Pomezia, la capitale grillina dove il sindaco zappa le aiuole

Il reportage

Pomezia è una città di frontiera, lo è sempre stata. Negli anni Trenta fu costruita sui terreni strappati alla palude dal regime fascista. Era la porta di accesso ai borghi della bonifica nell’agro pontino: Littoria, Pontinia, Sabaudia. Oggi è un avamposto grillino. Dal 2013 si è insediata una giunta a Cinque Stelle, una delle prime in Italia. «Siamo stati degli apripista» conferma orgoglioso il sindaco Fabio Fucci, ex programmatore informatico di trentacinque anni. Dalla finestra del suo ufficio si domina il nucleo originario della città, un gioiello dell’architettura razionalista. Piazza Indipendenza, già dell’Impero, è ampia e squadrata. Uno dopo l’altro si affacciano il palazzo delle Poste, l’associazione dei coloni a cui furono affidate le terre nel ’39, la Chiesa Madre. Proprio di fronte alla torre comunale due imponenti fasci marmorei attirano l’attenzione sulla vecchia sede del partito fascista, dove oggi c’è il comando dei vigili urbani. 

Chiusi i libri di storia, Pomezia si scopre una roccaforte pentastellata. Due anni fa una attivista locale è stata eletta in Consiglio Regionale. Ma il vero successo è arrivato alle Europee dell’anno successivo, quando il Movimento ha conquistato il 35 per cento delle preferenze. Quasi il doppio rispetto alla media italiana. Dalla via Pontina alla ribalta nazionale il passo è breve. Recentemente Fucci è finito sul blog di Beppe Grillo, protagonista di un lungo video in cui celebrava i risultati raggiunti dalla sua giunta. Grazie all’inchiesta su Mafia Capitale, pochi giorni dopo è tornato al centro delle cronache politiche. In una conversazione raccolta dai magistrati, Salvatore Buzzi si era lamentato dell’incorruttibilità del sindaco di Pomezia, offrendo involontariamente uno dei migliori spot per il Movimento Cinque Stelle. Oggi quell’intercettazione è diventata una medaglia. «Lo vede? Con noi non ci provano neanche», racconta soddisfatto Fucci.

Sulla sua pagina Facebook qualche tempo fa si è fatto immortalare con tanto di zappa mentre sistemava le aiuole del centro

L’altra metà di Pomezia è il centrosinistra. Preoccupati che la città diventi il simbolo della rivoluzione a Cinque Stelle, gli esponenti del Partito democratico attaccano quotidianamente il sindaco. Criticano la mancanza di dialogo, l’assenza di un confronto con l’opposizione. Raccontano infastiditi la sua continua ricerca di pubblicità. Del resto il primo cittadino è un gran comunicatore. Attivissimo sulla sua pagina Facebook, qualche tempo fa si è fatto immortalare con tanto di zappa mentre sistemava le aiuole del centro. Un’altra fotografia lo ritrae sorridente mentre inaugura un cantiere. Tra le mani un cartello lasciato il giorno prima da qualche oppositore: “Fucci facce le strade”. La scorsa estate, in polemica con alcuni giornalisti locali, il sindaco è entrato addirittura in silenzio stampa. Una provocazione che ha finito per dargli ancora più visibilità. «È vero, mi piace comunicare – ammette – Voglio che passi chiaro il messaggio di quello che stiamo facendo a Pomezia». 

Il sindaco Fucci inaugura un cantiere stradale

Una città verde, soprattutto. Per valutare il governo a Cinque stelle bisogna partire dall’attenzione all’ambiente. Sotto al municipio è parcheggiata l’auto elettrica del sindaco, dono di un consorzio di aziende. A pochi passi dal comune c’è l’ingresso del parco cittadino appena riqualificato. L’opposizione descrive Fucci come un integralista ecologico. Lo accusano di essere un filosofo della decrescita felice, di aver bloccato ogni concessione edilizia. Lui non sembra dare molto peso alle critiche. «Per troppi anni le amministrazioni hanno ceduto al richiamo della speculazione». Intanto lancia la sfida. Entro settembre partirà in tutti i quartieri un piano di raccolta dei rifiuti porta a porta. Alla fine dell’estate saranno installate alcune macchine “mangia rifiuti” per distribuire buoni spesa ai cittadini che riciclano correttamente. Nel frattempo sono state piantate 180 piante e 60 alberi sulla rotatoria di via del Mare, mentre è in corso un piano organico per collegare tutte le piste ciclabili della città. «Cosa le devo dire? Alle grandi opere preferiamo le azioni concrete, come la manutenzione stradale. Sono queste le esigenze principali dei cittadini».

