Gorky ParkMerkel, è iniziato il conto alla rovescia

Opposizioni in crescita, fuoco amico da Wolfang Schäuble e dai big della Cdu e Csu. La questione profughi sta mettendo per la prima volta il Paese contro la Cancelliera. I voti regionali del 2016 potranno segnare la fine dei sogni di rielezione. Ma sia chiaro: l’attacco di Renzi non c’entra

Harte Zeiten. Tempi duri per Angela Merkel. La cancelliera tedesca, la stessa che la rivista americana Forbes ha consacrato lo scorso anno come la donna più potente del mondo (e nella lista assoluta seconda solo a Vladimir Putin) naviga ora in acque agitate. In pochi mesi é stata sbalzata di sella a casa propria, almeno nei sondaggi, travolta da una crisi, quella dei profughi, che non é solo un grande problema tedesco, ma di tutta l’Europa.

I numeri resi noti questa settimana dalla Ard, la prima rete nazionale tv che regolarmente misura con affidabilità gli spostamenti degli umori tra i tedeschi, non hanno fanno altro che confermare la tendenza già espressa da altre indagini. La popolarità della Signora cancelliera scende e sempre di più sono gli scontenti. Così Frau Merkel si ritrova ai livelli del 2011, quando era a metà del guado del suo secondo mandato, alla testa di una coalizione con i liberali della Fdp che sarebbe naufragata due anni più tardi. Oggi che Angie è alla guida di una Grosse Koalition con i socialdemocratici della Spd le cose sembrano andare anche peggio. Sempre stando ai numeri del Deutschlandtrend della Ard, la cancelliera é precipitata nel consenso, lasciando spazio in testa alla classifica dei politici al ministro degli Esteri socialdemocratico Frank Walter Steinmeier e al collega cristianodemocratico, titolare delle Finanze, Wolfang Schäuble.

Non é un caso: le preoccupazioni dei tedeschi sono rivolte principalmente dallo scorso anno al problema dell’immigrazione e la cancelliera si é trovata in difficoltà nella gestione della crisi, sia a casa propria come in Europa. Steinmeier, esposto sulla scacchiera internazionale e lontano dalle bufere di casa, e Schaüble, il mastino che fa la guardia a Berlino e Bruxelles tenendo a bada i conti propri e quelli degli altri, ne hanno approfittato. Solo il 18% dei tedeschi, tra cui il 33% degli elettori conservatori, pensa che il governo Merkel abbia davvero sotto controllo la questione immigrati. La stragrande maggioranza ritiene che dalla cancelliera in giù più di qualche cosa stia andando storta e anche se molti si dicono d’accordo sulle misure prese per arginare difficoltà concrete e preoccupazioni popolari (il cosiddetto Asylpaket II approvato dal governo un paio di giorni fa) il giudizio finale è negativo. Solo il 38% è soddisfatto del lavoro di Frau Merkel, il 61% lo boccia. E più Cdu (ora 35%, -4%) e Spd (24%, invariata) traballano, più avanzano nel consenso popolare le forze estremiste, a partire dalla Afd (Alternative für Deutschland, trasformatasi da partito di professori euroscettico a ricettacolo dell’estremismo di destra xenofobo) salita al 12%.

Visto che in questo 2016 si vota in quattro parlamenti regionali e nel 2017 è la volta della tornata nazionale per il rinnovo del Bundestag, allora si capisce come per Angela Merkel possa essere arrivata l’ora del crepuscolo

