Bisogna approfondire il significato di «lavorare» per capire il porno attraverso gli occhi di Giampiero Mughini, per comprendere fino in fondo l’importanza sociale, economica e intellettuale di un genere che nel XXI secolo è ormai diventato di dominio popolare, non più di nicchia o di avanguardia come accadeva negli anni ’50 o ’60. In quell’Italia dove, ricorda lo scrittore e giornalista: «Ci si imbarazzava per un cartellone pubblicitario. Un mio amico mi ha confessato di essere rimasto turbatissimo da giovane di una pubblicità dove un uomo metteva le mani sui fianchi di una donna». E «lavorare», in modo alto e che ha a che vedere con l’arte dell’interpretazione, artistico, è quello che fa un attore come Rocco Siffredi nei suoi film. Oppure il lavorare di quattro uomini che fanno l’amore con una donna, ciò che può risultare talvolta volgare e ripetitivo ma talvolta molto attizzante. «Nessun essere umano rifiuta la realtà e la tentazione del porno, di ciò che è molto marcato nell’esibire i momenti della vita sessuale torrida. Sarebbe come non sapere chi è Marcel Proust o non conoscere la più bella attrice porno del momento, l’incantevole americanina Tory Black. Siffredi mi ha raccontato che lei con quel mondo non c’entra nulla. È una sorta di milanese chic che adesso si è sposata con un ragazzo di colore e vuole fare la giornalista. Ci riuscirà senz’altro, non credo peggio di Selvaggia Lucarelli».
Secondo Mughini c’è una scena di un film di Siffredi che coglie alla perfezione la risolutezza e l’ironia dell’attore abruzzese. «Una ragazza entra con una telecamera in una stanza. A venti metri di distanza c’è Rocco che sta lavorando su un’altra ragazza. Lui si gira e percorre venti metri a piedi nudi per andare incontro alla prima. Venti metri a pendaglio sguainato e col sorriso di chi la sa lunga in faccia. Grandioso!». Mughini, tra gli ultimi intellettuali rimasti in Italia, ha da sempre sdoganato il genere, ad esempio con un libro Sex Revolution, uscito nel 2008. È uno che dice sempre quello che pensa. È vero e reale nel senso del termine. È un indipendente. E sulla materia ha già raccontando tanto, sia di essere un frequentatore di siti porno sia aver subito un’operazione alla prostata, che come dice lui «mi ha fatto ridisegnare il mio panorama sessuale e va bene lo stesso. D’altra parte non avevo alternative, se non quella di morire di tumore».
Ormai il porno è mainstream, è pop, non è più un’avanguardia come negli anni ’70 e ’80…
Mi pare evidente. Il web ha moltiplicato per un miliardo i materiali che di cui disponevamo noi trentenni.. Noi per comprare le prime cassette porno dovevamo andare, rasentando i muri, in negozi aperti due ore al giorno. Adesso sul web qualsiasi adolescente o persona matura o coppia desiderosa di emozioni forti può accedere a un materiale di livello impressionante.
Il porno è anche nella letteratura? 50 Sfumature di Grigio è un cult…
Quel libro è una puttanata, come ce ne sono sempre state in tutti i campi. Letteratura per casalinghe che vorrebbero attizzarsi. Appartengo a una generazione che ha avuto la fortuna di comprare e leggere, fresco di stampa, un capolavoro della letteratura francese quale Histoire d’O (di Domenique Aury, 1954)
Altri tempi, quelli, non credi?
L’epoca era quella dell’erotica spavalda. In quel contesto era da avanguardia andare a leggere un libro raffinatissimo come Histoire d’O, oppure un libro seppure di qualità letteraria inferiore come Emmanuelle. In quegli anni io facevo a Catania una rivista da ventenni ribelli degli anni ’60, dove pubblicai un testo su Emanuelle, scritto da un mio amico francese espertissimo in materia, Paul-Louis Thirard. Lo pubblicai quando Emmanuelle era ancora un libro clandestino. Poi quando venne pubblicato da un editore parigino, a fare da prefazione era il testo di Thirard tratto dalla mia Giovane Critica….
Pensa che cosa è stato il sesso e l’erotica per Andy Warhol o per i “lettristi” francesi, per uno come Isidore Izou… tutta roba d’avanguardia.
Bel colpo…
In quegli anni c’era tantissimo, e in tutti i linguaggi artistici. Se tu vai a vedere tutti i movimenti dell’avanguardia del tempo c’è un sacco di materiale. Pensa che cosa è stato il sesso e l’erotica per Andy Warhol o per i “lettristi” francesi, per uno come Isidore Izou… tutta roba d’avanguardia.
C’è poca Italia in quel che racconti. Come mai?
La Francia aveva su di noi un vantaggio culturale di cinquant’anni, l’Italia era in una situazione penosa. n tutto e per tutto c’era una rivistina di nome Mascotte, un mensile la cui massima audacia era quella di mostrare delle donnine in sottana. Quando io andavo a comprare l’Unità per mio nonno comunista, prendevo Mascotte e la mettevo dentro l’Unità per non farla vedere. I primi numeri di Playboy che a Catania erano proibiti li compravamo in un’edicola rifornita da un pilota dell’Alitalia che faceva le rotte transatlantiche. Le copie erano cellofanate, robetta da ridere se paragonate a quello che oggi sbirciamo tutti i giorni su giornali e tv popolare dove le ragazze discinte vengono messe in vetrina a dismisura. Ma erano proibiti. E dobbiamo ancora ringraziare disegnatori come Andrea Pazienza o Milo Manara che le raffigurazioni erotiche hanno cominciato a circumnavigarle stupendamente fin dagli anni Settanta.
