Un gruppo di amici attorno a un tavolo, in silenzio che guardano i loro smartphone e ogni tanto sorseggiano un drink. Chissà quante volte abbiamo assistito a scene di questo tipo, mentre magari qualcosa di molto simile stava succedendo proprio al nostro di tavolo. Forse sarà stato questo uno dei motivi a spingere alcuni studenti del Republic Polytechnic di Singapore a realizzare “Apple Tree” un’applicazione che come scopo primario ha quello di indurre le persone a comunicare tra loro evitando di utilizzare lo smartphone. Il team di giovani sviluppatori si è aggiudicato uno dei premi dello Splash Awards — un concorso nazionale di Information Technology per studenti — e riceveranno un fondo da 30mila dollari per lanciare l’applicazione nel 2015, in occasione dei cinquant’anni di indipendenza della Repubblica di Singapore.
L’idea che sta alla base di questa applicazione è molto semplice: innanzitutto è necessario che almeno due smartphone siano vicini fisicamente tra loro, e una volta attivata “Apple Tree”, comparirà proprio un albero di mele che bloccherà lo schermo degli utenti. Più a lungo poi il telefono non verrà utilizzato e più le mele cresceranno e potranno essere raccolte. Una raccolta che, secondo l’idea degli sviluppatori, dovrebbe poter essere scambiata con premi tra cui per esempio sconti per acquisti su determinati prodotti. La voglia e la possibilità di poter collezionare dei punti con questo metodo, dovrebbe essere uno stimolo in più per gli utenti a lasciare in “stand by” il proprio telefono e favorire quindi il processo comunicativo.
Al momento il mercato a cui è destinata “Apple Tree” è solo quello di Singapore, perché come si legge sul sito “Channel News Asia” secondo Nicholas Khoo presidente di Splash Awards 2014 l’obiettivo era quello di «realizzare un’applicazione per gli abitanti di Singapore che potesse essere di buona qualità e che li aiutasse a stare più vicini». Non ci stupirebbe però se questa applicazione valicasse i confini nazionali diventando, magari solo per poco tempo, un fenomeno di massa. Il problema dell’invasione degli smartphone nelle nostre vite, di come le abbia modellate o in certi casi assoggettate a sé, è motivo di grande dibattito. La mancanza di comunicazioni tra persone vicine — che spesso alla conversazione face to face preferiscono scorrere la timeline di Twitter, controllare la bacheca di Facebook, o prodigarsi in chat compulsive su WhatsApp, — va a braccetto con temi come la dipendenza da smartphone, o il problema del loro utilizzo mentre si cammina per strada.
Per ognuno di questi casi si è pensato di creare un’applicazione. Moment ad esempio è un’app utile a scongiurare la dipendenza da smartphone. “Metti giù il tuo smartphone e torna a vivere” è questo lo slogan che incarna lo spirito della creatura di Kevin Holesh sviluppatore statunitense. Un vero e proprio misuratore che tiene traccia della frequenza di utilizzo dello smartphone, ne differenzia il tipo di utilizzo — dando la possibilità all’utente di scoprire a quali attività ci si dedica maggiormente durante l’utilizzo di uno smartphone — e ha la precisa missione di creare un equilibrio nella vita di un utente. Non si tratta di abbandonare lo smartphone completamente, sarebbe un’utopia, ma di stabilire la giusta alternanza tra l’utilizzo di smartphone e la vita privata.
Una soluzione meno tecnologica, almeno per ora, è stata pensata per quelle persone che non ce la fanno a staccarsi dal proprio telefono anche mentre camminano. Qualche mese fa si è diffusa la notizia di una bizzarra iniziativa in Cina, quella di creare una corsia preferenziale per coloro che camminano con il capo chino sul proprio smartphone. Non siamo sicuri che si tratti della scelta più adatta e forse sarebbe meglio provare davvero a fare a meno dello smartphone in determinate situazioni. Cominciando magari da quelle in cui siamo a cena con amici.