Mps: il tetto allo stipendio che non vale per Viola

Mps: il tetto allo stipendio che non vale per Viola

Se qualcuno pensa ancora che esista una stretta correlazione tra stipendi dei banchieri e risultati aziendali, dovrebbe considerare la vicenda del Monte dei Paschi di Siena. 

La Commissione Europea, quando era ancora il commissario Joaquìn Almunia, aveva imposto alla remunerazione dell’Amministratore Delegato, Fabrizio Viola, un tetto massimo di 500.000 euro annui a causa degli aiuti di Stato ricevuti con i cosiddetti Monti Bond. Per la Commissione Europea, se una Banca si salva grazie ai soldi dei contribuenti, un pò di moderazione e sobrietà da parte dei vertici dovrebbe essere d’obbligo.

Le indicazioni dell’Europa sono state rispettate? Giudicate voi. Nel 2013, il Signor Viola riceveva 402.000 euro in qualità di Amministratore Delegato. Perfetto, no? Il problema semmai è che a tale stipendio si sommava quello di Direttore Generale, pari a 1,389 milioni di Euro. La somma dei due, portava a uno stipendio pari a 1,791 milioni di euro. Va rilevato come già allora, nel 2014, si sollevò una polemica sul fatto che la remunerazione non rispettasse il tetto dei cinquecentomila euro. Il Codacons pose il problema e ricevette in cambio questa risposta (vale la pena riprendere il comunicato stampa per esteso): «La Banca d’Italia e il ministero dell’ Economia (…) hanno convenuto che fosse equo e corretto inserire nei commitments del piano, congiuntamente al salary cap di 500mila euro, una previsione che mantenesse sostanzialmente indenne Viola relativamente ai suoi compensi per il 2014 attraverso una tantum da effettuare entro il 2014. Viola tuttavia si dovrà accontentare dei 500mila euro nell’eventualità in cui non si realizzasse l’aumento di capitale di Banca Mps e non venissero rimborsati i 3 miliardi di Monti Bond entro l’ anno».

L’aumento di capitale c’è stato, nel 2014, ma i 5 miliardi raccolti sono stati bruciati nel giro di pochi mesi a causa dei risultati degli stress test dell’Autorità Bancaria e della Banca Centrale Europea che hanno individuato in Montepaschi la banca più debole del sistema europeo. Per gli azionisti che hanno aderito all’aumento di capitale è stato un disastro. 

Ecco, di fronte ad una Caporetto finanziaria di queste proporzioni, ci si sarebbe aspettati, almeno per il 2014, il rispetto sostanziale – e non solo formale – del tetto alla retribuzione. Invece, scopriamo dalla relazione sulla remunerazione di Mps pubblicata il 20 marzo 2015 che la retribuzione dell’Amministratore Delegato Viola, anche nel 2014, ha veleggiato ben al di sopra dei 500.000 euro: ai 322.200 euro per il ruolo di Amministratore Delegato si sono aggiunti altri 983.865 euro come Direttore Generale. 

Nessuno mette in dubbio che la poltrona di amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena sia tra le meno invidiate. Eppure, Il Presidente dello stesso istituto, Alessandro Profumo si è allineato alle indicazioni europee limitando il proprio emolumento a circa 85.000 euro, di molto inferiore alla media di mercato e alla responsabilità assunta con una banca come Mps. Perchè Viola non l’ha fatto?

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