Portineria MilanoAltro che Salvini, Berlusconi pensa a Zaia come leader del centrodestra

Lo scenario

Matteo Salvini canta vittoria per il successo in Veneto e il buon risultato in Liguria. Ma il difficile, per il leader della Lega Nord, arriva adesso. Perché non è tutto oro quel che luccica. In via Bellerio, sede del Carroccio, la parte moderata del partito – quella vicina al governatore lombardo Roberto Maroni – inizia a pensare che se Salvini non dovesse abbandonare le sue posizioni estremiste di destra, troppo vicine a Marine Le Pen, la speranza di una nuova leadership nazionale sarebbe proprio il vincitore in Veneto, Luca Zaia, gradito anche al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. «Un galantuomo», lo ha definito qualche giorno fa l’ex Cavaliere.

Sì, la riconferma a palazzo Balbi – sede della regione Veneto – dell’ex ministro per l’Agricoltura segna, a detta di molti leghisti, la nascita di un nuovo leader. Moderato e, soprattutto, con i voti. Sarebbe «il possibile riunificatore di un centrodestra a brandelli e in cerca di identità». Del resto, la lunga cavalcata elettorale «dell’altro Matteo», passata a pigliare uova dai centri sociali in giro per l’Italia, ha permesso al movimento padano di arrivare davanti a Forza Italia in tutte le regioni, ma i numeri della Lega Nord non sono così entusiasmanti.

C’è chi, dentro al movimento padano pensa a Zaia come unica alternativa possibile alla deriva estremista di Salvini

Rispetto al 2010, il Carroccio ha quasi dimezzato il suo consenso elettorale. In quel marzo di cinque anni fa la Lega arrivò al 35%, mentre Forza Italia era al 24%. Ora i padani sono al 17%, il partito di Silvio Berlusconi è al 5%. Certo, sono gli azzurri a subire la sconfitta più pesante, ma resta evidente che il vero vincitore è Luca Zaia, che con la sua lista civica arriva a essere il primo partito in Veneto. L’ipotesi di una leadership nazionale di Salvini perde colpi, anche perché lo stesso segretario padano, a quanto si racconta nei corridoi di Bellerio, ha capito di non poter concorrere contro Renzi e batterlo a livello nazionale.

Il governatore di Treviso, dal canto suo, mantiene al solito sobrietà nel gridare vittoria, annuncia che adesso «la Lega potrà conquistare anche il Sud e occuparsi dell’Italia». Non è un caso che Zaia abbia subito detto che «è Matteo Salvini l’unica alternativa a Matteo Renzi», come fanno notare i leghisti più attenti. Perché c’è già chi, dentro al movimento padano, lo sta cercando come unica alternativa possibile alla deriva estremista salviniana. D’altra parte, il fronte moderato dentro la Lega dopo la vittoria di Zaia si rafforza. Maroni canta anche lui vittoria e sottolinea come la Lega sia il primo partito davanti a Forza Italia.

La campagna elettorale di Tosi è stata un fallimento, tanto che invece di rubare voti al centrodestra li ha sottratti allo stesso centrosinistra di Alessandra Moretti

In vista delle elezioni politiche, in ogni caso, potrebbero cambiare molte cose. Di certo c’è che a decidere quando andare a votare sarà Matteo Renzi, premier e segretario del Pd, che dopo questa piccola battuta d’arresto potrebbe cercare al più presto di capitalizzare un consenso che inizia a sgretolarsi mese dopo mese. Si voterà nel 2016? Di certo in quell’anno si andrà alle urne a Milano per le comunali, e qui potrebbe esserci il primo nodo da sciogliere. Salvini potrebbe essere l’unico candidato nel capoluogo lombardo capace di vincere contro un centrosinistra spaccato, dove avanza l’ombra di Pippo Civati come possibile outsider, lo spettro Podemos che continua ad aggirarsi dopo la vittoria di Giovanni Toti contro Stefania Paita in Liguria.

Salvini candidato a Milano e Zaia verso la sfida alle primarie di centrodestra? Fantapolitica forse, c’è ancora tempo. Ma per il presidente del Veneto ora la strada sembra in discesa. Non c’è più, tra gli ostacoli, quello rappresentato da Flavio Tosi, il sindaco di Verona uscito dalla Lega qualche mese fa in dissenso con Salvini. La campagna elettorale del primo cittadino scaligero è stata un fallimento, tanto che invece di rubare voti al centrodestra li ha sottratti allo stesso centrosinistra di Alessandra Moretti. Non c’è neppure più Angelino Alfano, ormai ridotto a comparsa dopo l’ennesimo fallimento di Ncd. E, insomma, lo schema alcuni leghisti moderati lo hanno già fatto. E lo dicono a microfoni spenti. «Salvini resterà segretario e correrà per le comunali di Milano. Zaia diventerà leader con la benedizione di Berlusconi. Solo in questo modo la Lega potrà capitalizzare il suo consenso». Tutto troppo semplice forse, ma l’ipotesi è già sul tavolo. Ora non resta che realizzarla. Berlusconi ci sta già pensando.

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