Milano, continua la guerra contro la manager di Uber

Milano, continua la guerra contro la manager di Uber

Continua a Milano la guerra contro Uber. Mentre a mezzanotte di mercoledì 11 febbraio iniziano le assemblee dei tassisti contro abusivismo ed Expo, mercoledì mattina a Milano è comparso uno striscione contro Benedetta Arese Lucini, country manager per l’Italia di Uber, la app che offre un autista personale tramite pochi clic sullo smartphone. E non in un posto qualunque: il cartello è stato appeso ai fili della corrente elettrica di fronte all’abitazione della manager, con tanto di insulti accompagnati dall’indirizzo di residenza. La comparsa del poster, che chiama in causa anche l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Piefrancesco Maran, è solo l’ultimo attacco alla country manager di Uber. Ora vigili e polizia stanno cercando di risalire agli autori del gesto. Le colonnine gialle dei taxi in città già da tempo sono tappezzate con la faccia di Benedetta Arese Lucini, apostrofata come “Maledetta”. E qualche mese fa era comparso anche un manichino impiccato ai fili della luce con la scritta “Maran Go Home”, la faccia di Arese Lucini in una posizione oscena, e altri slogan contro Uber. Dopo la notte di assemblee, ora i tassisti minacciano scioperi e agitazioni prima e durante Expo. 

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