Se la radio, data per morta più di una volta, sta invece vivendo una nuova grande stagione (se ne è diffusamente parlato a Radio Days Europe a Milano dal 15 al 17 marzo), il merito è anche di internet dove vanno aprendosi imprevisti spazi di sviluppo e sperimentazione. In questa ennesima primavera è sbocciata l’invenzione di un giovane ingegnere, Fabrizio Mondo, per residenza e per lavoro sospeso tra le due isole di Sicilia e Sardegna, che ha ideato il web radio comando.
Un circuito, reso pubblico a inizio febbraio, dove sono raccolte un centinaio di emittenti nate solo per il web, ma anche tradizionali
Di che si tratta? In pratica è un circuito, reso pubblico a inizio febbraio, dove sono raccolte un centinaio di emittenti (nate solo per il web, ma anche tradizionali: per dire, ci sono i canali Rai, Radio Deejay, Radio Capital…). Si presenta nella sua homepage come un telecomando, con i tasti numerati, attraverso i quali comporre il canale: a ogni radio ne è assegnato uno, basta così scrivere la cifra e saltare da una postazione all’altra.
Spiega Mondo: «Aggregatori del genere c’erano già prima, noi abbiamo introdotto la maggiore fruibilità della struttura e la possibilità di avere un’offerta molto ampia entro cui scegliere». In poco meno di quaranta giorni le emittenti raccolte (le più piccole si sono iscritte, le grandi sono state iscritte avendone avuto informazione, e non hanno ovviamente opposto obiezioni, essendo tutto traffico in più) hanno intercettato oltre diecimila utenti unici giornalieri.
«Come sempre accade, – dice Mondo – sulle prime le radio diffidavano, ciascuno con l’identico sospetto: quello di favorire il concorrente. Poi hanno invece tutti capito che ognuno benificia del cosiddetto ’effetto gregge’, cioè gli ascoltatori a un certo punto tendono a muoversi tra più stazioni: in tal modo a guadagnare ascoltatori non è solo una radio, ma un gruppo di radio».
Iscriversi al circuito è gratis, e lo sarà sempre, ma non lo saranno i servizi che sul circuito saranno sviluppati
Iscriversi al circuito è gratis, e lo sarà sempre, ma non lo saranno i servizi che sul circuito saranno sviluppati, a partire dalla promozione dei contenuti delle singole emittenti e dal rilevamento degli ascolti (sul posizionamento nelle classifiche degli ascolti si gioca il potere contrattuale di un’emittente, e non mancano le botte da orbi, l’ultima tra Radio Deejay e Radio 105 – ne dà conto lo stesso Mondo sul suo seguito blog).
Mondo ha in mente, una volta che l’iniziativa si sarà implementata, di gestire la presenza delle emittenti secondo il criterio del beauty contest, un po’ come è accaduto nella tv digitale. «Ma non ci sarà alcuna interferenza sulla conduzione editoriale della singola emittente – spiega Mondo – Le uniche condizioni che chiediamo sono una compatibilità dei contenuti con le leggi: una radio dell’Isis non la accettiamo, per dire; una qualità tecnica della trasmissione: le voci e la musica si devono sentire bene; e infine la continuità nelle trasmissioni: la radio funziona 24/7, quello è lo standard minimo, non accettiamo chi vuole lavorare solo coi podcast. Al di là di queste tre soglie di ingresso, ognuno fa quel che vuole, con i mezzi che vuole».
Ormai il web abbonda di informazioni su come farsi la propria web radio
Ormai il web abbonda di informazioni su come farsi la propria web radio. «È vero, è una tecnologia che si sta diffondendo rapidamente. Naturalmente, come tutte le cose, se la vuoi fare proprio a zero spese, non credo potrai mai fare una radio competitiva. Tuttavia, con i giusti investimenti e soprattutto le giuste idee, soprattutto editoriali, ci sono tutte le possibilità perché nascano nuovi broadcaster, nuovi gruppi industriali, e che ci sia anche un ricambio degli speaker e dei personaggi che oggi dominano l’etere».
Mondo, una radio tutta sua, non pensa di crearla, vede il proprio futuro più nella gestione dell’infrastruttura. «Alle volte – spiega Mondo – per scherzare mi immagino come Bastianich di Masterchef: ne capisce di cucina anche se non è uno chef; lo stesso vale per me con la radio». Per Mondo, nato a Palermo nel 1985, le prime esperienze nel settore cominciano una decina di anni fa, sempre con l’occhio puntato sulla tecniche di trasmissione. Poi la laurea in Ingegneria Informatica (da bravo ingegnere nel suo curriculum è con alto senso della precisione indicata anche la tesina fatta per la maturità scientifica: “La crisi della Scienza”, tanto per informazione), poi l’impiego nell’Agenzia delle Entrate a Cagliari. «Ma tra dieci anni mi immagino più alle prese con le radio di domani che nel servizio allo Stato, attività che pure mi piace molto».
Intanto coltiva la sua passione per le web radio, «e devo dire che con la Sardegna son capitato bene: c’è una grande vivacità in regione in questo settore, credo sia una reazione all’isolamento. I sardi con gli emiliani, i primi a sperimentare nel campo, per me sono oggi i numero uno, aggiungendo Milano, soprattutto perché è un riferimento economico e vetrina imprescindibile: penso ai Radio Days ma anche al Fru, il Festival delle radio universitarie».
E rimanendo in ambito accademico, se gli si chiede quanto abbia contato per lui l’Ingegneria, Mondo così risponde: «Da un punto di vista teorico, niente da dire, anche se il processo formativo tende sempre a ricreare sullo studente la reinvenzione della ruota, c’è poca attenzione verso l’innovazione. L’ingegnere informatico non può essere considerato un muratore dell’informatica: credo servirebbe sviluppare l’imprenditorialità dell’ingegnere, la sua capacità di essere attore nell’impresa».
Ovviamente bocca cucita se si chiede all’ingegner Mondo quale sia la sua radio preferita, «ne dico una e tutti gli altri se la prendono»; quanto ai gusti da ascoltatore, la predilezione è senza dubbio per la musica, in particolare la dance e l’elettronica. Genere verso cui si canalizza il grosso delle preferenze giovanili, secondo una tendenza talmente importante che anche Google ci ha messo attenzione, cominciando a rilevarne i flussi e le qualità: «Questa può essere – aggiunge Mondo – un’indicazione di business, se si pensa a cosa fare con la webradio. Ma in ogni caso non sottovaluterei l’informazione, che è molto cercata, ma a patto che non sia generalista: io credo che lì funzioni la nicchia, l’offerta verticalizzata, che crea una fedeltà profonda da parte dell’ascoltatore».