Per Comieco, il consorzio che si occupa di riciclare la carta in Italia, c’è un modo semplice di misurare il senso civico degli abitanti di un luogo: la combinazione della quantità di carta da riciclare raccolta e della sua qualità. Se nel cassonetto finisce di tutto, è segno di una carenza di senso civico. La percentuale di “impurità” nella raccolta è del 3%, facendo una media italiana, e un dato come quello di Roma, superiore al 10%, parla da solo.
Ma sono le differenze di quantità che saltano di più all’occhio: la media italiana di 52 chilogrammi di carta conferita a testa è davvero la media del pollo. Ci sono gli 83 chili raccolti in Trentino-Alto Adige, seguito a breve distanza dall’Emilia Romagna e della Toscana, e ci sono i 15 chili della Sicilia, picco negativo di un Sud che nel complesso non arriva a 30 chilogrammi per persona.
Non è però solo questione di senso civico. C’entrano molto, se non soprattutto, i mezzi a disposizione. Un conto è fare la raccolta differenziata con il camioncino che passa tre volte alla settimana sotto casa, un altro è caricarsi in macchina i giornali, la carta del pane e i fogli stampati fino alla campana più vicina (a proposito, ogni occasione è buona per ricordarsi che nella carta non si buttano cartoni della pizza e scontrini).
Cinque milioni da spendere
Così nella primavera del 2015 Comieco ha deciso di destinare 7 milioni di euro a iniziative che spingessero la raccolta di carta nei comuni del Mezzogiorno. È il Piano per il Sud, patrocinato dal ministero dell’Ambiente e consiste nella fornitura di cassonetti e di altri mezzi per la raccolta della carta. A un anno di distanza, però, il consorzio ha potuto stanziare solo 2,5 milioni di euro di finanziamenti. Il motivo: i ritardi delle amministrazioni, che non stanno brillando per sensibilità nella materia. Ci vuole infatti un po’ di attenzione, perché non si tratta di finanziamenti a pioggia ma di soldi che vanno sudati: bisogna mettersi a elaborare progetti specifici, che permettano di raggiungere degli obiettivi. Se questi non si raggiungono, la metà dei finanziamenti va restituita a Comieco, mentre l’altra metà è concessa a fondo perduto.
«Sono gli stessi Comuni che si devono attivare, anche perché la raccolta dei rifiuti è un motivo di crescita economica», dice a Linkiesta Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco. Per ogni tonnellata raccolta, le amministrazioni ricevono 100 euro. Una quotazione che, in base al nuovo accordo siglato con l’associazione dei comuni italiani (Anci), porta il consorzio a girare alle amministrazioni 95 milioni di euro all’anno.
Nonostante i ritardi, Montalbetti sottolinea i passaggi importanti già messi a segno nel Piano per il Sud. «Sono già stati siglati accordi con i Comuni di Napoli, Catania, Palermo, Bari e Foggia, e sono in via di perfezionamento i contratti con Messina e Sassari», commenta. I grandi comuni sono quindi partiti, ora è il momento dei piccoli di farsi avanti. Nella sola Palermo il piano ha portato alla dotazione di 200 nuovi cassonetti con la previsione di raccogliere in 18 mesi 2.100 tonnellate in più di carta e cartone. Nel 2016 arriveranno ulteriori 70 cassonetti da posizionare in altre parti della città.
La media italiana di raccolta di carta è di 52 chilogrammi per abitante, ed è davvero la media del pollo. Ci sono gli 83 kg raccolti in Trentino-Alto Adige e ci sono i 15 chili della Sicilia, picco negativo di un Sud che nel complesso non arriva a 30 chilogrammi per persona
Gli obiettivi di miglioramento cambiano da città a città, ma a livello generale, si vuole passare «dai 25-30 chilogrammi a testa attuali a 50 chili, cioè al dato medio italiano», spiega Montalbetti, parlando dalla società Cartiere Modesto Cardella, di San Pietro a Vico, Lucca, che Linkiesta ha potuto visitare in un viaggio stampa. Entro la fine del 2016, aggiunge, l’obiettivo è di utilizzare tutti o quasi i 7 milioni di euro stanziati dal Piano per il Sud.
Notizie confortanti arrivano intanto da due bandi paralleli che il consorzio ha attivato rispettivamente nel 2014 e nel 2015. Il primo vale 1,7 milioni di euro ed è rivolto ai Comuni medio-piccoli con una resa di raccolta inferiore ai 22 kg per abitante all’anno. Sono state approvate 89 domande sulle 150 arrivate. Il secondo vale circa 2 milioni ed è rivolto ai comuni con raccolta inferiore ai 27 kg per abitante. «Il primo bando ha visto le risorse essere utilizzate quasi completamente, il secondo è sulla buona strada», commenta Montalbetti. L’80% delle domande di questi bandi, aggiunge, viene da municipalità del Sud. A conti fatti, sui circa 11 milioni di euro stanziati dal 2014 per progetti speciali, rivolti prevalentemente al Mezzogiorno, cinque milioni sono stati assegnati.
Nel panorama del Meridione, la Campania è la regione che sta crescendo più di tutte (+17% nel 2014, bel 29mila tonnellate in più del 2013). C’è il caso virtuoso di Salerno (il merito va dato all’ex sindaco Vincenzo De Luca, ora governatore della regione), ma anche Napoli sta dando segnali positivi, come dimostrano le prime multe arrivate: 200 negli ultimi mesi, a partire da quelle comminate a soggetti simbolici come poste, tribunali, ospedali. La strada è ancora lunga, se si pensa che a Milano si comminano 60mila multe all’anno. Anche la Calabria ha visto un aumento (+29,3%, crescita di 10mila tonnellate), mentre la Sicilia è scesa di 7 punti percentuali.
