francisco che celebrerà il prossimo anno i suoi controversi 70 anni di vita, finalmente realizzando la costituzione di «forze armate permanenti» e così consentire maggiore effettività e immediatezza alle delibere del Consiglio di sicurezza? Conosco le ragioni e le obiezioni a suo tempo, soprattutto di parte statunitense e sovietica, che non ne hanno permesso la realizzazione. Ma con tutte le sanzioni in corso la Russia di oggi non è l’Unione Sovietica di ieri e forse ritrovarsi permanentemente insieme per garantire la pace nel mondo, potrebbe essere la soluzione per meglio realizzarla con coloro che ci vorranno stare.
Generale Gianalfonso d’Avossa, Roma, Corriere della Sera, 5 settembre
Ma il papa lo sa che Maradona è un maxi evasore?
Ma la Curia romana aveva avvertito Papa Francesco che Armando Maradona è un maxi-evasore fiscale? Ho delle perplessità su quella «pecorella» e sulla opportunità del gesto. Che questa volta sia prevalso l’aspetto mediatico su quello etico ?
Gianguido Fabbrini, [email protected], Corriere della Sera, 5 settembre
La società dei competenti ha ucciso la socialità
Ha ragione il prof. D’Avenia quando sostiene che viviamo in una società stanca, in quanto concentrata sulla prestazione e non già sulla relazione sociale. La verità è che viviamo nella società delle «competenze», o meglio, nella società che premia unicamente chi produce le competenze migliori, a prescindere dal rispetto che questa competenza ha per la relazione sociale. Con l’evidente paradosso di aver creato una società di competenti, cioè di persone che dovrebbero migliorare la nostra società, ma che in realtà hanno annientato la nostra socialità, stante la lotta selvaggia per produrre la migliore competenza.
Marlon Lepera, avvocato, La Stampa, 5 agosto
Quei voti troppo alti presi da mia figlia
Dopo il liceo nostra figlia ha deciso di iscriversi ad un’università privata per una laurea (3+2, parificata) in fotografia. Prima della scelta ci siamo informati ed alla fine la scelta è stata dettata sia dall’organizzazione della scuola, sia dalla relativa vicinanza a casa nostra. Inoltre l’iscrizione, pur essendo alta (attorno ai 7mila euro annui) era ed è comunque più bassa rispetto ad altre scuole. Mia figlia si è trovata molto bene ed anche adesso, all’inizio del secondo anno, lei è contenta della scelta, ma io ho iniziato ad avere dubbi sul valore effettivo dell’insegnamento. Per il primo esame doveva preparare una relazione e quando ho letto la prima stesura mi sono sentito male: un copia e incolla da Wikipedia anche fatto male. Ho cercato di darle una mano ma alla fine, lo ammetto, se mi fossi presentato ad un mio professore universitario con quel testo avrei ricevuto un nemmeno tanto pacato “Torni la prossima volta”. Ha preso 30! Ed anche gli altri esami sono stati sullo stesso livello. Esami, attenzione, dati in quattro giorni di fila, con dei suoi amici che ne hanno sostenuti anche due nello stesso giorno. Non voglio adesso passare per il genitore antiquato che rimpiange presunti tempi in cui si studiava di più e meglio, ma se questo è il livello di preparazione che viene richiesto in un’università (anche molto apprezzata da quel che mi dicono) cosa ce la mando a fare?
Lettera firmata, Firenze, la Repubblica, 5 agosto
Vacanze, meglio all’estero che in Italia
Vi scrivo per sfogare la rabbia per il mio Paese sempre più disastrato. Sono stata in viaggio in camper facendo un giro dalla Croazia alla Baviera (più di 3.000 km). Le mie considerazioni sono le seguenti. Le strade, anche le più piccole, sono senza buche (pensate un po’) da noi non esiste una strada che abbia un fondo solo accettabile. Il carburante all’estero costa circa 1,30 al litro. Le autostrade non si pagano (tranne alcuni tratti a pochi euro in Slovenia e Austria). I campeggi costano almeno la metà di quelli italiani. Anche i ristoranti sono molto più economici. Abbiamo visitato città pulite e ordinate. Fare la spesa al supermercato in Germania è un piacere e si spende meno che da noi, pensate: un litro di latte fresco costa 0,65. E loro prendono stipendi più alti. Io penso che dobbiamo fare qualcosa per migliorare questo Paese altrimenti i turisti sceglieranno i Paesi vicini certamente più economici. Nei programmi futuri del governo si deve provvedere alla riparazione almeno delle strade (forse la disoccupazione potrebbe calare?).
Luigina Calcabrini, Roma, Il Messaggero, 5 agosto
I 78 mila rifugiati trasferiamoli nel Ciad
Disse Laura Boldrini: “In Italia si parla di invasione quando i rifugiati che qui vivono sono 78 mila. In uno Stato fragile con una popolazione di 12 milioni di persone, come il Ciad, ha trovato rifugio quasi mezzo milione di persone. E, dunque, è dall’Africa che dobbiamo imparare”. Mi pare giusto: traslochiamo i nostri 78 mila nel Ciad, subito.
Franco Pellegrini, Il Giornale, 5 settembre