Pure sul cinema l’Italia ha sempre fatto molto poco…
C’è Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, che è un film italiano. Oppure in Italia c’era il sesso di tipo “guardone”, quello delle cameriere alla Laura Antonelli che la macchina da presa riprendeva dal basso mentre salivano sulle scale…
Cos’è cambiato negli anni ’80?
Io ho iniziato a comprare cassette in quegli anni, quando compravi videocassette che avevano a protagonista la splendida Tracy Lords. Anche gli attori uomini erano super. Ce n’era uno di cui non ricordo il nome che era un collezionista d’arte, un intellettuale, che non aveva nulla dello stallone… intellettuale…Tracy diceva che fare l’amore con lui era fantastico.
Alla fine è arrivato Rocco…
Siffredi rientra nell’erotica di qualità perché è stato il più grande attore porno dopo l’americano John Holmes, ma non inferiore a lui, tutt’altro. Rocco ha interpretato il porno con sapore mediterraneo, con ironia, con risolutezza. E a parte il fatto che è un uomo molto piacevole da incontrare e con cui chiacchierare, meglio della metà dei giornalisti che conosco.
Come si è riflesso tutto questo sulla società italiana?
Rocco è divenuto un personaggio popolare, che fa televisione popolare, che gira con la moglie ai vernissage d’arte come di recente alla mostra romana di Lachapelle, Rocco ha fatto molto per sdoganare il porno, che veniva considerato miserevole e volgare. Certo che ci sono tanti film porno miserevoli e volgari, così come ci sono tanti romanzi brutti o idee politiche idiote, tipo quelle del Movimento Cinque Stelle
Ma non è che tutto questo porno ha poi influito sugli usi e costumi? Ora si parla sempre più di scambismo…
Sono due livelli completamente diversi. Nel porno siamo ancora al livello dell’immaginazione: al fatto che nella mente mia o di qualsiasi altro accadono dei tumulti largamente positivi. Lo scambismo significa arricchire, speziare la vita reale con altre situazioni e con altri partner. Io non ho nulla contro chi lo fa. Credo che a coppie consenzienti faccia solo bene. Il punto è un altro. Bisogna partire da questa idea che l’erotica è un universo molto grande, e più ne percorri di quell’universo meglio è. Te ne parla uno che tutte le volte che ha proposto ad amiche, dei frammenti dell’universo porno loro andavano in estasi. Feci vedere a una giovane amica un porno con Tracy Lords. Guardandolo, e senza che nessuno la sfiorasse, è venuta quattro volte di seguito. A mio modo di vedere, qualcosa di molto positivo.
Certo che ci sono tanti film porno miserevoli e volgari, così come ci sono tanti romanzi brutti o idee politiche idiote, tipo quelle del Movimento Cinque Stelle
C’è anche Valentina Nappi in Italia. Cosa pensi di lei?
Valentina Nappi è un’esibizionista che si autopromuove. Esattamente quel che fa fuori dal porno, e ammesso che i confini tra ciò che è porno e ciò che non lo è. La Nappi si è esibita in un dialogo filosofico su Micromega dove aveva dirimpetto un tale cretino che lei ci ha fatto una gran figura.
E la politica? Negli ultimi anni c’è stato Silvio Berlusconi, il Bunga Bunga, la sinistra che lo attacca…
Destra e sinistra non c’entrano niente. C’entra semmai il costume. La sinistra ha attaccato Berlusconi perché era Berlusconi, la sinistra trovava qualsiasi mezzo per andare contro il Berlusca. Detto questo, le riunioni arcoriane con quelle fanciulle raccattate all’ingrosso, mi pare che di erotico non avessero nulla di nulla. Personalità femminili come le gemelle De Vivo, la Polanco o Barbara Guerra di erotico hanno poco o niente se tieni presente che mai l’erotismo può essere disgiunto da una certa eleganza dell’anima e dei modi.
Gaspar Noè, regista francese, del suo ultimo film Love dice: «Il sesso è la seconda cosa più bella del mondo, bisogna mostrarlo». Sei d’accordo?
Sì, solo che non è facile affatto. Quanto più semplice è più è difficile, perché sennò sarebbero capaci tutti. Il sesso è così invitante da farti cadere facilissimamente nel banale e nel fasullo. Tracy Lords ad esempio nei suoi dava l’idea che le piacesse da morire, anche se poi s’è inventata che fingeva e lo faceva solo per soldi. Interpretare il porno non è facile, non tanto più facile che interpretare Shakespeare. Mettere in scena uomini e donne che ci danno sotto è difficilissimo. E poi è un gran danno che a parlare di porno e di erotica siano spesso degli imbecilli e delle imbecilli. E tanto più in un mondo in cui più la spari grossa, in fatto di ipocrisia e di menzogne intellettuali, e meglio è.