«La situazione del centro destra milanese è critica, c’è un malessere diffuso». Non usa mezze misure Nicolò Mardegan, coordinatore milanese del Nuovo Centro Destra, per descrivere lo stato delle cose all’interno del suo partito. Ospite di #LKopentalk, lo spazio de Linkiesta dedicato all’approfondimento tematico, Mardegan ha ammesso la spaccatura all’interno della sfera politica di opposizione, ma al tempo stesso proposto la formula per un rilancio immediato. Rilancio che passerebbe dalla candidatura di Maurizio Lupi — attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti — a sindaco di Milano per le amministrative del 2016, ma anche per la scelta del leader di Ncd tramite lo strumento delle primarie interne.
«Lo scenario in questo momento è diviso in tre blocchi —sostiene Mardegan — c’è l’opposizione dura e pura di Matteo Salvini che ha occupato uno spazio di protesta, c’è un’opposizione costruttiva o forse sarebbe meglio definirla una finta opposizione, per i motivi che conosciamo, che è quella di Forza Italia, e poi c’è un’idea di responsabilità unita a quella di fare le riforme e di rappresentare l’elettorato del centro destra al Governo che è quello di Ncd». Ncd che tuttavia — a sentire le parole di Mardegan — sembra ancora un partito su cui campeggia il cartello con la scritta “lavori in corso”, e che necessita di una struttura consolidata. Il primo passo potrebbe essere in questa direzione la scelta del candidato leader per mezzo di primarie interne al partito «Io punto molto, e lo dico contro i miei interessi — spiega Mardegan — dato che così facendo lancio una sfida diretta al signor Alfano, sull’elezione del segretario nazionale tramite primarie interne. Proprio come è successo nel Pd con Renzi».
Se in passato il centro destra si è contraddistinto per la presenza di un leader forte in cui tutto l’elettorato si è identificato, a mancare ora sembra sia proprio una figura di questo tipo. Sia a livello locale, nel caso di Milano, che nazionale. E Non è da escludere poi che queste condizioni possano coincidere: nel 2016 Milano andrà alle urne per scegliere il successore di Giuliano Pisapia, e Mardegan e soci non vogliono farsi sfuggire l’occasione per riconquistare la ribalta politica. Sul nome del possibile candidato poi non ci sono dubbi «Chi riuscirà a fare il candidato sindaco di Milano —ne è convinto Mardegan — paradossalmente potrà essere anche il leader del centro destra nazionale. Motivo per cui penso che Maurizio Lupi debba lasciare il Ministero e candidarsi per le amministrative di Milano del 2016 . Vi confesso che ci sono parecchie persone vicine a Forza Italia che lo voterebbero subito, così come alcuni miei amici del Pd mi hanno confessato che se si dovesse ricandidare Pisapia, paradossalmente la loro scelta ricadrebbe su Lupi. Ecco perché a mio avviso è lui l’uomo giusto per Milano».
Non manca poi la stoccata alla cosiddetta “vecchia politica”: «È il momento di avere coraggio e riprenderci il nostro spazio. Il problema è che chi è stato nominato tutta la vita in politica questo coraggio non ce l’ha. Perché abituato ad avere certe cariche date dalla nomenclatura, c’è invece tutta una base di classe dirigente, che è quella cresciuta politicamente con il consenso derivato dal lavoro fatto sul territorio, di cui l’Italia ha bisogno e su cui bisogna investire». Sono questi secondo Mardegan i dirigenti che devono scendere in campo e prendersi quello spazio «che nessuno in politica ti dà. Si parla tanto di meritocrazia ma il merito sta nel prendersi la scena. Specialmente l’ultima generazione politica, quella di Berlusconi, che noi abbiamo sostenuto non lo rinnego, e che ha deciso di sostenere la strategia di mettere in campo i fedeli e non le persone meritevoli».
Tornando al tema Milano, a chi lancia la suggestione di una sua possibile candidatura a sindaco della città di Expo 2015, Mardegan risponde solo con un sorriso. In ogni caso sembra che le idee su quali sarebbero le priorità da affrontare per il nuovo inquilino di Palazzo Marino, ce le abbia abbastanza chiare. Bocciata in toto l’amministrazione Pisapia, basata a suo avviso principalmente sull’aumento del costo dei servizi con l’obiettivo di far cassa, sull’introduzione dell’addizionale regionale, oltre che sulla gestione sbagliata della viabilità. Il coordinatore milanese di Ncd propone il suo personale cambio di rotta: per prima cosa le politiche familiari tornerebbero al centro della scena, poi andrebbe completamente rivisto il piano sulla viabilità (Area C, autovelox e telecamere agli incroci le questioni più spinose), modificato l’assetto societario delle municipalizzate, e infine ridiscusso il piano di integrazione dei cittadini stranieri.