La riforma della pubblica amministrazione firmata dal ministro Marianna Madia è legge. Il Senato l’ha approvata in via definitiva il 4 agosto. «Uno Stato più snello e dinamico per non morire di burocrazia», si intitolano le slide pubblicate sul sito del ministero per spiegare i contenuti della riforma. Tra le novità, la riduzione del numero delle prefetture e delle Camere di commercio, wifi obbligatorio per scuole e biblioteche, incarichi ai dirigenti non oltre i sei anni e più poteri al presidente del consiglio. Molto timido, invece, l’approccio sulle società partecipate dagli enti locali: quelle con i conti in rosso “potranno” essere commissariate.
Tagli. Previsto un taglio netto alle prefetture, alle Camere di commercio, che passano da 105 a 60 e potranno contare su un contributo obbligatorio minore da parte delle imprese, e una riduzione dei costi per capitanerie di porto e authority che controllano il funzionamento di società e servizi pubblici.
Assenteismo dei dipendenti pubblici. Il controllo sulle assenze per malattia dei lavoratori pubblici passa dalle Aziende sanitarie locali all’Inps.
Più facile licenziare i dirigenti pubblici. Gli incarichi dei dirigenti pubblici sono assegnati in base al merito e possono durare fino a quattro anni, con la possibilità di proroga per altri due anni, ma solo per una volta. In caso di una valutazione negativa, i dirigenti potranno essere licenziati. Per entrare nella pubblica amministrazione servirà vincere un concorso pubblico, ma verrà abolito il requisito del voto minimo di laurea per partecipare.
Novità nelle forze armate. Il corpo forestale dello Stato sarà accorpato a un’altra forza, molto probabilmente i carabinieri. Il personale antincendio del corpo si unirà invece ai vigili del fuoco.
Numero unico per le emergenze. D’ora in avanti per le emergenze basterà ricordare un solo numero. Il 112 varrà in tutto il territorio nazionale per ogni tipo di intervento, prendendo il posto di tutti quelli attivi finora: 118, 113 e 115.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Riordino delle partecipate. Prevista anche una «drastica» riduzione del numero delle partecipate, ma non vi sono dettagli. La riforma prevede anche la possibilità di commissariamento nel caso in cui le partecipate abbiano bilanci in rosso. I decreti delegati dovranno fissare limiti agli stipendi e introdurre criteri di valutazione dei dipendenti. Per gli amministratori delle partecipate il compenso economico sarà legato ai risultati.
Burocrazia più snella. I cittadini potranno accedere a tutti i servizi pubblici con un unico nome utente e password. Previsto inoltre anche un unico ufficio territoriale che unirà agenzia delle entrate, soprintendenza, provveditorati alle opere pubbliche, uffici scolastici regionali, uffici della motorizzazione.
Libretto unico per le automobili. La riforma prevede il trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), gestito dall’Aci, al ministero delle Infrastrutture e trasporti. Si va verso un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto che sostituisce foglio complementare e libretto attuale.
Semplificazione delle pratiche per la costruzione delle grandi opere. Il governo prevede un dimezzamento dei tempi anche con la possibilità di riunioni telematiche. Le amministrazioni avranno 90 giorni di tempo per rispondere alle richieste presentate da cittadini e imprese, prima che scatti il cosiddetto “silenzio assenso” per dare il via ai cantieri. «Non è un incentivo ad autorizzare, ma le amministrazione dovranno rpendersi la responsabilità delle proprie decisioni: sì o no». Dopp 18 mesi non sarà possibile cambiare idea.
Più poteri al presidente del consiglio. Saranno rafforzati i poteri di controllo sulle agenzie fiscali e sulle nomine dei manager pubblici, che dovranno avere l’approvazione del consiglio dei ministri.
Digitalizzazione e accesso alla pa. Nel primo articolo del disegno di legge, il governo si impegna a garantire il diritto di accesso dei cittadini e delle aziende ai dati e ai servizi della pubblica amministrazione anche se si tratta di documenti non resi pubblici, sulla base del Freedom of Information Act.
LE SLIDE