Dieci o venti milioni? Il mistero dei biglietti di Expo

Dieci o venti milioni? Il mistero dei biglietti di Expo

Non è per fare i gufi, ma chissà chi ha ragione tra Matteo Renzi e Giuseppe Sala, ad di Expo 2015 spa, sui biglietti venduti per l’esposizione universale. Renzi dichiara che l’obiettivo è vendere 10 milioni di biglietti (il che sarebbe un disastro…vedi sotto), mentre Sala dichiarava un obiettivo di 20-24 milioni. Per la cronaca a Shanghai nel 2010 ne hanno venduti 74 milioni.

Renzi dichiara che l’obiettivo è vendere 10 milioni di biglietti, mentre Sala dichiarava un obiettivo di 20-24 milioni. Per la cronaca a Shanghai nel 2010 ne hanno venduti 74 milioni

Stando a quanto dichiarato da Sala nei mesi scorsi, già a dicembre ne avevano venduti 7 milioni. Ecco la mitragliata di Sala alla stampa: il 19 dicembre al Sole 24 Ore: 7,2 mln venduti. 
Il 24 gennaio all’Ansa: 8 milioni di biglietti, di cui 5 all’estero e 3 in Italia.
 Il 3 marzo all’Ansa: i biglietti venduti sono 8,5 milioni.

Fossero veri i dati di Sala, l’obiettivo di Renzi dovrebbe essere facilmente centrato con i biglietti venduti a tutte le scolaresche del Nord Italia che una puntatina all’Expo di sicuro la faranno. Ma con 10 milioni di visitatori, l’Expo di Milano sarebbe il peggiore della storia.

Qualche numero storico su Expo

Se i visitatori fossero meno di 20 milioni non è ben chiaro se il ritorno economico privato possa considerarsi positivo

Il premier Renzi, visitando Expo, ha scatenato una ridda di voci sul reale obiettivo di numero di visitatori all’Expo Universale di Milano. Per il premer, sinora sono stati venduti 3 milioni di biglietti in Italia, e l’obiettivo sarebbe quello di raggiungere i 10. Negli studi preparatori alla manifestazione, come questo della SDA Bocconi, si era dato per scontato che i visitatori fossero nell’ordine dei 20 milioni, cifra che ha, ovviamente, un impatto diretto sulla ricaduta economica della manifestazione. Se i visitatori, infatti, fossero al di sotto di tale soglia, non è ben chiaro se il ritorno economico privato – diverso dai benefici pubblici che dovrebbero tenere sempre conto dei costi opportunità degli investimenti –  possa considerarsi positivo, almeno considerando la metodologia di stima usata nello studio sopra citato.

L’Expo del 1900 a Parigi, che portò in dote la Tour Eiffel, fu visitato da 50 milioni di persone, che se normalizzate per la popolazione dell’epoca risulta un numero astronomico

Ma come si è giunti a tale quantificazione? Guardando la serie storica dal 1850 in avanti, è facile notare come la varianza nel numero di visitatori sia la vera caratteristica dell’evento Expo. A titolo di esempio l’Expo del 1900 a Parigi, che portò in dote la Tour Eiffel, fu visitato da 50 milioni di persone, che se normalizzate per la popolazione dell’epoca risulta un numero astronomico. La Tour è poi divenuta un’attrazione di prima grandezza, e quindi siamo di fronte a uno di quei pochi casi in cui è pensabile che un grande evento abbia, in effetti, avuto un impatto duraturo sull’economia di un Paese, sebbene il controfattuale necessario alla stima sia difficilmente identificabile. Di fronte a tale successo no va però dimenticato che gli insuccessi sono altrettanto probabili, come dimostrano i 4 milioni di visitatori di soli 10 anni dopo a Torino: evidentemente la location e l’organizzazione dell’evento fanno la differenza, e il valore del marchio Expo non è di per sé sinonimo di successo di pubblico.

Dagli anni 80 la media di visitatori è scesa a 19 milioni e il rischio flop è in realtà aumentato

Un fatto da rimarcare è che il periodo d’oro delle esposizioni universali va dal secondo dopo guerra fino agli anni 80, con manifestazioni che hanno avuto un numero medio di visitatori pari a 32 milioni. Dagli anni 80 in avanti la media scende a 19 milioni e la variabilità, catturata dal coefficiente di variazione maggiore di uno, dimostra come il rischio flop sia in realtà aumentato: è forse dalla media recente che gli organizzatori hanno stimato il potenziale dell’Expo milanese? Perché, allora, non considerare anche il rischio più alto di insuccesso insito nei dati? Infatti, ai 42 milioni di Siviglia nel 1992 o ai 73 milioni di Shanghai, si sono alternati i 18 milioni di Hannover, da tutti considerato un grande insuccesso. Le cifre milanesi sono più vicine a quest’ultima manifestazione che non a quella cinese – anzi vi è da dire che per ora sono addirittura al di sotto. Siamo certi si possa chiamare un successo?

I numeri delle edizioni precedenti:

WORLD EXPO OSAKA 1970: 64 milioni


WORLD EXPO SIVIGLIA 1992: 42 milioni


WORLD EXPO HANNOVER 2000: 18 milioni (considerata un grande flop)


WORLD EXPO SHANGHAI 2010: 73 milioni

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