Le startup italiane contro il riscaldamento climatico

Le startup italiane contro il riscaldamento climatico

«Siamo ad un passo da una tragedia umana generale. È necessario prendere subito delle misure decisive al fine di limitare le future emissioni mondiali di gas serra e correggere le politiche sul clima globale».

L’ultimo appello in ordine cronologico arriva dai 65 premi Nobel per la fisica, la chimica e la medicina che a inizio mese si sono riuniti sull’isola di Lindau, sul lago di Costanza (Germania), per l’annuale meeting estivo sulle problematiche riguardanti il clima.

Durante la conferenza, i premi Nobel hanno firmato l’ennesimo appello per correggere le politiche mondiali prima che diventi troppo tardi.

Una notizia passata quasi inosservata e poco battuta dai media mondiali, ma realmente il preludio di quello che gli scienziati, inevitabilmente, denunceranno a fine anno durante la Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite prevista per dicembre a Parigi, in pratica la più importante conferenza dell’anno e l’ultima chiamata per evitare l’inevitabile.

Infatti, a dispetto degli annunci futuristici della NASA in merito alla scoperta di pianeti gemelli al nostro, il problema dei problemi rimane sulla nostra madre Terra, soffocata dai gas serra, dal riscaldamento globale e dall’immobilismo delle nazioni del mondo.

L’Enea ha messo a punto uno strumento che sfrutta il movimento ondulatorio delle onde marine per sviluppare energia

L’obiettivo annunciato sin da Kyōto rimane quello di ridurre il riscaldamento globale mettendo in campo tutte le possibili soluzioni al fine di contenere in modo rilevante i consumi di energia fossile e, come indicato dai 65 premi Nobel a Lindau, trovare modi alternativi per produrre energia a impatto zero.

A tal proposito l’ingegno italiano e segnatamente lo staff di ricerca dell’Enea hanno messo a punto uno strumento che sfrutta il movimento ondulatorio delle onde marine per sviluppare energia. Puntando forte sull’efficientamento energetico e sulle fonti rinnovabili, l’Enea ha ideato un prototipo di una zattera capace di catturare l’energia racchiusa nelle onde del mare.

«L’intento – indica Gianmaria Sannino, responsabile del progetto “Pewec Energia dal Mare” – è quello di trasformare l’energia ondosa trasferita dal vento in energia elettrica mediante una zattera che ha all’interno un pendolo, il cui movimento oscillatorio trasferisce energia a un generatore a esso collegato. Tanto più sarà ampia l’oscillazione del pendolo, grazie al contatto tra le onde dal mare e lo scafo, tanto più sarà possibile ottenere energia elettrica. In pratica, ottimizzando al massimo l’impatto delle onde sullo scafo è possibile, come da prototipo in scala 1:1, ottenere una potenza nominale di 400 kW: di fatto due zattere equivalgono a una pala eolica tradizionale da un megawatt».

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MESSAGGIO PROMOZIONALE

«Infatti – continua Sannino – dieci zattere con pannelli solari sono in grado di alimentare un’isola verde come Pantelleria sia in inverno che in estate evitando quindi l’utilizzo del gasolio, come avviene oggi, per garantire energia all’isola».

Alla luce degli ottomila chilometri di costa in Italia e delle tante isole, è facile considerare la start-up come un progetto utile per portare alla dismissione le centrali termoelettriche classiche che tanto inquinano. Unico limite, gli elevati investimenti per commercializzare il dispositivo Pewec (Pendulum Wave Energy Converter). Nonostante ciò il prototipo rientra nel novero delle innovazioni energetiche e ambientali di sicura prospettiva utili ad arrestare l’avanzare del disastro ambientale.

Il robot green Lucy è in grado di distribuire e gestire l’energia solare nelle case e negli ambienti di lavoro

Soluzioni nuove e sostenibili made in Italy, come il robot green Lucy, ideato da Diva Tommei (Solenica) capace di distribuire e gestire l’energia solare nelle case e negli ambienti di lavoro.

Lucy, come Pewec, lavora per rendere efficiente l’energia, in questo caso l’energia prodotta dal Sole. Infatti, mediante l’utilizzo di robot dotati di specchi, è possibile trasmettere l’energia naturale portandola negli ambienti e quindi limitando al minimo l’utilizzo dell’energia elettrica tradizionale.

«Lucy sfrutta l’eliostato – indica Diva Tommei, ideatrice della start-up – un particolare sistema di specchi studiato per seguire durante il giorno il percorso del Sole, incamerando l’energia e proiettando la luce in determinati punti (ad esempio all’interno di luoghi poco illuminati). Il meccanismo non richiede allacciamenti alla rete elettrica poiché si autoalimenta grazie a celle fotovoltaiche».

Un’idea talmente semplice e sostenibile da attirare l’attenzione del Qualcomm Robotics Accelerator di San Diego, il programma di accelerazione d’impresa statunitense che ha selezionato la start up tra le dieci idee di robotica più interessanti al mondo, offrendo a Lucy supporto economico e 4 mesi di accelerazione d’impresa proprio a San Diego.

In definitiva, come dimostrato dalla semplicità concettuale del robot green Lucy e dalla complessità scientifica del pendolo Pewec dell’ENEA, la creatività e la preparazione italiana possono offrire una mano per combattere il riscaldamento globale, ma nulla possono senza il reale impegno dei grandi del mondo per fermare il riscaldamento globale ed evitare che l’incremento della temperatura che sia superiore al 2% annuo.

Infatti, come evidenziato dai 65 premi Nobel, rimane cruciale lo sviluppo di una politica in grado di ridurre significativamente, prima del 2020, le emissioni di Co2 e di altri gas responsabili del riscaldamento globale.

Allo stesso tempo creatività, innovazione e start-up come Lucy e il Pewec giocano un ruolo fondamentale per evitare l’avanzare del disastro ambientale.

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