Consigli ai giovani capi per motivare il proprio team

Da grandi (e piccoli) poteri derivano grandi (e piccole) responsabilità. E la prima di tutte, prima ancora di “portare a casa il lavoro”, è quella di gestire la tua squadra e le persone che lavorano per e con te perché il lavoro non venga solo portato a casa, ma venga fatto al massimo

Eccoti qua, non te ne sei neanche accorto e sei diventato un capo: gli anni di carriera e l’esperienza ti hanno fatto diventare un riferimento per i più giovani. Si chiama “seniority”, e come diceva l’Uomo Ragno, da grandi (e piccoli) poteri derivano grandi (e piccole) responsabilità. E la prima di tutte, prima ancora di “portare a casa il lavoro”, è quella di gestire la tua squadrae le persone che lavorano per e con te in modo che quel lavoro non venga semplicemente portato a casa, ma venga fatto al massimo.

1. Fai star bene la tua squadra

Il metodo più affidabile per far sì che una persona lavori bene è farla stare bene. Le persone tristi, demotivate e depresse lavorano male, non è un segreto e non è una novità. La prima cosa da fare, quindi, è assicurarsi che l’ambiente di lavoro sia disteso, giocoso in proporzione all’attività – molto gioco fa bene ai creativi; troppo gioco fa male a chi fa lavori in cui concentrazione e precisione devono avere la precedenza sul guizzo e sul pensiero laterale – e che nessuno si senta eccessivamente pressato o angosciato dal lavoro che deve svolgere. Se qualcuno si sente angosciato, la distribuzione del lavoro è fatta male oppure gli è stato assegnato un compito che non lo fa sentire sicuro. Oppure ha paura di sbagliare perché ogni volta che sbaglia partono lavate di testa indimenticabili, e di conseguenza sbaglia più spesso.

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