È difficile essere il fratello scarso di un calciatore forte, ma molto più difficile è essere il fratello scarso di un giocatore mediocre. Nel primo caso, almeno, puoi sempre mentire a te stesso e appellarti a una giustizia divina che ti assolve da ogni colpa. D’altronde tuo fratello è un dio, e la grazia è concessa a pochi. Nel secondo caso, invece, si è costretti a fare i conti con i limiti della propria finitezza umana. Per Gaëtan Théréau non deve essere stato per nulla facile essere il fratello di Cyril Théréau. “A volte è difficile da sopportare, la gente si aspetta di più da me. Me ne sono fatto una ragione, sono venuto a patti con me stesso e con i miei sogni.”
I fratelli Théréau sono figli della sonnolenta provincia prealpina occitana e al contempo sono figli degli anni ’80. Una miscela potenzialmente letale, in grado di cancellare brutalmente le fantasie di qualsiasi bambino cresciuto nella bambagia. Eppure, fin dall’inizio, i fratelli Théréau hanno sognato in grande. Troppo piccoli per Platini e troppo grandi per Zidane hanno sognato con Jordan e l’NBA, con i Beastie Boys e Kid Rock, le grandi città, la moda e il lusso. I fratelli Théréau hanno sognato l’America. Ovvero, è più probabile che Cyril sia cresciuto sognando l’America e Gaëtan, da buon fratello minore, sia cresciuto seguendo e idolatrando il proprio unico mito Cyril e le sue aspirazioni. Nel frattempo, tra un tiro a canestro e un film di Kassovitz, i fratelli Théréau sono diventati calciatori.
Nel frattempo, tra un tiro a canestro e un film di Kassovitz, i fratelli Théréau sono diventati calciatori.
Cyril Thereau è oggi uno dei più forti attaccanti della Serie A. E questo, più che un giudizio di merito sull’attaccante dell’Udinese, può essere letto come un triste epitaffio per quello che tanti anni fa era il più bel campionato del mondo. Non che Cyril Théréau non sappia giocare a calcio: è forte fisicamente, veloce, sa toccare la palla, rincorrere gli avversari ed è molto freddo davanti al portiere. È quello che si definisce “un attaccante moderno”. Dell’attaccante moderno ha anche tutte quelle caratteristiche, irrinunciabili nel calcio di oggi, che distinguono il campione dal mediocre: un numero di maglia non convenzionale (il 77), più di trenta tatuaggi, una pettinatura sorprendente e un’esultanza personale da sfoderare a ogni gol. Ciononostante Cyril Théréau ha giocato solamente nei campi della periferia del calcio dei campioni, nelle serie minori francesi, nei burrascosi campionati di Belgio e Romania, fino agli ultimi approdi di Verona e Udine.