«The academically gifted student demonstrates uncanny high potential for outstanding academic performance… And a thirst to excel in one or more academic domains… The academically gifted student is likely to benefit from special educational programs or resources, especially if they align with his or her unique profile of abilities» (Pfeiffer, 2013, p.14). All’interno del contesto scolastico, accade spesso che la programmazione didattica tradizionale non sia in linea con i peculiari bisogni degli studenti ad alto potenziale (AP) e gifted che si devono confrontare con un programma che non sembra essere sufficientemente sfidante, in una o più aree di studio.
Tale fenomeno è pericoloso perché nel corso del tempo, lungo il percorso scolastico, può avere ripercussioni su questi studenti, minandone non solo il rendimento ma anche l’adattamento. Un bambino che inizia il suo percorso scolastico, generalmente, entra in un meccanismo per cui deve attivare continuamente le proprie risorse per poter comprendere, manipolare e assimilare le nuove informazioni, mettendo costantemente in atto dei processi per prove ed errori, in cui deve imparare a gestisce fallimenti e successi.
Il docente attraverso il monitoraggio dell’apprendimento potrà stimolare e correggere il bambino, rinforzandolo e premiandolo per il suo impegno e i suoi risultati, oppure sostenendolo nell’affrontare i propri limiti e le difficoltà con strategie efficaci.
Il bambino gifted impara presto che non si deve impegnare molto per raggiungere i risultati attesi dal programma
In questo modo il bambino, nel tempo, imparerà l’amore per la conoscenza e a motivarsi di fronte alle difficoltà che incontra, apprendendo anche come autoregolarsi e automotivarsi di fronte ai compiti, attivandosi anche nella richiesta di aiuto all’adulto. Tutto questo processo non sempre ha gli stessi risvolti per i bambini ad alto potenziale e gifted; infatti, questi studenti fanno il loro ingresso a scuola con un bagaglio di conoscenze e abilità che permettono loro di ottenere risultati eccellenti senza il minimo sforzo.
Il bambino gifted impara presto che non si deve impegnare molto per raggiungere i risultati attesi dal programma: questo non lo sostiene nello sviluppo di un metodo di studio. Spesso questi bambini fanno conto sulla loro straordinaria memoria e sulle capacità di ragionamento astratto. L’insegnante stesso e la famiglia non si rendono conto che il bambino, in realtà, non ha avviato i processi necessari per imparare a motivarsi e a impegnarsi affrontando la fatica. Il risultato, purtroppo, è spesso drastico e si manifesta in modo palese agli adulti solo alla scuola secondaria, dove il bambino, oltre che mostrare insofferenza verso la scuola, scivola in quello che viene definito dalla letteratura internazionale underachievement (Rymm, 2010).
Questo fenomeno in cui lo studente raggiunge performance al di sotto delle proprie potenzialità, demotivandosi al punto di arrivare a bocciature e al drop-out scolastico, ha chiaramente una natura multicomponenziale anche se, tra i fattori di rischio centrali di questo disagio, troviamo alcuni elementi ricorrenti come la noia per essere sottoposti continuamente a compiti non adeguatamente sfidanti, l’incapacità di trovare una spinta motivazionale interna e di affrontare la fatica di una nuova sfida, nonché le aspettative degli adulti.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Con l’ingresso nell’adolescenza, questi giovani si trovano a fare i conti con un’immagine di loro stessi che sembra sgretolarsi
Alla scuola secondaria questi ragazzi, che sono sempre stati forse alquanto irriverenti ma estremamente brillanti, si trovano a confrontarsi, per la prima volta, con richieste didattiche per cui le loro abilità innate e le competenze settoriali non sono più sufficienti; ora c’è bisogno di impegno, e la mancanza di strategie, di perseveranza, umiltà e fiducia in se stessi, diventa un fattore di rischio. Questi studenti non hanno potuto coltivare queste virtù nel primo ciclo di studi e, in un momento delicato dello sviluppo come l’ingresso nell’adolescenza, questi giovani si trovano a fare i conti con un’immagine di loro stessi che lentamente sembra sgretolarsi: iniziano a sentirsi stupidi, incapaci e non sanno attivare le risorse utili per chiedere aiuto. Lentamente iniziano ad andare a fondo stando male e disperdendo il proprio potenziale.
Gli adulti stessi si trovano di fronte a dei ragazzi che non riconoscono, che a loro volta non sanno come sostenere e motivare. Anche le aspettative dei famigliari sembrano andare in pezzi, si abbassano i livelli di comunicazione famigliare e diventa difficile comprendere quello che sta realmente accadendo.
In Italia a oggi non sono ancora stati implementati progetti specifici con studenti AP o gifted attraverso l’uso delle nuove tecnologie
Come fare per evitare tutto questo? Nelle nostre classi eterogenee, sono numerose le strategie didattiche che possono essere attuate dai docenti in un’ottica inclusiva. Tra queste l’utilizzo delle nuove tecnologie sembra rappresentare una risorsa importante. In particolare, l’utilizzo del web e l’accesso a specifici corsi avanzati, anche in altre parti del globo può offrire a questi studenti la possibilità di un apprendimento personalizzato, che rispetti la singolarità dell’individuo e che possa stimolarli e sfidarli rispetto ai loro peculiari bisogni.
Inoltre, l’utilizzo delle nuove tecnologie può offrire migliori opportunità anche a quegli studenti ad AP o gifted che provengono da contesti socioculturali ed economici svantaggiati e che, proprio per questo, spesso non vengono riconosciuti e non hanno le opportunità per sviluppare i propri talenti.
In Italia a oggi non sono ancora stati implementati progetti specifici con studenti AP o gifted attraverso l’uso delle nuove tecnologie, non vi sono quindi esperienze e dati Italiani che possono essere raccontati e condivisi. L’associazione nazionale StepNet Onlus, ha ideato e sta proponendo un portale denominato Step GATE, al cui interno troviamo, tra una vasta scelta di azioni, anche il progetto digital school. Attraverso questo portale l’associazione vuole promuovere il confronto tra studenti e docenti afferenti a tutto il territorio nazionale. Gli insegnanti possono collaborare alla costruzione di strategie didattiche per lavorare con questi studenti attraverso una programmazione didattica personalizzata che prende vita attraverso lo strumento tecnologico.
Attraverso il modello didattico inclusivo che Step GATE vuole rappresentare è possibile realizzare laboratori on line, laboratori virtuali e remoti, espandendo così l’ambiente di apprendimento, lavorando sia per gruppi eterogenei che per gruppi di livello, con l’obiettivo di rispondere al meglio ai bisogni didattici di ogni studente, stimolandone non solo lo sviluppo delle competenze ma anche le capacità di autoregolazione, fondamentali per il benessere e il successo nella vita. Questi studenti hanno bisogno di essere sfidati oggi perché domani possano essere individui felici capaci di fare delle scelte “sane”, contribuendo attraverso il loro lavoro allo sviluppo dei loro campi di interesse e di conseguenza della nostra società.
*PhD, docente universitario presso l’Università degli studi di Pavia, psicoterapeuta sistemico-relazionale, direttore Centro Phronesis (Fondazione Eris). Consulente clinico del Centro Phronesis è il prof. Steven Pfeiffer, Florida State University.