Un compagno con la K, perché negli anni ’70 militava nel Pdup, il Partito di Unità proletaria, la sinistra del Pci. Un esperto di conti, un politico su cui contare ma anche un padre-padrone, perché è stato per tanti anni presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Un uomo gioviale e sempre con la battuta pronta, in ottimi rapporti con tutti, dalla Lega Nord al Partito Democratico, in particolare con il suo vice in commissione Franco Morando.
Antonio Azzollini è un politico di non poco conto nel panorama italiano. Per questo motivo la richiesta d’arresto spiccata dalla procura di Trani non sta passando inosservata nelle stanze del potere romano. C’è chi sostiene che a vacillare sia lo stesso governo di Matteo Renzi, agganciato al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Azzollini nel suo lungo peregrinare di partito in partito – come Sandro Bondi fu folgorato sulla via di Forza Italia di Silvio Berlusconi – fu tra gli ultimi a entrare nella fallimentare esperienza di Ncd. Ora neppure i suoi lo difendono. Maurizio Lupi, ex ministro ai Trasporti che si dimise anche se non indagato nell’inchiesta su Ercole Incalza e la Grandi Opere, ha lasciato da parte il garantismo. E lo stesso Pd pare averci messo una croce sopra.
Un compagno con la K, perché negli anni ’70 militava nel Pdup, nel Partito di Unità proletaria, la sinistra del Pci. In buoni rapporti con tutti, dalla Lega al Pd
Giovedì 18 giugno l’ex sindaco di Molfetta, infaticabile collezionista di poltrone, nel 2011 lo chiamavano con la sigla “Ssp”, senatore sindaco e presidente, dovrà spiegare la sua posizione di fronte alla giunta per le autorizzazioni del Senato. Ma già martedì 16 giugno nella stessa aula avrà inizio il suo travaglio. Di mezzo c’è un crac da 500 milioni di euro. A tanto ammonta l’esposizione debitoria della Casa della Divina Provvidenza, ente ecclesiastico fondato nel 1922, finito in amministrazione straordinaria nel dicembre 2013. La vicenda ha portato a dieci arresti (tre in carcere e sette ai domiciliari) tra cui ai domiciliari pende la richiesta per il compagno Azzollini.
L’inchiesta è partita nel 2012 quando la procura di Trani chiese al tribunale il fallimento dell’ente con sede a Bisceglie, che gestisce anche gli ospedali di Foggia e Potenza. Nell’ottobre 2013 interviene il Vaticano che commissaria l’ente con il vescovo di Molfetta monsignor Luigi Martella che sostituisce suor Marcella Cesa, finita agli arresti domiciliari. Nel dicembre 2013 arriva l’amministrazione straordinaria e lo scorso 10 giugno gli arresti con il sequestro di un immobile a Guidonia di proprietà della congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza.
Dal 2013 al 2015 la Guardia di Finanza ha sequestrato diversi conti tra cui uno da 27 milioni di euro individuato come “cassaforte” dell’ente della quale era responsabile un’altra delle religiose arrestate, suor Assunta Puzzello. Fondi che, stando alle indagini, sarebbero usciti dal patrimonio dell’ente danneggiando i creditori e gli stessi lavoratori delle cliniche che, si legge nella relazione dell’amministratore straordinario, «dal luglio 2001» non avrebbero più versato le ritenute dei dipendenti e dal «gennaio 2002 l’ente non è più in grado di assolvere nemmeno ai contributi a carico dell’azienda verso Inps e Inail».
L’accusa: «A partire dal momento dell’esproprio di potere da parte del senatore e del suo entourage – scrive il gip – le assunzioni selvagge di personale alla sede di Bisceglie vennero decise dal politico»
Il senatore Ncd fa capolino nel capitolo delle indagini che riguardano invece le assunzioni, si legge nelle carte, fatte «secondo logiche clientelari». Secondo il giudice per le indagini preliminari di Trani Rossella Volpe, sarebbe proprio Azzollini, nonostante la crisi devastante in cui versava l’Ente, a operare «assunzioni selvagge di personale alla sede di Bisceglie». «A partire dal momento dell’esproprio di potere da parte del senatore e del suo entourage – scrive il gip – le assunzioni selvagge di personale alla sede di Bisceglie vennero decise dal politico».
Politica e politica, forse troppa per Azzollini. Nel 2011, quando era sindaco di Molfetta, fu oggetto di una raccolta firme dell’Italia dei Valori perché si dimettesse da almeno un incarico. La nota dell’ex partito di Antonio Di Pietro era puntuale. «Ricordiamo anzitutto che Azzollini, già senatore – è detto in una nota – fu eletto sindaco di Molfetta al ballottaggio l’11 giugno 2006, salvo a dimettersi ed a consegnare la città al Commissario Prefettizio nel 2008 per candidarsi sia al Senato, sia come sindaco: nelle elezioni generali del 13 aprile 2008 fu eletto senatore e proclamato il 23 aprile, mentre fu eletto sindaco al ballottaggio del 29 aprile: grazie a questo espediente egli oggi ricopre ancora le due poltrone, e grazie ad un escamotage oggi egli pretende di rimanere al suo posto».
Ma Azzollini, che ricordano tutti per un celebre video su Youtube dove tiene a bada il consiglio comunale di Molfetta, quale presidente della commissione bilancio, il 9 luglio del 2010 presentò un emendamento – scrive ancora l’Idv – «che consentiva la sospensione del pagamento delle multe inflitte dalla CE agli allevatori che facevano capo alla Lega, alcuni dei quali poi perfino condannati per truffa aggravata per la stessa vicenda».