Pochi sanno, ad esempio, che proprio a Pomezia è stato prodotto per la sperimentazione umana il vaccino contro l’ebola

«Fosse per i grillini andremmo tutti in calesse» si lamentano dal Pd. Al centro delle polemiche finisce un progetto di quasi venti milioni di euro – finanziato con i fondi Tav – per collegare Pomezia alla zona industriale di Santa Palomba, dove sorge la stazione ferroviaria. A sentire le opposizioni, il sindaco avrebbe rinunciato alla costruzione della nuova strada per la sua spiccata sensibilità ambientale. «E così abbiamo perso tutti i fondi». Fucci non è d’accordo. «Non abbiamo rinunciato ad alcun finanziamento. La nuova arteria avrebbe attraversato un’area archeologica di pregio, invece abbiamo investito quei fondi per allargare un’altra strada che conduce alla stazione». Per farsi un’idea della zona basta prendere l’auto. Santa Palomba dista qualche chilometro dal centro cittadino: i tornanti attraversano un pezzo di agro romano e diverse fabbriche. È l’inconfondibile panorama del distretto industriale pometino, o quel che ne resta. Un polo produttivo che oggi resiste tra mille difficoltà, nato durante il boom economico grazie ai finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno. Complice la crisi, molte realtà hanno chiuso i battenti. Tra i centri chimici e farmaceutici ancora attivi non manca qualche eccellenza. Pochi sanno, ad esempio, che proprio a Pomezia è stato prodotto il vaccino contro l’ebola per la sperimentazione umana. 

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MESSAGGIO PROMOZIONALE

Eppure fino a poco tempo fa nel quartiere di Santa Palomba mancava anche l’acqua corrente. L’allaccio alla rete idrica è uno dei vanti dell’amministrazione grillina, ennesimo scontro con l’opposizione. «A Fucci piace tagliare i nastri, ma non dice che tutte le infrastrutture per portare l’acqua in questa zona sono state realizzate dalle amministrazioni di centrosinistra» racconta Danilo Risi, responsabile giovani del Pd pometino. «È vero – racconta il sindaco – noi abbiamo provveduto solo ai collaudi e all’allaccio. Peccato che i lavori erano fermi da sette anni. Evidentemente qualcuno utilizzava questa situazione come ricatto elettorale». Botta e risposta. Polemica e contropolemica. Nel confronto tra la giunta grillina e le opposizioni di centrosinistra finisce anche il fiore all’occhiello dell’amministrazione pentastellata. Il bilancio cittadino. Nonostante 200 milioni di debiti accumulati negli anni, qualche mese fa il rendiconto di gestione 2014 è stato chiuso in attivo. Dopo i disavanzi degli ultimi tempi, Fucci parla senza mezzi termini di “miracolo”. Il centrosinistra lo accusa di giocare con i numeri. «Ci era stato detto che l’avanzo era di quatto milioni di euro, poi un’altra delibera di giunta ha dimezzato quella cifra» racconta Risi. Per i democrat buona parte dei risultati sono stati raggiunti grazie agli 80 milioni di euro della Cassa Depositi e Prestiti ottenuti proprio dal Pd. Denaro che ha dato liquidità e premesso di riordinare i conti. Il sindaco scrolla le spalle, per un attimo sembra perdere la pazienza. «Tutte falsità. Stiamo parlando di un prestito. Quei soldi non cancellano nessun debito, dovranno essere restituiti».

