In questi giorni sta girando la pubblicità di una nuova tipologia di prodotti derivati, confezionati apposta per un pubblico retail. I derivati somigliano sempre un po’ ai giochi d’azzardo e questo dipende dalle proprietà stocastiche delle variabili finanziarie sottostanti. Ma in questo caso la componente di azzardo è assolutamente preponderante. Come vedremo, siamo di fronte alla versione ultra-tecnologica di “capita aut navia“, volgarmente … “testa o croce”. E questo fa immediatamente venire in mente la domanda che Luigi Zingales ha posto all’ultima riunione annuale della American Finance Association: “Does Finance Benefit Society?”.
Sostanzialmente, questo prodotto è un’opzione binaria che nella versione UP consente di guadagnare se una certa azione (o un indice o una valuta o una materia prima) sale durante un intervallo di tempo prestabilito. Nella versione DOWN, si scommette sul ribasso e quindi vale il contrario. Fino a qui, nulla di strano. La cosa peculiare (oltre alla “confezione” del prodotto di cui parleremo dopo) è la lunghezza dell’intervallo di tempo: da un minuto fino ad un massimo di 24 ore! Se il giocatore (è proprio il caso di chiamarlo così) sceglie “1 minuto” come orizzonte, guadagna l’80% della somma puntata se dopo un minuto il prezzo è salito. Se viceversa il prezzo scende, allora perde tutto. Le puntate sono fisse e possono essere di poche decine di euro.
In questi giorni sta girando la pubblicità di una nuova tipologia di prodotti derivati. Prodotti che somigliano sempre un po’ ai giochi d’azzardo, ma in questo caso la componente di azzardo è assolutamente preponderante
Dal momento che su orizzonti temporali così brevi (da un minuto ad un massimo di un giorno) le variazioni di prezzo sono puramente casuali, il meccanismo sopra descritto è equivalente a giocare a testa o croce. Le probabilità che il prezzo salga o scenda sono esattamente pari al 50% e, quindi, il banco (ops… la banca) guadagna mediamente il 10% delle somme. Infatti, nell’esempio di cui sopra, se il prezzo sale, il banco perde 80; se il prezzo scende, il banco guadagna 100. Per il giocatore, siamo molto vicini alle percentuali di perdita attesa delle VLT (dove si perde il 12,5% delle somme giocate). Ma per il banco è molto meglio così che con le VLT, perché nel caso delle VLT il 50% circa delle perdite del giocatore va allo Stato.
Se vediamo la “confezione” del prodotto, le analogie con il gioco d’azzardo crescono ancora di più. Per giocare non bisogna accedere ad una Borsa o effettuare complicate operazioni, si scarica una “app” sul proprio smartphone e si possono visualizzare le icone dei brand noti delle aziende quotate su cui si potrà poi scommettere: ad esempio, la mela per la Apple. Cliccando sull’icona della mela, basta decidere la puntata, l’intervallo di tempo e la direzione (UP/DOWN) et voilà, con un “tap”… les jeux sont fait!
Non c’è bisogno di alcuna conoscenza finanziaria. Facile quasi come giocare ad una slot. Con il vantaggio che si può giocare ovunque: in metropolitana, comodamente nel proprio letto o in fila alla Posta. Dopo solo 1 minuto si sa se si è vinto o se si è perso e, prima ancora che la fila si esaurisca, si può giocare ancora 10, 20 o 30 volte.
Una domanda interessante che bisognerebbe porsi è se questo tipo di operazioni finanziarie non sia da considerare un gioco d’azzardo e in quanto tale debba essere regolamentato dalla normativa specifica
Una domanda interessante che bisognerebbe porsi, oltre a quella di Zingales, è se questo tipo di operazioni finanziarie non sia da considerare un gioco d’azzardo e in quanto tale debba essere regolamentato dalla normativa specifica. Il che significa che la banca dovrebbe ottenere una concessione, il gioco dovrebbe essere approvato, la fiscalità dovrebbe essere quella dei giochi d’azzardo… Ma la vera domanda è: Consob e Banca d’Italia se la faranno mai questa domanda?