Scuole di mascolinità per uomini veri in crisi

Il ManKind Project propone, solo agli uomini, corsi di gruppo iniziatici per scoprire lati profondi di sé. È il maschio moderno: non più macho ma nemmeno new age, diventa "grande" con un po’ di soldi e in un weekend

Per favore, si lasci perdere il “sensibile uomo new age”, che recita poesie e si preoccupa degli altri. E nemmeno si abbracci il modello del “macho”, che non funziona più. Secondo il Mankind Project, il maschio «moderno e maturo», quello del nuovo millennio, è un’altra cosa. Una terza via (non blairiana) che vuole contrastare «una cultura che si trova a suo agio con un uomo mediocre e passivo», e che propone di vivere avventure vere e non più «surrogate dalla tv» e che vuole trascinare l’uomo giù dal suo divano e, insieme, dalla sua montagna di insicurezze, complessi e fantasie. Grazie al loro programma – recita il sito – l’uomo potrà «confrontarsi con questioni reali» e, per una volta, «capire chi è davvero».

Tutte queste parole vengono usate per descrivere il Mankind Project, una specie di “scuola di mascolinità”. Nata in America nel 1984, può vantare ben tre fondatori: Rich Tosi, ex ufficiale di Marina, Bill Kauth, terapista e Ron Hering, professore universitario. Le radici del loro pensiero afffondano nel movimento mitopoietico dell’uomo, una sorta di femminismo applicato all’uomo cresciuto negli anni ’80 con l’obiettivo di «liberare il maschio dalle costrizioni della società moderna che gli impediscono di entrare in contatto con il suo lato maschile profondo». All’inizio erano solo weekend per soli maschi, avventurosi e pieni di esperienze: i Wildman Adventure. Poi, con il successo hanno cambiato nome e innalzato le proprie ambizioni: ora si chiamano New Warrior Training Adventure e hanno uno scopo ben preciso: «Cambiare il mondo, un uomo alla volta». Si sono strutturati in una non-profit (ma con un giro d’affari di oltre due miliardi di dollari) e poi allargati fino a raggiungere 21 Paesi (non in Italia) accogliendo sotto la propria ala altri programmi simili, fatti cioè per aiutare gli uomini a diventare se stessi.

Nei fatti, insomma, il ManKind Project si può riassumere in due parole: training motivazionale. La sua specificità è che è riservato solo agli uomini e che attinge a un bagaglio culturale dalle sfumature antropologiche. «La New Warrior Training Adventure – recita il sito – è una moderna iniziazione alla vita dell’uomo». È, in altre parole, «“il viaggio dell’eroe” che si ritrova nella letteratura classica e nel mito e che oggi è quasi del tutto scomparso». Gli uomini devono «smettere di delegare la propria vita agli altri, con la televisione, i film, le dipendenze e le distrazioni ed entrare nel vivo di una propria avventura, in tempo reale e con uomini veri». Finora, sempre secondo i loro dati, sono stati 54.000 i maschi che hanno partecipato all’avventura, che viene descritta come «forte, efficace» e, in modo curioso, «sicura». Sborsando, in media, 500 dollari a testa.

Come nei riti iniziatici dell’epoca antica il weekend si struttura in diverse fasi. C’è quella della separazione dal gruppo, la discesa (agli inferi, nel mondo classico), segue la prova di forza e l’iniziazione vera e propria. A quel punto il maschio rinato può ritornare, cambiato nello spirito, al gruppo (è la reintegrazione) e festeggiare la buona riuscita dell’operazione. Appare superfluo notare che, nell’antichità, i rituali iniziatici fossero un meccanismo del tutto integrato nella società, e il gruppo di riferimento del giovane costituiva, di fatto, il suo mondo. Chi diventava adulto lo diventava, insomma, anche agli occhi di coloro che lo circondavano. Cosa resta, invece, agli iniziati del ManKind Project quando, finito il weekend, devono tornare in ufficio?

Secondo alcune celebrità che hanno seguito questi corsi, «una profonda consapevolezza di sé» (parole del musicista Jim James) o, come dice il regista David Sampliner, «un aiuto per ritrovare la propria mascolinità». Qui sotto ci sono altre testimonianze, tutte positive:

 https://www.youtube.com/embed/-rV6wlzSxEQ/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Insomma, è un cammino interiore, fatto trovando nuove amicizie e scoprendo lati di sé (forse) insospettati, all’aperto e in situazioni un po’ aspre. A metà tra la vacanza e la sessione psicologica. La condizione del maschio moderno e la modernità del maschio – a parte la retorica, il recupero della mitologia e le dinamiche di gruppo – appare del tutto conforme ai tempi moderni: è una cosa che è necessario comprare. Ma niente pauria: si acquisisce, comunque, in un weekend.

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