Il municipio di Pomezia

E allora qual è la ricetta grillina? Seduto a un tavolo del suo ufficio, il sindaco prende un bel respiro. Poi si mette a spiegare. «A Pomezia è in atto un vero e proprio risanamento strutturale». Fucci ricorda i 500mila euro che saranno risparmiati tagliando gli affitti e trasferendo gli uffici comunali in un’unica struttura di proprietà. Ma anche i 600mila euro ottenuti dalla sforbiciata agli stipendi dei dirigenti comunali “privilegiati”. Una spending review che non ha risparmiato neppure la politica. «Sindaco e giunta si sono dimezzati lo stipendio» racconta. «Almeno due milioni l’anno li abbiamo ottenuti mettendo a gara pubblica tutti i servizi, dalla mensa scolastica al canile». Il Partito democratico sostiene che sono state alzate le imposte. «Ma per carità – risponde il sindaco – Basta vedere le aliquote. È vero, non ho abbassato le tasse. Ma rispetto a prima non sono neppure aumentate». C’è un altro intervento dell’amministrazione grillina destinato a far discutere. Il sindaco ha deciso di chiudere il consorzio per l’università di Pomezia, una società comunale che negli anni si era trasformata in un “assumificio”. «E adesso vogliamo indietro i nostri soldi». Al risparmio quantificato in 4 milioni di euro l’anno, si aggiunge il risarcimento per danni nella gestione del consorzio, che il sindaco ha già chiesto agli ex amministratori davanti al tribunale di Roma. Altri cinque milioni di euro. Con i risparmi ottenuti Fucci può finanziare una serie di interventi. Come il reddito di cittadinanza partito lo scorso Natale. Il progetto prevede lo stanziamento di 300mila euro di fondi comunali per le fasce più deboli. «È un contributo economico mensile che riconosciamo a chi ha perso il lavoro negli ultimi due anni, ai disabili e alle ragazze madri». 

Tra una settimana sarà celebrata la festa del grano. A 75 anni dalla prima trebbiatura è un omaggio ai primi contadini giunti dalla Romagna e dal Trentino per abitare le terre appena bonificate

I risultati elettorali sembrano premiare l’azione di Fucci. Dalle Comunali 2013 alle Europee dell’anno seguente, in città il Movimento Cinque Stelle ha quasi raddoppiato il suo consenso. Nei bar della centrale via Roma c’è chi si schiera con il sindaco e chi storce il naso. Settantamila abitanti e neanche un secolo di vita, Pomezia è una città curiosamente giovane. Impossibile non notare il legame con il Ventennio. Il 25 aprile, per esempio, qui si festeggia il giorno della fondazione. Ma la politica non c’entra, è una questione di radici. Tra una settimana sarà celebrata la festa del grano: la ricorrenza per ricordare i 75 anni dalla prima trebbiatura. È un omaggio ai contadini giunti dalla Romagna e dal Trentino per abitare le terre appena bonificate. Oggi Pomezia è soprattutto una città di pendolari. La Capitale dista solo venti chilometri. La Città Eterna è così vicina che ormai anche molti romani si trasferiscono da queste parti, attratti dagli affitti più bassi. «Persino io sono un immigrato» ride il sindaco. 

Nato a Roma, Fucci ha traslocato a Pomezia nel 2007 per seguire la compagna. All’ombra della torre comunale ricorda il suo arrivo in città. Era l’epoca del V-Day, la prima grande manifestazione politica di Beppe Grillo. Il gruppo di attivisti, la candidatura, la vittoria alle urne. «Eravamo dei folli e dei sognatori, ma oggi posso dire che ce l’abbiamo fatta». Da quel giorno i progetti hanno dovuto fare i conti con la realtà. «L’esperienza da consigliere comunale di opposizione mi ha aiutato molto – spiega il sindaco – Mi ha dato il senso della realtà e mi ha permesso di presentare un programma elettorale ambizioso ma realizzabile». L’insediamento non è stato facile. Fucci ha ancora in mente la diffidenza di tanti dirigenti e le prime polemiche sui giornali. A pochi mesi dalla sua elezione il sindaco era già sulla cronaca nazionale. Colpa di una delibera sulle mense scolastiche che autorizzava due diversi menù, il più economico senza dolce. Apriti cielo. Sui quotidiani nazionali Fucci venne accusato di discriminare i bambini più poveri. «È stata tosta» racconta oggi. «Era passato il messaggio sbagliato. Ma qui la mensa si paga in base al reddito, non al menù scelto dai genitori». 

