Il mercato del lavoro attuale è improntato sulla competizione, intesa come cercare di sopraffare gli avversari e stabilire una propria supremazia. È così che la vedono molti professionisti e imprenditori, intenti ad accaparrarsi fette di mercato o a scalare un’organizzazione, con l’idea di puntare ai suoi vertici.
Quello che queste persone non comprendono è che, oggi più che mai, sono la nostra personalità e quello che trasmettiamo emotivamente a creare il nostro grado di benevolenza, l’atteggiamento che genera il desiderio di fare del bene alle persone che pensiamo possano meritarlo.
Dal punto di vista professionale e del business, essere generosi e altruisti potrebbe apparire come una debolezza in grado di avvantaggiare la concorrenza. Nulla di più sbagliato. La condizione di appagamento che proviamo quando siamo generosi accresce la stima e la fiducia che gli altri provano nei nostri confronti.
La condizione di appagamento che proviamo quando siamo generosi accresce la stima e la fiducia che gli altri provano nei nostri confronti.
In primo luogo, quando compiamo atti di generosità verso clienti o concorrenti ne traiamo un beneficio spirituale: ci sentiamo sereni e in armonia con chi ci circonda, proprio come se fossimo noi stessi i destinatari di questa azione.
Vi ricorderete sicuramente come vi siete sentiti nel fare un gesto carino nei confronti del prossimo, la condizione di appagamento si vede. La vedono sia i vostri clienti che i colleghi e questo serve moltissimo ad accrescere la fiducia nei vostri confronti.