Contro gli evasori, al via il Grande Fratello del fisco

Contro gli evasori, al via il Grande Fratello del fisco

Mentre aspettiamo di conoscere i nomi di tutti i 7mila evasori italiani della “lista Falciani”, l’Agenzia delle entrate ha dato il via libera alla super banca dati antievasione. Una sorta di Grande Fratello pronto a scovare gli evasori, dopo che la stessa agenzia a inizio gennaio ha bocciato il decreto fiscale di Natale di Matteo Renzi come “regalo agli evasori”. Entro il 2 marzo (visto che il 28 febbraio cade di sabato), banche, intermediari e compagnie di assicurazioni dovranno trasmettere all’Agenzia delle entrate tutti i dati del 2013 sui movimenti di conti correnti, carte di credito, derivati e fondi pensione, ma anche sugli acquisti di gioielli e accessi alle cassette di sicurezza. Entro venerdì 29 maggio andranno trasmessi invece i dati relativi al 2014. Queste informazioni si aggiungono a quelle del 2011 e 2012, già a disposizione del fisco. E dal 2016 tutti i dati, mensili e annuali, viaggeranno sulla piattaforma Sid (Sistema interscambio dati), approvata dal Garante per la protezione dei dati personali, in modo da poter essere usati dagli ispettori del fisco sia per la verifica delle posizioni individuali, sia per l’elaborazione di liste di contribuenti da sottoporre a controlli più rigorosi. Quando questo sistema entrerà a pieno regime, la comunicazione annuale dovrà essere fatta da banche e intermediari entro il 15 febbraio.

Banche e intermediari forniranno al fisco saldo di inizio e fine anno dei conti correnti, movimenti, operazioni fuori conto e allo sportello e anche i numeri di accessi alle cassette di sicurezza

Tutti i dati in mano al fisco Le banche dovranno indicare all’Agenzia non solo il nome dei contribuenti titolari dei rapporti bancari, ma anche i codici identificativi, il saldo di inizio e fine anno, e i movimenti passi e attivi del conto. Non solo: tra le comunicazioni obbligatorie ci sono anche i dati relativi a tutte le operazioni “fuori conto” o allo sportello, e il numero di accessi effettuati nell’anno presso le cassette di sicurezza.

Sotto la lente anche le carte ricaricabili, con il monitoraggio delle somme accreditate nel corso dell’anno. I dati dell’anagrafe dei rapporti finanziari potranno poi essere incrociati con quelli contenuti nelle altre 128 banche dati a disposizione degli ispettori fiscali: le anagrafi dei Comuni, il catasto, il Pra (Pubblico registro automobili) e Inps.

Il Grande Fratello fiscale potrà così monitorare ogni singola voce di spesa e ogni entrata tracciabile, che gli ispettori del fisco confronteranno con i redditi indicati nella dichiarazione Irpef. Per verificare la veridicità della dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per la determinazione dell’Isee, le banche dovranno anche comunicare i dati relativi alle giacenze medie di depositi e conti correnti

I dati mensili Banche e intermediari devono comunicare mensilmente, in una apposita sezione dell’Anagrafe tributaria conosciuta come «Archivio dei rapporti», i conti correnti aperti, i nuovi mutui accesi e tutti i rapporti intrattenuti con l’indicazione dei dati anagrafici dei titolari.

I dati annuali Ogni anno le banche sono obbligate a trasmettere all’Archivio dei rapporti anche i dati relativi a tutte le operazioni “fuori conto”, i dati relativi al saldo iniziale e finale del rapporto, nonché quelli relativi al totale dei movimenti. I dati relativi al 2011 e 2012 sono già stati trasmessi. Quelli relativi al 2013, invece, che andavano trasmessi entro il 20 aprile 2014, non sono ancora stati trasmessi dopo la comunicazione del 4 aprile scorso da parte della Agenzia delle entrate che ne ha sospeso l’invio. Ora dovranno essere comunicati entro il 2 marzo. Per i dati del 2014, c’è tempo fino al 29 maggio 2015. 

Ogni anno gli evasori provocherebbero nelle casse dello Stato italiano un buco da 180 miliardi di euro. Secondo Confcommercio, la somma evasa è invece più alta e si aggira intorno ai 272 miliardi di euro

Come verranno usati i dati In base alla legge di stabilità 2015, l’agenzia delle entrate utilizzerà le informazioni trasmesse annualmente per la «analisi del rischio di evasione». I dati mensili verranno invece usati per verificare i movimenti del contribuente oggetto di accertamento. Ma l’accesso alla banca dati non sarà libero da parte del fisco. Potranno accedervi, senza autorizzazione, solo una ventina di funzionari. Le eventuali incongruenze riscontrate non saranno sufficienti per far partire un’indagine, ma serviranno per confermare eventuali sospetti già esistenti. 

L’evasione fiscale in Italia Ogni anno, secondo la stima di Richard Murphy, fondatore di Tax Justice Network, gli evasori provocherebbero nelle casse dello Stato italiano un buco da 180 miliardi di euro. Un quinto di quello che si registra nell’Europa intera, in base ai calcoli riportati da Stefano Livadiotti nel suo libro Ladri. Gli evasori e i politici che li proteggono. Le stime in realtà sono discordanti. Secondo Confcommercio, la somma evasa è più alta e si aggira intorno ai 272 miliardi di euro. La stima più bassa è invece quella della Corte dei Conti, che segnala circa 130 miliardi di euro evasi.

In base all’ultimo studio dell’Agenzia delle entrate, che ha mappato il rischio di evasione fiscale in Italia, 11,2 milioni di italiani vivono nelle province a «Rischio Totale», dove l’alta pericolosità fiscale è unita a un basso tenore di vita. Altri 9,4 milioni sono divisi tra i «Metropolis» residenti nelle province di Roma e Milano e i «Niente da dichiarare?» delle zone più povere. Queste tre aree sono quelle che pesano di più sull’evasione fiscale totale.

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