Fucci ricorda ancora un pugno in faccia preso subito dopo l’elezione. «Mi hanno aggredito in piazza mentre passeggiavo con il vicesindaco»

Insomma, non è stata un passeggiata. «Il primo anno è stato difficile, non lo nego», continua il sindaco. «Ho avuto qualche difficoltà a prendere le misure con la macchina burocratica». E non solo quella. Fucci ricorda ancora un pugno in faccia preso pochi giorni dopo l’elezione. «Mi hanno aggredito in piazza mentre passeggiavo con il vicesindaco. Meno male che un vigile urbano si è messo in mezzo e ha ammortizzato il colpo», scherza. La causa dell’agguato, spiega il grillino, era legata alle sue politiche di contenimento del commercio ambulante sul litorale. Sì, perché a Pomezia c’è anche il mare. La spiaggia di Torvajanica si apre a pochi chilometri dal centro cittadino. È un lido entrato più volte nella storia d’Italia. La leggenda racconta che Enea, in fuga da Troia, decise di fermarsi proprio da queste parti. Nel Seicento qui sorgeva uno dei principali punti di osservazione per le incursioni dei pirati saraceni. Nella zona di Anzio, poco più a sud, nel 1944 sbarcarono gli americani. Di quelle vicende rimane testimone il cimitero di guerra germanico di Pomezia, dove riposano ventisettemila soldati tedeschi. In città qualcuno ricorda ancora l’eco della Dolce Vita. Negli anni Sessanta la zona del Villaggio Tognazzi era diventata il ritrovo delle star cinematografiche. La stessa che oggi viene presa d’assalto dai vacanzieri romani in trasferta nel nuovo grande parco acquatico. E l’aggressione? «Si figuri che per quel pugno in faccia sono finito in Parlamento» continua Fucci quasi sorpreso. «Mi ha convocato la commissione di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali».

Il comando dei vigili urbani, ex casa del fascio

Quella degli ambulanti non è la prima polemica della sua amministrazione. Probabilmente non sarà l’ultima. Ultimamente in città tiene banco la vicenda della municipalizzata Pomezia Servizi. È la società che gestisce le farmacie e la manutenzione del verde e delle strade, affidata dal sindaco a un dirigente indagato. Gli esponenti del Partito democratico puntano il dito contro Luca Ciarlini, il presidente del Cda scelto da Fucci nonostante un avviso di garanzia per una vecchia vicenda amministrativa. «Noi non siamo giustizialisti – spiega il segretario dei giovani democratici di Pomezia Risi – Ma se il sindaco fosse coerente con gli ideali del Movimento Cinque Stelle lo avrebbe già sollevato dall’incarico». Non è tutto. «Da qualche tempo – continua Risi – Ciarlini è stato nominato direttore generale della società che gestisce l’aeroporto di Pescara. Ma come, i grillini non erano contro l’accumulo di poltrone?». Fucci non si nasconde. «Quando ho nominato Ciarlini non sapevo del suo avviso di garanzia. Appena l’ho scoperto mi sono fatto spiegare la situazione. Adesso abbiamo chiarito. Ricordo che non c’è stato ancora nessun rinvio a giudizio». E il doppio incarico? «Abbiamo selezionato questo dirigente scegliendo il curriculum. Evidentemente le sue capacità sono riconosciute anche altrove. Insomma, la nomina di Pescara mi ha confermato che abbiamo fatto un’ottima scelta». 

Giugno a Pomezia, è tempo di mare. Quando i primi caldi estivi allentano la presa è già pomeriggio. Sui gradini del municipio un anziano con i capelli bianchi ne approfitta per prendere un po’ d’aria. Avrà settant’anni. Basta un accenno di confidenza per aprire i ricordi. Originario di un’altra provincia del Lazio, si è trasferito qui da bambino. Alla fine degli anni Cinquanta. Questa città l’ha vista crescere, ormai la considera sua. «Ho sempre votato comunista» spiega abbassando la voce, quasi temesse di farsi sentire. «E vuole sapere una cosa? Adesso sostengo questo sindaco». Davanti alla curiosità dell’interlocutore insiste. «Tanta gente si lamenta, dice che non è vero. Ma Pomezia sta cambiando davvero, glielo assicuro». Chissà se è vero.

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