Galleria: com’è fatta una cartiera. Reportage dagli impianti della società Cartiere Modesto Cardella Spa, di San Pietro a Vico, Lucca. Foto: Fabrizio Patti / Linkiesta
Napoli sta dando segnali positivi, come dimostrano le prime multe arrivate: 200 negli ultimi mesi, a partire da quelle comminate a soggetti simbolici come poste, tribunali, ospedali
Costi in salita
Comieco è un consorzio che fu fondato nel 1985 e che è composto da produttori, importatori e trasformatori di materiale e di imballaggi cellulosici. Gestisce il sistema di ritiro, riciclo e recupero degli imballaggi a base cellulosica e dei materiali cellulosici provenienti dalla raccolta differenziata comunale. Il suo bilancio ha visto aumentare i costi per trasferimenti ai comuni convenzionati: 100 euro a tonnellata, per un totale di 95 milioni di euro nel 2014, in aumento dagli 88 milioni del 2013, a causa del nuovo Accordo Quadro Anci-Conai. Le entrate sono invece solo di 70 milioni di euro. Vengono dal contributo ambientale di Conai (Cac, pari a 4 euro a tonnellata) e dalla cessione dei maceri alle cartiere.
Ogni anno c’è quindi un buco da 25 milioni di euro. La causa è l’aumento dei servizi di raccolta differenziata, che si devono assicurare anche nei Comuni più isolati, come nelle isole. Il buco tuttavia non preoccupa il dg del consorzio: «Negli anni passati abbiamo accumulato delle riserve. Ora le stiamo utilizzando», spiega Montalbetti. E quando finiranno? «A quel punto dovremo rivedere il contributo ambientale Conai (Cac)».
Ad aver cambiato il business delle cartiere e della stessa Comieco è stata una disposizione dell’Antitrust, che nel 2011 ha imposto che solo il 60% della carta raccolta fosse conferita direttamente da Comieco alle cartiere associate (praticamente tutte quelle italiane). In nome della concorrenza, il 40% delle tonnellate deve essere messa all’asta. Questo per il consorzio in realtà ha portato a benefici, soprattutto in un momento come questo in cui la carta da macero ha un valore. Ci sono stati dei periodi, infatti, in cui il costo della carta da macero è sceso a zero. Quando il prezzo della carta scende sotto un certo livello, la carta viene ceduta gratuitamente alle cartiere.
Attualmente in Italia si raccolgono ogni anno 3 milioni di tonnellate di carta dalla raccolta differenziate, la metà dei 6 milioni di tonnellate avviate ogni anno a macero nelle cartiere italiane. Dopo anni di stabilità, dovuta alla crisi più generali dei consumi (e quindi alla minore produzione di rifiuti), nel 2014 c’è stata una ripresa. A far scendere la produzione di carta da macero contribuisce la minore vendita di quotidiani. Tra i fattori di crescita c’è invece l’e-commerce, con l’aumento dei cartoni dei pacchi che viaggiano per il Paese.
Ogni anno Comieco ha un buco in bilancio da 25 milioni di euro. La causa è l’aumento dei servizi di raccolta differenziata. Il consorzio sta utilizzando le riserve. Quando finiranno si dovrà rivedere il contributo ambientale Conai
Cartiere, la crisi non tocca gli imballaggi
L’industria delle cartiere italiane ha passato anni durissimi a causa della crisi dei consumi, in particolare nel biennio 2008-2009. Il settore nel suo complessono non è tornato ai livelli del 2007, ma andamento è stato molto diverso a seconda dei segmenti di mercato. Sono state picchiate duramente le aziende del settore della carta grafica e del “cartoncino teso”. Molto meglio, invece, è andato ai segmenti dell’imballaggio (che si basa su carta da macero per lo più riciclata) e del “tissue” (fazzoletti, rotoloni, carta igienica).
La zona di Lucca, con un milione di carta da macero trattata, è l’epicentro italiano del settore delle cartiere. Nella zona ci sono una trentina di cartiere, di cui una decina specializzate nel trattamento della carta riciclata. Di queste ultime, un paio hanno chiuso i battenti. Ma la desertificazione che c’è stata in altre parti d’Italia e in altri settori non c’è stata.
Torna Riciclo Aperto
La realtà di queste aziende può essere visitata da tutti il 13, 14 e 15 aprile. L’appuntamento Riciclo Aperto, arrivato alla 15esima edizione, permette di visitare oltre 90 impianti della filiera del riciclo della carta. Sarà possibile assistere a tutte le fasi del ciclo del riciclo di carta e cartone, dalla selezione del macero in piattaforma al riciclo in cartiera, fino alla trasformazione in nuovi prodotti nelle cartotecniche. Delle strutture aperte al pubblico, tra piattaforme, cartiere, cartotecniche e musei, 34 saranno al Nord, 18 al Centro, 44 al Sud e Isole. L’elenco completo è sul sito di Comieco. L’iniziativa è promossa da Comieco in collaborazione con la Federazione della filiera della carta e della grafica, Assocarta e Assografici, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente, di Anci, Utilitalia, Unirima, Fise Assoambiente e Fise Unire.