Tra dieci anni nessuno guiderà più (e potremo rilassarci in auto)

Tutte le conseguenze positive delle self driven car. Meno pressione psicologica, meno obblighi, meno responsabilità. Più sicurezza

Tra una decina d’anni, o poco più, (ma c’è chi sostiene che ci vorrò addirittura meno), potremmo non avere più il piacere, l’opportunità e la responsabilità di tenere tra le mani un volante e di guidare un’autovettura o un qualsiasi mezzo, da quelli per il trasporto di massa a quelli per il lavoro, passando per tutte le tipologie di macchine circolanti su strada, in acqua o nei cieli.
Le tecnologie per la guida autonoma sembrano ormai assolutamente mature per un debutto imminente, ma al di fuori dalle aziende e dalle molte realtà direttamente coinvolte in questo ambizioso progetto, la società e le persone non sembrano affatto pronte ad affrontare questo cambiamento epocale.

Che fossero le redini o la criniera di un cavallo, di un cammello o di numerosi altri animali cui siamo saliti a dorso nel corso dei millenni fino ad arrivare ai volanti, ai manubri, ai timoni e ai numerosi altri sistemi di guida inventati negli ultimi secoli, infatti, l’uomo ha da sempre condotto qualcosa, fino a poter definire questa attività guida, se non addirittura pilotaggio.
Condurre qualcosa che ci porta in giro, dove noi vogliamo e nel modo che più ci piace è qualcosa che attiene alla nostra storia e alla nostra cultura, se non è addirittura in qualche modo insito nel nostro DNA. Si tratta di qualcosa che ci appartiene, probabilmente tra le più difficili cui rinunciare perché la guida ci rende liberi, ci esalta, ci eleva, oltre a permetterci di svolgere la nostra vita e le nostre attività quotidiane.

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