L’esperimentoAsilo notturno per i figli dei braccianti: quando il Sud supera il Nord

A Villa Castelli, Brindisi, su 9mila abitanti 3mila lavorano in agricoltura dalle prime ore del giorno. L’asilo nido comunale tra maggio e settembre aprirà alle 3 del mattino

Villa Castelli si trova al confine tra la provincia di Taranto e quella di Brindisi. Su poco più di 9mila abitanti, quasi 3mila sono impiegati in agricoltura. Uomini e donne. Non un lavoro qualsiasi: si punta la sveglia in piena notte e alle prime luci dell’alba si comincia a lavorare anche a molti chilometri di distanza da casa. Chi ha un bambino, finora si è arrangiato chiedendo aiuto ad amici e parenti. Finché è arrivata l’illuminazione: aprire l’asilo nido comunale di notte. Dalle tre in poi, tra maggio e settembre. Nel periodo di maggiore richiesta di manodopera nei campi, in coincidenza con il picco della raccolta di frutta e pomodori.

«È un atto di sensibilità verso le mamme lavoratrici del nostro paese», spiega il sindaco Vitantonio Caliandro, che ha vinto le elezioni del 2014 appoggiato da una lista di centrosinistra. «Abbiamo deciso di dare una risposta concreta a un’esigenza dei nostri concittadini. Qui ci conosciamo quasi tutti e sappiamo davvero di cosa ha bisogno la comunità». Nel periodo estivo, da Villa Castelli i braccianti partono ogni giorno per lavorare nei campi di tutta la Puglia, spingendosi anche in Basilicata. Molti di loro sono di origine albanese, stabilitisi nel paese dopo l’esodo degli anni Novanta. E se prima erano soprattutto i mariti a svegliarsi per andare a raccogliere pomodori e angurie, in questi anni di crisi economica anche le mogli hanno iniziato a seguirli.

«Abbiamo deciso di dare una risposta concreta a un’esigenza dei nostri concittadini. Qui ci conosciamo quasi tutti e sappiamo davvero di cosa ha bisogno la comunità»

Il progetto dell’asilo notturno, già sperimentato per due settimane da metà settembre a inizio ottobre con una quindicina di bambini, si è inizialmente bloccato per una disputa con i sindacati in merito ad alcune assunzioni della cooperativa che gestisce il servizio. Ma, assicura il sindaco, «partiremo ufficialmente a maggio 2016». Quando la struttura di via Montessori terrà aperti i suoi cancelli dalle 3 del mattino fino alle 8 di sera, con tre differenti fasce orarie a seconda delle esigenze delle famiglie. La previsione è che i bambini coinvolti saranno circa 75, più o meno 25 per ogni fascia. La prima va dalle 3 alle 8 del mattino con attività di “centro diurno socio educativo prima infanzia”. «Non un dormitorio pubblico», precisa il sindaco, «ma un posto dove i bambini possono svolgere anche diverse attività grazie alle professionalità messe in campo». La seconda fascia va dalle 9 alle 15, per i bambini da tre a 36 mesi (“asilo nido”); la terza dalle 15 alle 20 con il “centro ludico di prima infanzia”.

«Lo scopo prioritario è quello di garantire la tutela e il benessere del bambino nel pieno rispetto dei suoi ritmi biologici, senza stravolgerli rispetto ai tempi di lavoro delle madri», si legge nella carta dei servizi stilata dal Comune. «Una finalità diretta dunque al bambino e al suo percorso di crescita psicofisica e una finalità indiretta rivolta alle madri lavoratrici, nella tutela del proprio diritto di maternità congiuntamente a quello della realizzazione lavorativa».

L’idea, spiega il sindaco, «è nata dal dialogo con il territorio, che qui a Villa Castelli ha esigenze particolari legate al lavoro agricolo. Ma le stesse esigenze, per motivi diversi, ci saranno anche a Milano o in altre parti d’Italia. Ci sono fabbriche e negozi aperti 24 ore su 24, per questo il nostro è un modello replicabile. I ritmi di vita cambiano e i bambini, che sono i più esposti, vanno protetti».

«L’idea è nata dal dialogo con il territorio, che qui a Villa Castelli ha esigenze particolari legate al lavoro agricolo. Ma le stesse esigenze, per motivi diversi, ci saranno anche a Milano o in altre parti d’Italia. Ci sono fabbriche e negozi aperti 24 ore su 24, per questo il nostro è un modello replicabile. I ritmi di vita cambiano e i bambini, che sono i più esposti, vanno protetti»

Nell’ufficio del primo cittadino di Villa Castelli nelle ultime settimane il telefono squilla di continuo. Da Nord a Sud sono tutti interessati al suo modello di asilo nido notturno. E una telefonata è arrivata anche dall’Emilia Romagna, dove il “modello Reggio Emilia” da anni fa scuola in tutta la penisola.

L’orario straordinario di apertura è previsto solo da maggio a settembre. Nel corso degli altri mesi si apre alle 6,30 e si chiude intorno alle 18. Ma anche qui le strutture del Comune sono flessibili. «Vediamo se arrivano bambini così presto, altrimenti posticipiamo l’apertura. Siamo duttili, in base alle esigenze che ci comunicano le mamme», dice il sindaco. Che ha messo anche a disposizione uno scuolabus per accompagnare i bambini da casa all’asilo e viceversa.

Il problema dei genitori braccianti a Villa Castelli non nasce oggi. Se ne parla da anni, ma c’era sempre stato un problema di costi. Stavolta l’amministrazione ha pensato di finanziare l’orario straordinario del nido chiedendo alla regione di poter accedere ai fondi europei e utilizzando i buoni per il servizio conciliazione vita-lavoro. «Così non peserà sul bilancio comunale, ed eviteremo di aumentare le tasse», dice Caliandro. I genitori che usufruiranno dell’orario notturno non dovranno pagare di più per il servizio. «Il costo resterà sempre lo stesso, modulato in base alla situazione reddituale dei genitori, con riduzioni dal 20 al 90%». E forse, chi lo sa, in futuro si parlerà di “modello Villa Castelli”.

Nell’ufficio del primo cittadino di Villa Castelli nelle ultime settimane il telefono squilla di continuo. Da Nord a Sud sono tutti interessati al suo modello di asilo nido notturno. E una telefonata è arrivata anche dall’Emilia Romagna, dove il “modello Reggio Emilia” da anni fa scuola in tutta la penisola