Droni da corsa, gare a 60 all’ora e campioni bambini

Stanno conquistando il mondo degli e-sport a suon di investimenti: otto milioni per la prima lega americana che sembra una scena del film Tron

  

A metà fra una gara di Formula 1, un videogioco in prima persona e una scena del film Tron le gare di velocità o freestyle fra droni si stanno conquistando un posto d’onore fra gli e-sport (i giochi elettronici). A confermare la crescita di pubblico e appassionati, ci ha pensato l’evento dello scorso marzo a Dubai dove si è tenuto il World Drone Prix 2016. Il vincitore? Un quindicenne inglese che si è portato a casa un montepremi da 250 mila dollari. Per partecipare servono un drone radiocomandato, un visore simile a quelli per il 3D e due pollici veloci. Perché a far volare questi mini quadricotteri a oltre 60 km/h fra i paletti e i passaggi obbligati di in un circuito predefinito ci vogliono sensibilità e colpo d’occhio. E magari anche un po’ di soldi da parte. Costruire un drone da corsa, può costare dai 500 ai 700 dollari. Ma le spese non sembrano essere un problema: le vendite di questi articoli sono aumentate del 224% nel giro di un anno. Negli Usa, la Drl (Drone racing league) ha già attirato grossi investimenti da parte di alcuni entusiasti, fra cui il proprietario della franchigia Nfl dei Miami Dolphins e il frontman dei Muse, per un totale di otto milioni di dollari. Il tutto mentre l’utilizzo dei droni si fa sempre più diffuso: dalle consegne al soccorso, passando per l’agricoltura e la sicurezza. Insomma, occhi al cielo e attenti alla testa.

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