Fin qui i numeri. Perché i sondaggi sono sì teorici, ma servono a capire cosa succederà realmente e visto che in questo 2016 si vota in quattro parlamenti regionali e nel 2017 è la volta della tornata nazionale per il rinnovo del Bundestag, allora si capisce come per Angela Merkel possa essere arrivata l’ora del crepuscolo. Al timone dal 2005, cancelliera prima di una Grande coalizione sino al 2009 poi di una con la Fdp finita nel 2013 fuori dal parlamento, è teoricamente ancora in corsa per raggiungere il record di Helmut Kohl, cinque volte al Kanzleramt per sedici anni di governo, ma la parabola, se non è proprio decisamente in discesa, sta seguendo comunque una curva pericolosa. Non tanto per come Merkel stia trainando l’Europa – dai dossier della Grecia a quello dell’Ucraina passando per quello più bollente dei profughi dove la linea degli aiuti miliardari alla Turchia è passata senza intoppi nonostante il governo italiano abbia provato ad alzare la voce, ha dimostrato come al solito che é sempre la Germania a dettare le linee di fondo – quanto proprio per quello che accade in Germania, scandito dalle cifre dei sondaggi.

Alla cancelliera sta salendo insomma l’acqua alla gola e di salvagenti per ora non ne ha gettati nessuno. Se l’opposizione fa il proprio mestiere e Verdi e Linke (gli ex comunisti nipotini della Ddr) si aggirano entrambi intorno al 10%, i pericoli maggiori arrivano dalla Afd e paradossalmente dal partito gemello bavarese Csu, con il terzo uomo della Grosse Koalition, Horst Seehofer, che non perde occasione per fare pressing da destra su Angela Merkel, sia che si tratti di immigrazione o di sanzioni alla Russia. La visita questa settimana del leader cristianosociale a Mosca da Vladimir Putin ha fatto venire qualche malumore non solo in casa Cdu, mentre la cancelliera per quieto vivere non ha dato seguito alle polemiche.

Alla cancelliera sta salendo l’acqua alla gola e di salvagenti per ora non ne ha gettati nessuno

I segnali però che sia la coalizione di governo che la stessa Cdu siano sotto pressione e l’inquilina del Kanzleramt possa farne alla fine dei conti le spese si sono moltiplicati. Gli appuntamenti delle elezioni regionali di quest’anno (a marzo in Baden-Württenberg, Renania-Palatinato e Sassonia-Anhalt, a settembre in Meclemburgo-Pomerania anteriore) saranno i test per vedere se una candidatura Merkel alle politiche del 2017 sarà ancora attuale. L’impressione è che all’interno del suo partito la cancelliera non abbia un sostegno incondizionato, anche se é difficile prevedere chi possa sostituirla. Dopo Schäuble la più polare cristianodemocratica é la ministra della Difesa Ursula von der Leyen, le dinamiche di partito seguono invero altri schemi. Julia Klöckner, candidata in Renania-Palatinato dovrebbe portare la Cdu a diventare il primo partito in un Land tradizionalmente di sinistra ed è già vice di Merkel nel direttorio nazionale. Ha sufficiente appeal per diventare una candidata per il palcoscenico nazionale, bisognerà però attendere di vedere se il trionfo annunciato a Magonza la porterà davvero a fare la ministra-presidente in una piccola regione o le farà da apripista per la grande Berlino. Guido Wolf in Baden-Württenberg raccoglierà il peggior risultato storico per la Cdu, non certo un buon viatico, qualunque sia la via.

I giochi si stanno in realtà aprendo solo ora, anche se il liberi tutti è la parola d’ordine. Non é detto in ogni caso che la timoniera attuale non resti alla guida anche domani, proprio per mancanza di alternative e rivali. Sempre guardando i numeri e gli sviluppi probabili, con l’erosione progressiva dei due grandi partiti (Cdu-Spd), la stabilizzazione del fronte d’opposizione (Verdi e Linke) e soprattutto l’entrata al Bundestag della Afd (anche se la strada é ancora lunga) è facile che il sistema tedesco permetta sostanzialmente l’unica soluzione praticabile di un governo di coalizione tra cristiano-democratici e socialdemocratici. Resta da vedere in questo caso se Frau Merkel sarà ancora disponibile o se le battaglie interne l’avranno già esclusa dai giochi.

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