Un milione di autiste donne entro il 2020. Uber, la società californiana che crea non pochi problemi ai tassisti di tutto il mondo, ha stipulato una partnership con Un Women, l’organizzazione delle Nazioni unite per l’uguaglianza di genere e la legittimazione del ruolo delle donne, impegnandosi a inserire un milione di donne driver sulla propria piattaforma in cinque anni. «Intendiamo investire in programmi a lungo termine all’interno delle comunità locali nelle quali viviamo e lavoriamo», hanno spiegato i leader della società californiana. L’annuncio arriva in occasione del 20esimo anniversario delle dichiarazione di Pechino del 1995 sull’uguaglianza di genere.
La partnership consiste nell’intercettare le donne nei posti in cui Un Women e Uber sono presenti. L’agenzia delle Nazioni Unite è dislocata in 48 Paesi, Uber in 55. «Non deve esistere alcun gap nelle opportunità basato sul genere», ha detto durante la presentazione Salle Yoo, general counsel di Uber. E Uber «vuole fare la differenza».
A dicembre 2014, Uber aveva 162mila driver attivi negli Stati Uniti, di cui il 14% donne. Le tassiste attive negli States sono invece solo l’1 per cento. La flessibilità delle modalità di lavoro di un autista di Uber ben si adatterebbero alla necessità di flessibilità degli orari per conciliare lavoro e famiglia. Lavorare per Uber non richiede un monte ore minimo giornaliero, né un orario fisso da seguire.
La flessibilità delle modalità di lavoro di un autista di Uber ben si adatterebbero alla necessità di flessibilità degli orari per conciliare lavoro e famiglia
Durante la presentazione della partnership, sono state ascoltate le testimonianze di due driver di Uber provenienti da Nairobi e Londra. Il fatto di poter decidere «quando e per quanto tempo guidare» per entrambe ha rappresentato «un cambiamento di vita» e una forma di «indipendenza economica», hanno raccontato. A questo si aggiungono due fattori di sicurezza importanti per un’autista donna: tutto il lavoro avviene senza transazioni denaro contante e ogni cliente viene precedentemente identificato tramite l’applicazione.
Va ricordato, però, che la sicurezza resta un problema per autisti e clienti Uber. La società è stata molto criticata per le numerose molestie sessuali subite dalle clienti da parte degli autisti uomini. E negli Stati Uniti molte driver sono state vittime di molestie da parte di passeggeri che avevano ottenuto il loro numero di telefono tramite il servizio di lost and found della applicazione. In India, invece, è stato messo a punto un pulsante antipanico in caso di pericolo di stupro, da usare sia per i clienti sia per gli autisti. Lo sviluppo di dispositivi di sicurezza sarà di sicuro uno dei fattori determinanti per il successo della partnership tra Un Women e Uber.