Mario Draghi al concertone del primo maggio

Il presidente della Bce in elicottero distribuisce sacchi di banconote, ma il pubblico è costretto a restituirle. Anticipazione surreale del concerto per la festa del lavoro

Come Presidente del Fai (Fondo ambiente italiano) mi è stato offerto quest’anno di organizzare il concertone del Primo Maggio. È un’offerta un po’ strana: per averne il “patrocinio” devo pagare io la Rai cinque milioni di euro. Però ci sono stato. Ho cambiato tutto. Dalla località dove si svolgerà agli artisti ospiti dell’evento.

Il posto che ho scelto è l’area Expo “abbandonata” di Milano. Per affittarlo un giorno mi è stato chiesto un milione di euro. Ho subito accettato. Anzi, volevo pagare di più ma il cda di Expo ha detto che una milionata va benissimo. Per allestire il palco e il service ho speso quatro milioni di euro. Non volevo fare la figura del pellegrino. Luci e tutto il resto dovevano essere all’altezza della serata. Essendo poi uno show lungo diverse ore, la scaletta degli artisti è complicata. Però sono riuscito a mettere tutti d’accordo.

Presentatori: Carlo Petrini di Slow Food ed Eleonora Casalegno (detta la donna più bella del mondo). Interventi comici di Maurizio Costanzo in collegamento. Tutti e tre questi artisti partecipano per beneficenza e a completo titolo gratuito. Giustamente, invece, gli artisti internazionali ho dovuto retribuirli. Apre il concerto, alle 14.30, Beyoncé (cachet due milioni di dollari). Segue Taylor Swift (stesso cachet della Knowles). Poi arrivano i Negrita (gratis). Vinicio Capossela a metà pomeriggio. Inizia a cantare, si offende e va via senza salutare. Se l’è presa perché tra il pubblico c’era una bandiera della Cisl (detto il miglior sindacato bianco d’Europa)?

Alle 22.30 passa sopra l’area Expo un elicottero, c’è su Mario Draghi (o il suo sosia). Dall’elicottero vengono buttati giù diversi sacchi di banconote. La Germania protesta per cui il pubblico viene gentilmente invitato a riconsegnare le banconote all’uscita del concerto

No, non penso Vinicio si sia offeso per quello ma per una delusione d’amore. Al posto di Capossela facciamo andare sul palco Roberto Bolle. Il mitico ballerino era lì tra il pubblico. Non era previsto un suo intervento; gentilmente vedendo che l’organizzazione era in difficoltà su mio invisto si è prestato. È un grande artista, il più grande che il nostro Paese abbia.

Grandissima la sua esibizione. Pochi minuti dopo la fine del suo balletto c’erano già su YouTube 26 milioni di visualizzazioni. Qualcuno aveva postato in tempo reale la sua performance. Poi mi ha chiamato Mark Zuckerberg perché su Facebook nessun post aveva mai fatto registrare talmente tanti like.

Mentre stavano per salire sul palco, come da scaletta, gli Wham, arriva Capossela: vuole riprendere a cantare. George Micheal mi dice: «Tocca a me». Io faccio riprendere lo show a Vinici, George si offende e va via. Anzi, no. Si mette a suonare a cento metri dal palco centrale dove c’è tutt’ora il padiglione Expo del Burundi. Il pubblico si divide. Un po’ arriva dagli Wham, un po’ rimane lì. A quel punto decido di non pagare gli Wham. Il loro impresario mi prende per il collo. Ci accordiamo: dieci milioni di dollari invece che i 30 che dovevo.

Senza avvertire, alle 21, arrivano i Clash. Una sorpresa assoluta. Non suonano insieme dal 1981. E non ci avevano detto che sarebbero venuti al Concertone del Primo Maggio. Iniziano con Rock the Casbah. Il pubblico impazzisce e comincia a spaccare tutto. I pochi padiglioni rimasti in piedi vengono demoliti per sempre. Fanno la fine lo stand dell’Amazzonia, quello delle Isole Bermuda, il padiglione del Messico, quello della Guinea (che era già stato spaccato in due durante l’esibizione di Beyoncé). Per ultimo viene tirato giù quello dei Pigmei che insieme a quello dei Masai doveva essere smontato e donato al museo Poldi Pozzoli di Milano – che così adesso chiude.

Avvertiti su Skype che i Clash stanno spaccando tutta Milano, arrivano d’urgenza gli AC/DC. I fan impazziscono e corrono alla Darsena. Spaccano anche quella. Dispiace perché il Comune l’aveva appena fatta nuova. Adesso aspetteranno a ricostruirla. Per me fanno bene. Ci sono altre priorità in città.

Il concerto intanto procede. Invitato da me, sale sul palco Mariano Apicella (partecipa gratis). Secondo la scaletta deve cantare per un’ora. Va benissimo, il pubblico applaude e i Clash gli chiedono di fare un pezzo insieme. Improvvisano una delle canzoni più brutte della storia. Addirittura fanno apposta a sbagliare per far divertire il pubblico che si diverte.

Alle 22.30 passa sopra l’area Expo un elicottero, c’è su Mario Draghi (o il suo sosia). Dall’elicottero vengono buttati giù diversi sacchi di banconote. La Germania protesta per cui il pubblico viene gentilmente invitato a riconsegnare le banconote all’uscita del concerto, che comunque ormai ha diversi fronti. Il palco centrale (area Expo a Rho), la Darsena sui Navigli e Piazza Duca d’Aosta dove si sono messi a suonare i Red Hot Chili Peppers. Corro lì per retribuirli e per ringraziarli della sorpresa. Mi dicono che suonano gratuitamente, ma nella nota spese da consegnare al Fai scrivo che mi son costati 50 milioni di euro.

Il bilancio delle spese è presto fatto: 200 milioni di euro di uscite e diecimila euro di entrate, più 500 iscrizioni al Fai. Per questa gestione scellerata vengo costretto alle dimissioni che respingo. Per quanto mi riguarda, a oggi, sono ancora il Presidente del Fai. Me ne vanto. E farò sempre peggio.

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