Bankitalia cede potere alla Bce, ma non gli stipendi

Bankitalia cede potere alla Bce, ma non gli stipendi

Difficile capire il motivo per cui i funzionari Banca d’Italia siano riusciti a sfuggire al “tetto” sulle retribuzioni che il Governo Renzi ha imposto a tutta la Pubblica Amministrazione e che, recentemente, è stato accettato anche dai dipendenti del Parlamento, nonostante la prerogativa costituzionale dell’autodichia delle Camere. Anche perché, a differenza di quanto accade con buona parte della Pubblica Amministrazione., la giustificazione per una bella limatura ai compensi del Direttorio ci starebbe tutta: da quando esiste l’Euro, le responsabilità della Banca d’Italia sono sempre più limitate e i compiti sempre più ristretti. È vero che la Banca d’Italia partecipa con il proprio voto alle decisioni, ma l’elaborazione propositiva e la responsabilità sono indubbiamente nelle mani di Draghi e dei membri del Comitato Esecutivo, oltre che delle strutture tecniche della Bce a Francoforte.

A partire dal 4 novembre 2014, anche la Vigilanza sulle principali banche italiane passerà a Francoforte. La cosiddetta “Banking Union” prevede meccanismi e strutture comuni di supervisione e controllo del sistema bancario europeo, che verranno accentrati presso la Bce. Gli oramai famosi “stress test”, pubblicati domenica 26 ottobre e che abbiamo commentato qui su Linkiesta, rappresentano la conclusione della fase preparatoria alla “banking union”. La Bce prima di prendersi in carico la sorveglianza delle maggiori banche europee ha preteso infatti un anno di verifiche sulla qualità degli attivi (“asset quality review”) e sulla robustezza in caso di severi shock macroeconomici (“stress test”), con annesse pulizie di bilancio, ricapitalizzazioni e quant’altro possa minimizzare il rischio di nuove crisi.

Sicuramente, il Governatore della Banca d’Italia continuerà a svolgere compiti importanti, come la vigilanza sugli istituti italiani minori e la partecipazione al Consiglio direttivo della Bce, ma le sue responsabilità che Ignazio Visco si troverà ad avere da domani non possono nemmeno lontanamente essere paragonate a quelle di un Governatore del passato. In parte, la Banca d’Italia ha riconosciuto questo cambio di ruolo, riducendo del 10% all’anno lo stipendio del Governatore, ma il livello è ancora ampiamente superiore al tetto dei 240 mila euro stabilito con il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66. E, se anche le responsabilità residue meritassero una remunerazione superiore a quella del Presidente della Repubblica, lo stesso non si può dire estendendo il confronto a Draghi.

Draghi, che ha la responsabilità della politica monetaria e della vigilanza delle principali banche europee, ha una remunerazione di 378.240 euro, mentre quella del Governatore Visco è superiore del 45%. Come si legge nella Relazione Annuale della Banca d’Italia (pag 295), “in base alla delibera del 28 giugno 2012 … il Consiglio superiore ha fissato, a partire dal 1° gennaio 2013, gli emolumenti dei membri del Direttorio in 550.000 euro per il Governatore, 500.000 euro per il Direttore generale e 350.000 euro per ciascuno dei Vice Direttori generali.” Per la cronaca, Janet Yellen, Chairwoman della Federal Reserve, guadagna  201.700 dollari l’anno, pari a circa 160.000 euro.

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