Per il Giubileo della Misericordia sono attese a Roma 33 milioni di persone, tra turisti e pellegrini. Ma molti dei visitatori potrebbero aver già cambiato idea. È l’onda lunga degli attentati terroristici in Francia. L’effetto collaterale dell’attacco a Parigi, che adesso rischia di danneggiare la Città Eterna. Anche perché secondo i dati recentemente presentati dal Censis, lo straordinario flusso di arrivi durante l’Anno Santo avrebbe portato in città oltre 8 miliardi di euro. Intanto negli ultimi giorni diversi alberghi del centro hanno iniziato a ricevere disdette. A cancellare le prenotazioni, raccontano gli esperti, sono soprattutto i turisti in arrivo da Stati Uniti ed Estremo Oriente. Il motivo? Gli americani sono storicamente più sensibili alle minacce di attacchi terroristici. Sono i primi a cancellare un viaggio durante i periodi di crisi internazionale. I turisti cinesi e giapponesi, invece, sono soliti suddividere un viaggio in Europa in più tappe. E poiché la visita a Roma è spesso abbinata a una sosta a Parigi, il crollo delle prenotazioni verso la Francia ha influito direttamente anche sul nostro Paese.
«Ma questo non è il momento di diffondere allarmismi» racconta Roberto Necci, presidente dell’associazione direttori d’albergo Lazio. «Certo, un rallentamento nelle prenotazioni c’è stato. Ma è ancora presto per avere dati precisi sul Giubileo». Il boom delle cancellazioni si è registrato lo scorso fine settimana, ovviamente. A ridosso degli attentati di Parigi. Durante l’ultimo weekend le disdette negli hotel romani sono aumentate di quasi il 20 per cento. A questi dati si è accompagnato, a partire dai giorni successivi, un forte rallentamento nelle prenotazioni. «Per certi versi è fisiologico – continua Necci – L’impatto emotivo della tragedia francese è stato molto forte».
In occasione dell’Anno Santo erano attesi a Roma 33 milioni di visitatori. Ma l’effetto Giubileo è stato azzerato. Per dicembre gli albergatori hanno registrato meno prenotazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso
E così l’effetto Giubileo è stato azzerato. Per dicembre gli albergatori romani hanno ricevuto meno prenotazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È un dato preoccupante, anche perché si tratta del primo mese delle celebrazioni religiose. Da questo punto di vista rappresenta un indicatore importante anche per i mesi successivi. «Il nostro osservatorio ha fatto una proiezione in base alle prenotazioni che ci sono attualmente» spiega il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli. «Nei giorni a cavallo dell’8 dicembre, quindi per l’apertura della Porta Santa, si registra una percentuale di occupazione alberghiera poco sopra il 50 per cento». Insomma, in città non c’è il tutto esaurito. E non se ne sono accorti solo gli albergatori. Pochi giorni fa a denunciare il calo dei visitatori stranieri è stato Alessandro Circiello, presidente della Federazione italiana cuochi del Lazio. «Noi abbiamo circa 20mila soci tra cuochi, pasticcieri e pizzaioli – ha spiegato all’edizione romana del Corriere – Negli ultimi due giorni è stato notato un calo nelle prenotazioni e ci sono state numerose disdette nei ristoranti delle zone centrali, da piazza Navona a Campo de’ Fiori, soprattutto da parte degli stranieri».
Del resto in città la paura è palpabile. Solo oggi tre diversi allarmi hanno obbligato la chiusura di alcuni tratti della metropolitana. Anche martedì scorso numerosi fedeli hanno preferito disertare l’udienza generale di Papa Francesco. In Piazza San Pietro si sono presentati in 20mila, guardati a vista da decine di agenti. Intanto i timori varcano i confini d’Italia. In ballo c’è una grande opportunità per la Capitale: se durante l’Anno Santo del 2000 erano arrivati in città “solo” 25 milioni di fedeli, stavolta ne sono attesi almeno 33 milioni. E il 70 per cento sono stranieri. È il Censis a elencare la classifica dei visitatori. I primi sono gli americani, solo nel 2014 ne sono arrivati 1,6 milioni. Dopo di loro inglesi (643 mila) e tedeschi (634mila). Seguono spagnoli (494mila), francesi (485mila) e giapponesi (477mila). Da qualche anno, poi, sono sempre più numerosi anche i turisti argentini, invogliati a visitare la Città Eterna dal Papa connazionale. Negli ultimi sei anni la loro presenza in città è aumentata del 181,7 per cento.
In città ci sono circa 3mila strutture ricettive abusive. «I clienti che sono ospitati nelle strutture autorizzate – racconta Necci – vengono censiti, registrati e i loro nominativi sono inviati in questura». Lo stesso trattamento non viene riservato a chi alloggia in strutture abusive, che così può pernottare in città senza alcun tipo di controllo
Intanto le strutture ricettive pronte ad accogliere i visitatori rappresentano un altro motivo di preoccupazione. A Roma, più che altrove, la presenza diffusa di alloggi abusivi è da tempo un problema. Calcolando hotel, bed and breakfast e case vacanza, in tutta la città sono registrate circa 3.500 strutture autorizzate. Per un totale di 167mila posti letto (il 66 per cento negli alberghi e il 34 per cento in strutture extralberghiere). Eppure sul web si trovano almeno 6-7mila strutture ricettive. Il fenomeno ha un impatto negativo per la città, ovviamente. Ogni anno il Campidoglio perde circa 40 milioni di euro di tasse di soggiorno mai riscosse. Ma adesso apre anche un interrogativo sulla sicurezza del Giubileo. «I clienti che sono ospitati nelle strutture autorizzate – racconta Necci – vengono censiti, registrati e i loro nominativi sono inviati in questura». Lo stesso trattamento non viene riservato a chi alloggia in strutture abusive, che così può pernottare in città senza alcun tipo di controllo. Anche per questo negli ultimi giorni le autorità hanno avviato una serie di verifiche mirate. Numerose ispezioni per raccomandare ai gestori di B&B la regolare trasmissione dei documenti dei clienti, ma soprattutto per scoprire le strutture fuori controllo. Diverse realtà illegali nel centro storico sono già state sanzionate. I vertici di Federalberghi Roma confermano il buon esito degli accertamenti. «Finalmente – ha spiegato il presidente Giuseppe Roscioli – registriamo un segno importante di riaffermata legalità».