Vi racconto la mia vita da “umarell”

Dal 1976 ho cominciato a vestirmi da uomo anziano. Tutti i cantieri edili erano i miei. Ho detto a Boeri «le tubature del bosco verticale sono zincate male». A quelli che costruivano il Mose ho detto: «state mettendo la paratia della diga non in bolla!»

Come uomo non ho mai avuto una mia personalità, ecco perché finalmente ieri ho deciso di andare dalla psicologa. Ha voluto sapere tutto. C’è poco da raccontare; nel 1976 per la delusione di non essere stato preso negli allievi del Calcio Brescia scappai di casa (alla sera sono tornato).
Da allora ho cominciato a vestirmi da uomo anziano. Tutti i cantieri edili erano i miei. Andavo a vedere come procedevano i lavori. Oggi compio 65 anni per cui sono diventato anziano veramente. Da domani smetto di andare a “curiosare” nei cantieri edili.

In questi 50 anni ho visto tutto quello che si è costruito a Milano e in Lombardia. Non ho mai dato una mano anche quando si infangava una ruspa e bastava aiutare a spingere, non mi sono mai degnato di aiutare. Anche perché loro sono pagati dal Comune e io no (o meglio ricevo il sussidio del Comune per fare i murales) per quanto riguarda questo hobby. Il ricatto all’assessore alla sicurezza è stato semplice: «o tu mi dai 1500 Euro di contributo al mese per fare i murales o vado a fare i murales di notte sui vagoni di Trenord. L’assessore voleva darmi lui degli spazi. Io ho risposto «Noo! I murales li faccio dove piace a me». Così avendo tanto tempo libero vado a rompere le balle ai cantieri sia delle grandi che delle piccole opere.

Non ho mai dato una mano anche quando si infangava una ruspa e bastava aiutare a spingere, non mi sono mai degnato di aiutare

Recentemente sono stato a Venezia quando mettevano giù i cassoni gialli per il Mose. Da una riva con un megafono gridavo agli operai: «guardate che state mettendo la paratia della diga non in bolla!»

L’ingegnere capo cantiere: «Vecchio! Vai a cantare all’osteria» per cui mi ha offeso.

Quando nel 1990 hanno costruito il terzo anello di San Siro ero lì fisso. Quando è arrivata la putrella che tiene su il nuovo anello c’ero io a dirigere il traffico in piazzale Lotto. Tenete conto che la putrella del terzo anello di San Siro è la più lunga del mondo. Prima di sollevarla da terra sono andato vicino e ho voluto controllare tutte le saldature. C’era il capo cantiere che mi fa: «Scusi ma lei chi è?». Io: «Sono un ispettore dell’Unesco; sono venuto apposta da Minneapolis per verificare la bontà del lavoro». Alla fine mi hanno portato in comunità da Don Colmegna.
Qui sono subito scappato per piantarmi fisso davanti ai cantieri dove adesso c’è piazza Gae Aulenti (Milano). Allora c’era il luna park e le varesine. Per smontare tutta la giostra c’è voluto più tempo che a costruire il bosco verticale. Solo di rottami di ferro ho calcolato la cubatura di 10 torri Eiffel.

Ieri ho incontrato l’arch. Boeri in un bar, e gli faccio: «Complimenti per il suo Bosco Verticale; è l’edificio più bello del mondo. L’unica cosa è che le tubature dell’acqua sono state zincate male».
Boeri: «Lei buon uomo come fa a saperlo»
Io: «Era un lavoro che dovevo fare io; ma non l’ho fatto»
Boeri: «Complimenti per la sincerità; ma è stato regolarmente pagato?»
Io: «No» (Anche se mi hanno retribuito)
Boeri: «Allora cosa si lamenta?»

Il ricordo più bello che ho della mia carriera di “curiosone” rompiballe è quando alcuni Falsi Rom hanno costruito una villetta nel parco Adda Sud. Che bella! Senza progetto. Senza Calcoli opere cemento armato. Senza oneri di verbalizzazione. In pratica senza avvertire nemmeno Telelombardia. L’hanno tirata su in una notte. Il giorno dopo un’altra.
Alla fine c’erano 200 villette tutte diverse una dall’altra, tutte carine. I muratori mi invitavano a restare attorno al fuoco per dividere un leprotto appena catturato nel parco. Si rideva, si scherzava si ballava. Non c’era la Provincia, il Comune, e balle varie che veniva a disturbare. Anche perché, parliamoci chiaro, il Comune e la Provincia siamo noi. Ieri hanno sbattuto già una di queste villette. Dicono che sono abusive. Per me sono a norma.

Sulla linea veloce Milano Dusseldorf I binari sono troppo vicini tra loro, se nei prossimi 10 anni c’è il cambiamento climatico i binari si saldano tra di loro e diventa una monobinario (spesso il doppio)

Comunque dalla delusione potente ho preso l’abitudine, anzi l’hobby di andare non più a vedere costruire ma a vedere buttare giù manufatti di cemento. Ero lì l’estate 2007 quando si è fatta saltare per aria l’ex fiera campionaria di Milano. Che bella nuvola di polvere. Forse hanno esagerato con le cariche di esplosivo. Io non per vantarmi l’avevo detto all’artificiere: «Guarda colonnello che per una cubatura di un milione di metri basta 500 grammi di gelatina…»

Da allora sono appassionato anche ad andare a dormire in palestra quando fanno sgomberare i quartieri dove causa scavi trovano ordigni bellici inesplosi. Io non abito nella zona evacuata, ma mi piace andare in mezzo agli abitanti della zona evacuata per sicurezza.

Non avendo mai avuto la fidanzata posso impegnare il tempo anche in varianti di questo mio hobby. Negli anni ’80 per esempio telefonavo a ex dipendenti di grandi aziende milanesi per dirgli: «Scusi domani la ditta dove lavorava a Milano viene buttata giù, vuole venire a vedere? Le pago io il viaggio». In quegli anni si è creato un bel gruppo di imbecilli come me. Abbiamo visto “saltar per terra” decine di fabbriche. Abbiamo anche fatto dei filmati per venderli al Fondo Unico dello Spettacolo e farli uscire al Cinema: ma non essendo cineasti comunisti non ci hanno preso.

Ho seguito giorno per giorno la costruzione della linea veloce Milano Dusseldorf. Subito appena ho visto il cantiere ho detto: «I binari sono troppo vicini tra loro, se nei prossimi 10 anni c’è il cambiamento climatico i binari si saldano tra di loro e diventa una monobinario (spesso il doppio)». A quel punto anche gli attuali treni monorotaia sono da buttare alle ortiche. Non c’è stato verso di far mettere giù i binari più distanti. Adesso vediamo se hanno ragione loro o meno.
Domani vado al porto di Gioia Tauro a sovrintendere la costruzione di un nuovo padiglione per traslocare l’acquario di Genova qui.
E’ inutile raccogliere le firme per opporsi, la decisione è presa.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club