Il clavicembalo ben temperato, se fosse un’architettura

Il clavicembalo ben temperato, se fosse un’architettura

Nel 1722 Johann Sebastian Bach cominciò una delle sue opere più ambiziose: il Clavicembalo ben temperato. È una raccolta di 48 composizioni, suddivisa in due libri di 24 composizioni ciascuna, che consistono in un preludio e una fuga per ogni tonalità possibile, sia maggiore che minore. Il clavicembalo deve essere “ben temperato”, cioè bene accordato.

Questa non è solo una raccomandazione di buon senso per chi volesse suonare senza stonare, ma una precisa scelta di campo da parte del compositore tedesco. All’epoca gli strumenti non seguivano un sistema di accordamento standard, come oggi. Ne esistevano diversi e, secondo alcuni studiosi, con la sua opera Bach aveva voluto appoggiare la proposta di un particolare tipo di temperamento, all’epoca non ancora molto in voga (che sarebbe poi il padre del moderno temperamento equabile).

La questione, in realtà, potrebbe essere più complessa, ma per ogni approfondimento questo è un buon inizio.

Qui si intende parlare, invece, della traduzione in termini architettonici e filmici del lavoro di Bach, che è questo filmato. Lo ha realizzato Alan Warburton, su commissione di Sinfini, e combina scultura minimale e notazione grafica, in un percorso architettonico suggestivo che vale la pena seguire.

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