Portineria MilanoAltro che sfamare il mondo, l’Expo aiuterà a regolarizzare la prostituzione

Altro che sfamare il mondo, l’Expo aiuterà a regolarizzare la prostituzione

Dopo il cibo, il sesso. Se all’interno di Expo 2015 si lavora e si discute su come nutrire il pianeta e sconfiggere la fame nel mondo, su quello che gira all’esterno della manifestazione universale di Milano, invece, la politica si è messa al lavoro per regolamentare la prostituzione. Del resto, secondo alcune stime, si prevede che nel capoluogo lombardo in questi sei mesi arriveranno dalle 15mila alle 30mila prostitute in più. Un dato “normale”, secondo il gruppo parlamentare bipartisan che da mesi sta portando avanti a Montecitorio diverse proposte di legge in materia, soprattutto se si considera la crescita del mercato durante altri grandi eventi come i Mondiali di calcio in Germania del 2006. Ma si tratta di numeri impressionanti se si calcola che in tutta Italia si prostituiscono in totale circa 70 mila prostitute, 50 mila di origine straniera e 20 mila italiana: per l’esposizione universale l’aumento è di quasi il 50%. I clienti italiani sono circa 9 milioni, per un giro d’affari da 5 miliardi di euro.È una questione di non poco conto che ha già visto schierarsi la Lega Nord di Matteo Salvini e che adesso vede aprire un dibattito pure nel centrosinistra.

A Milano in questi sei mesi arriveranno all’incirca dalle 15mila alle 30mila prostitute

Proprio per questa concomitanza con Expo, infatti, il consiglio della Città Metropolitana di Milano di Palazzo Isimbardi ha aperto le porte ai deputati Stefano Dambruoso e Pierpaolo Vargiu di Scelta Civica e Maria Spillabotte del Partito Democratico. Si tratta di un primo incontro con le associazioni, da Pia Covre del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute a Yuri Guaiana dell’associazione radicale Certi Diritti, per aprire un dibattito su un tema spesso spinoso e mai del tutto affrontato in Italia, divisa tra i proibizionisti e chi invece vorrebbe risolvere le contraddizioni normative su una professione di fatto legale. Nulla a che fare con l’iniziativa di Matteo Salvini della Lega Nord che sta raccogliendo le firme per abolire la legge Merlin («Salvini dovrebbe ricordarsi che il suo collega di partito Maroni era a favore della legge Carfagna» ricorda Vargiu), si tratta invece di portare avanti le diverse iniziative parlamentari che vogliono provare ad affrontare in modo più articolato il mestiere dei cosiddetti «sex workers», come li ha definiti Annalisa Chirico autrice del libro «Siamo tutti puttane» (Marsilio). Ormai sono più di cento i parlamentari che hanno aderito. «Bisogna avere il coraggio di affrontare con pragmatismo in Parlamento i temi della dignità della persona e del rispetto delle regole sanitarie, fiscali e di ordine pubblico, contrastando illegalità e sfruttamento» dicono i deputati.

La grande contraddizione è che a opporsi all’educazione sessuale sono spesso padri di alunni che poi vanno a prostitute

La proposta parlamentare è nota: prevede di approvare una normativa nazionale che comprende l’iscrizione alle camere di commercio e l’assoggettamento al regime fiscale e previdenziale per chi esercita questa attività. Ma c’è anche altro. Secondo Spillabotte resta aperto il tema dell’educazione sessuale in Italia, un Paese che rispetto agli altri in Europa non ha mai superato questo tabù nelle scuole. «È qualcosa di fondamentale per prevenire il consumo del sesso», ha spiegato. «Serve l’introduzione di distributori di profilattici. E la grande contraddizione è che a opporsi sono spesso padri di alunni che poi vanno a prostitute».

Dall’inizio della legislatura sono state depositate almeno dodici proposte di legge per affrontare il problema prostituzione. E il dibattito è ancora aperto, tra chi vuole colpire la tratta delle schiave del sesso e chi vuole lasciare la libertà di svolgere questo lavoro pagando le tasse. Con Salvini non c’è dialogo. «Riaprire le case chiuse non è la soluzione» afferma il deputato Vargiu, «e non lo era per la Lega che nel 2009, al governo, con Maroni ministro dell’interno, firmò un ddl contro la riapertura della case». Trovare una quadra non sarà facile, ma nella Milano di Expo 2015 tutto è possibile. 

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