Piccolo dizionario di nevrosi abitative

Dal disturbo dell'adattamento, al delirio, alla paranoia, alla disposofobia. Ecco perché abitare vuol dire, innanzitutto e per lo più, stare male

Allucinazione

Abitare sì, ma abitanti prima di tutto. Chi altro è intimo progettista, scultore, ed esegeta della casa se non colui che la abita? E di più: chi soffre di allucinazioni è pure concreto ideatore dell’immaginario. Percepisce quello che non c’è, plasma visioni, suoni, materiali, e a volte altre menti delicate attorno a lui.
Trattasi in questo caso di Folie à deux, contagio charmant di una danza distruttiva, in cui si condividono casa e deliri. Rosa e Olindo. Vedi alla voce Paranoia (dei vicini di casa), se stai dalla parte opposta.

Bibliomania

Don Vincente: monaco, assassino, bibliomane. Nel 1834 il monastero cistercense di Santa Maria di Poblet fu rapinato di ori, argenti, e dei rari libri che custodiva. Fortemente sospettato dai monaci di avere aiutato i delinquenti a procurarsi i volumi, Vincente ripara a Barcellona, apre una libreria, e ci vive dentro. No, non vende i libri, li guarda soltanto. Pura estetica di un allestimento perfetto. I guai arrivano quando si vede costretto dal proprio delirio ad uccidere nove persone per procurarsi il rarissimo volume Furs e Ordinations de Valencia.

Disposofobia

Dicesi di questa forma estrema di riciclo la tendenza all’accumulo compulsivo di oggetti, pur quando scevri di valore economico o affettivo. I disposofobici sono meticolosi scultori di paure, ansie, ma anche di grandi intuizioni spaziali: finalmente le case significano forme, e non la loro mera utilità. Questi poeti ardiscono metafore metaboliche in stanze dal dominio irrazionale, e quando in forme gravi, a discapito di tutti e tutto l’universo esterno. Per queste persone la casa è una modalità obsoleta di abitare almeno tanto quanto lo stato è un modello superato di convivenza umana.

Collezionismo

Prima gli esploratori, poi i naturalisti, botanici, etnografi, antropologi, medici, umanisti, nobili, commercianti, librai, mecenati, custodi, archivisti, qualcosa che ha come prefisso o suffisso “filo”, artisti, accaparratori compulsivi, esteti, documentaristi, curiosi, nerd, appassionati, ossessionati, maniaci. Sicuro di non esserci qui dentro? Ma quanti e quanto magnifici sono gli oggetti terrestri? Alla gentile presenza dell’intera cultura del progetto degli interni contemporanea.

Delirium

Quante pietre della follia albergano negli efferati episodi di cronaca nera? La casa è il set prediletto per gli assassini che soffrono di disturbo delirante. Alessandro Magni a Limbiate vede un demone nella madre, la accoltella e assiste al consumarsi dell’appartamento in fiamme. L’ultra religiosa Daniela Cecchin suona al campanello della moglie del perseguitato a Firenze, la sgozza e preleva alcuni oggetti-feticcio del marito prima di lasciare l’abitazione. Tra gli ultimi noti, il killer di Luca Varani, senza iniziare a contare tutti i casi di delitti per delirio di gelosia..

Disturbo dell’adattamento

La modalitò alloplastica di adattamento, secondo Freud e Ferenczi, gli autori che ne hanno sviluppato la definizione, si rivela quando il soggetto, posto davanti ad una situazione complessa, reagisce cercando di cambiare l’ambiente esterno per modificare una data situazione. L’uomo si è da sempre evoluto costruendo oggetti che sono altro da sé, con sperimentazioni al di fuori del proprio corpo, condizionando l’ambiente esterno. Ad esempio un cambio di casa può privare alcuni soggetti di questa capacità, facendoli reagire in modo emotivamente eccessivo.

Disturbo della personalità ossessiva

Abitare è essere a casa propria, non ci piove. Ed ognuno lì ripone i propri rituali, a volte fissazioni imprescindibili da qualsiasi bomba atomica possa scoppiare nel mondo in un dato momento. Ma, a meno che tu non ti sia fatto intimamente travolgere dal bestseller giapponese Il magico potere del riordino, la preoccupazione eccessiva per l’ordine, la pulizia, la mania delle liste e l’organizzazione militaresca, non sono mai consigliati. Qualsiasi stanza normalmente richiede un certo grado di interpretazione, la forza del controllo perfetto dell’ambiente è la sua debolezza.

Paranoia

La paranoia è un disturbo del pensiero costruito su un sistema di convinzioni incoscienti dettate da ansia e paura che, sebbene non coerente alla realtà, assume aspetti morbosi. Una sua erotizzazione contemporanea trova forma nella cultura del progetto nelle parole di Salvador Dalì plasmate da Rem Koolhaas. Secondo l’architetto olandese, l’attività paranoico-critica ha invaso l’architettura: un’idea ossessiva originale, elaborata e rinforzata tramite processi associativi incontrollabili, diventa convinzione di verità ineluttabili. La città e le sue abitazioni sono così una matrice cospirativa di sogni realizzati e fallimenti.

Semplicità Volontaria

A volte una persona crede che alcuni dei suoi pensieri le siano stati imposti da una forza esterna. E decide di non seguirli. In piena epoca di cultura DIY, narrative riemerse dell’abitare di ghandiana memoria propongono il voto ai ritmi lenti, comprare lo stretto indispensabile, disfarsi di tutto ciò che è superfluo. Insomma seguire un regime di anarcomia, dimostrando che vivere senza possedere nulla, a parte un computer, è possibile.

Sindrome di Noé

Ambienti umani e ambienti animali. No, Jakob Von Uexküll non aveva ancora visto la Crazy Cat Lady de I Simpson quando descrive il concetto di mondo operativo e percettivo come due parti di una sfera unica che forma l’ambiente di ogni creatura terrestre. L’accaparramento di animali in appartamento è una monomania degenerativa che valica oltre natura pretendendo di fare coesistere umani con un numero eccessivo di animali nella stessa sfera-casa. Parafrasando Hermann Nitsch, creazione e decadimento si fondono in un modo talmente completo che l’uno si presenta come fosse il suo opposto.

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