Se fino a pochi mesi bisognava usare il luminol per trovare le impronte dell’azione del governo Renzi sull’economia, i dati diffusi ieri dall’Inps lasciano una traccia simile a quella dello Yeti.
Il miglioramento del mercato del lavoro è spettacolare, c’è poco da dire . Nel primo quadrimestre, sono stati aperti rapporti di lavoro pari a 450.523 unità al netto delle cessazioni: un miglioramento di +268.667 unità rispetto al 2014 (quando erano stati 181.856) e +411.938 rispetto al 2013 (quando erano stati solo 38.585).
Nei primi quattro mesi del 2015, sono stati aperti 450.523 rapporti di lavoro, al netto delle cessazioni
Il risultato è il frutto positivo sia di nuovi rapporti di lavoro pari a 1.909.385 (+188.679 rispetto al primo quadrimestre del 2014) sia di minori cessazioni pari a 1.485.862 (-79.988).
ll merito è più della ripresa ciclica o del Jobs Act e della decontribuzione? Difficile dirlo. In parte il trend di miglioramento complessivo era visibile anche nel 2014, quando appunto nel primo quadrimestre si era registrato un miglioramento di 143.271 unità rispetto al 2013 nel totale del rapporto di lavoro subordinato.
Sembra che il tempo indeterminato stia diventando la scelta naturale per le nuove assunzioni
Se sul trend è ancora troppo presto per esprimersi, sulla sua composizione però è inequivocabile l’impatto dell’azione di governo. Analizzandoi rapporti di lavoro a tempo indeterminato aperti nel primo quadrimestre del 2015(+358.722) si nota che beneficiano di un incremento netto di 220.104 rispetto al primo quadrimestre del 2014 (+136.618).
Il rapporto a tempo indeterminato non sembra ancora cannibalizzare il tempo determinato. Piuttosto sembra che il tempo indeterminato stia diventando la scelta naturale per le nuove assunzioni.
Se, infatti, guardiamo alle trasformazioni dei rapporti a termine in contratti a tempo indeterminato, si è assistito a 185.539 trasformazioni contro le 147.058 del 2014. Un bel miglioramento, ma nel 2013 le trasformazioni erano state pari a 243.446. Per gli apprendisti le trasformazioni sono in miglioramento da circa 32.000 trasformazioni del 2013 e 2014 a circa 36.000 nel 2015.
Su un totale di 358.722 di rapporti di nuovi rapporti a tempo indeterminato (al netto delle cessazioni), il 52 per cento sono trasformazioni di rapporti a termine. Ma nel 2014 erano oltre il 100 per cento (nel senso che c’erano state più cessazioni che nuovi rapporti di lavoro), idem nel 2013. Nel 2015, in effetti, i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono stati pari a 650.897 unità, mentre nel 2014 erano stati 485.350 e 521.293.