App che risolvono ogni nostra necessità, permettendoci, ad esempio, di scansionare un prodotto con lo smartphone e poi comprarlo in internet da chi lo vende al prezzo più basso. Piattaforme intelligenti e aperte che forniscono dati utilizzati e rielaborati da cittadini, clienti, fornitori, collaboratori che insieme creano nuovi servizi. Lo scenario attuale del business è effervescente e stimolante, sappiamo che dobbiamo puntare su immaginazione, creatività, intuito e che le aziende devono essere sempre più collaborative per essere competitive. Resta aperta una domanda: di quali persone e skill abbiamo bisogno per gestire tutto questo?
Il futuro è di chi saprà adottare una leadership collaborativa diffusa, dove il singolo leader fa tesoro delle esperienze altrui e condivide con i colleghi responsabilità ed esperienze. Senza la giusta leadership, la collaborazione può perdersi per strada: empatia, consapevolezza dell’organizzazione, visione creativa, sviluppo delle potenzialità altrui, la diffusione della conoscenza e l’utilizzo di social network sono solo alcune delle qualità che un leader collaborativo deve possedere.
Per essere un leader collaborativo bisogna saper mettere in contatto le persone e le idee esterne all’organizzazione con quelle presenti al suo interno, far leva su talenti diversi, porsi come modello di comportamento collaborativo ai vertici e mostrare un pugno saldo nel mantenere i team concentrati sulla discussione, incoraggiare insomma una cultura di scambio continuo.
La sfida è dunque quella di avere una leadership capace di integrare il più possibile la nuova realtà all’interno dei processi aziendali. Orari flessibili, una migliore e più efficace comunicazione e collaborazione in azienda, anche grazie all’utilizzo di device digitali, maggiore libertà e più responsabilità ai lavoratori nel raggiungere gli obiettivi, questi sono alcuni dei cambiamenti che deve adottare un’azienda se vuole restare competitiva.
Il 65% delle techno startup guidate da donne raggiunge i propri obiettivi di finanziamento, contro il 30% di quelle rappresentate dagli uomini
Arun Sundararajan, professore alla Stern School of Business della New York University, uno fra i più importanti studiosi della sharing economy, nel suo saggio “The sharing economy: the end of employment and the rise of crowd-based capitalism oltre all’evoluzione delle regole del lavoro, sottolinea come tutti questi cambiamenti siano a vantaggio e trovino protagoniste le donne, che sono naturalmente portate a costruire rapporti basati sulla fiducia.
Inoltre le donne sono più disposte a mettersi in discussione, a reinventarsi, a chiedersi se avrebbero potuto fare meglio, mentre gli uomini tendenzialmente si convincono rapidamente del proprio successo e delle proprie capacità. Capacità a reagire agli imprevisti e nel risolvere i problemi, nel saper influenzare gli altri in maniera positiva possono risultare caratteristiche intrinseche di una leadership al femminile.