Cosa succede se bisogna evacuare l’ISS?

Cosa succede se bisogna evacuare l’ISS?

Il 14 gennaio 2015, una apparente una fuga di ammoniaca all’interno della Stazione Spaziale Internazionale ha costretto i sei astronauti a bordo (tra cui la nostra Samantha Cristoforetti) ad abbandonare la sezione statunitense della stazione e a rifugiarsi in quella russa. L’Agenzia spaziale russa ha inizialmente parlato di «emissioni pericolose» ma la NASA ha successivamente spiegato che l’emergenza è stata probabilmente causata dal malfunzionamento di un sensore e che non ci sono pericoli per gli astronauti. Ma la domanda rimane: cosa succederebbe se, per via di un qualsiasi problema, dovessimo evacuare la Stazione Spaziale Internazionale? Come si torna a casa da una astronave che orbita a 300 chilometri sopra la Terra e viaggia a 27 mila chilometri all’ora?

A oggi, la Stazione Spaziale Internazionale può ospitare al massimo sei persone contemporaneamente (ma c’è stato un momento, nel 2009, in cui sono arrivate a 13). Questo perché, al momento, agganciate alla Stazione Spaziale Internazionale ci sono due Soyuz (la Soyuz 40 e la Soyuz 41, per la precisione) che possono riportare a Terra tre persone a veicolo. Le Soyuz sono le navette spaziali russe e, dopo la fine del programma Shuttle statunitense, sono l’unico modo per portare astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. E anche l’unico modo per portarli via. La Soyuz è la navetta che si vede in Gravity, quella con cui [SPOILER ALERT] Ryan Stone, il personaggio interpretato da Sandra Bullock, riesce a tornare sulla Terra.

Stando a quanto dice l’ingegnere della NASA Robert Frost su Quora, la Stazione Spaziale Internazionale ha tre tipi di emergenze: atmosfera tossica (come una fuga di ammoniaca), incendio e depressurizzazione rapida. In caso di emergenza, il protocollo prevede che una parte dell’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale parta dalla prua della navicella e che, passando di compartimento in compartimento, cerchi di isolare il (o i) moduli colpiti. Se l’equipaggio non è in grado di trovare il problema e isolarlo, dopo aver attraversato tutta la ISS, si troverà nell’ultimo modulo della Stazione Spaziale, quello a cui è agganciata la Soyuz, dovrà salire a bordo della navicella russa e chiudere i portelloni che la mettono in comunicazione con l’ISS. Se nemmeno dal centro di controllo a Terra è in grado di risolvere il problema, la (o le) Soyuz si sganciano dalla stazione e 3 ore e mezza dopo sono di ritorno sulla Terra.

Nel caso l’intero equipaggio debba abbandonare la Stazione Spaziale Internazionale, la ISS può essere messa in una modalità chiamata ASCR (Assured Safe Crew Return) e mantenuta attiva ma a minimo consumo energetico finché le riparazioni — se possibili — non vengono effettuate.

Una visualizzazione della Stazione Spaziale Internazionale al 23 novembre 2014, con le due navicelle Soyuz agganciate (NASA)

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