Alla scoperta dell’orso, star (involontaria) dell’estate italiana

Sono un centinaio abbondante gli esemplari fra Trentino, Friuli e Abruzzo. La convivenza è possibile (e anche nuove forme di turismo ad hoc) a patto che non si dia troppa confidenza al grosso mammifero, dice Claudio Groff, del servizio foreste della Provincia di Trento

E’ una delle star (involontarie) dell’estate italiana: l’orso. L’orso incuriosisce, è anche una figura metaforica: sostanzialmente solitario, appare come un animale pacioso ma lunaticamente aggressivo. Ne fanno una fortuna i cartoni animati, e i peluche. Ne creano un’immagine controversa le notizie che, appunto in estate, scatenano la rabbia umana contro l’orso, quando qualcosa va storto. Ma la storia di questo mammifero rivela particolari molto interessanti, non fosse per il fatto che proprio l’uomo negli ultimi decenni lo ha aiutato a riprodursi e a combattere l’estinzione nel cuore dell’Europa. In Italia ce ne sono poco più di un centinaio, attualmente. Lo spiega a Linkiesta Claudio Groff, coordinatore del servizio foreste e fauna della Provincia di Trento. Che sottolinea come la miglior convivenza con l’orso stia nel non dargli confidenza.

Quanti e dove sono gli orsi in Italia?
Se parliamo delle Alpi, in particolare delle Alpi Centrali, il grosso si trova in Trentino. Facciamo un monitoraggio ogni anno da quindici anni, e alla fine del 2016 abbiamo stabilito la presenza di 49 esemplari certi, cifra che può arrivare al massimo a 66 stimando anche gli esemplari probabili. Poi c’è il triangolo Italia-Slovenia-Austria. Lì troviamo qualche singolo esemplare, è difficile stabilire esattamente quanti siano gli orsi e dove siano. Pensiamo che ce ne siano non più di cinque o sei in Friuli, tutti maschi che arrivano dallo Slovenia. In Abruzzo, invece, ci sono circa cinquanta esemplari della sottospecie dell’orso bruno, ovvero l’orso marsicano.

E in Europa dove si trovano altre zone popolate da orsi?
Sostanzialmente in due aree. Quella della Scandinavia e dell’Europa Orientale, dove per varie ragioni gli orsi sono migliaia e vengono anche cacciati e sono fonte di reddito. E quella appunto dell’Europa occidentale, Italia, Francia, Spagna, dove la popolazione è più piccola e a rischio di estinzione.

Rispetto al passato che cosa è cambiato?
Con l’urbanizzazione e lo spopolamento delle montagne da parte dell’uomo, negli ultimi decenni sono aumentate le foreste e quindi anche il numero degli orsi, in Italia, come del resto anche quello dei lupi e, in misura minore, della lince.

Questo suscita anche curiosità da parte dei cittadini?
Diciamo che un forma di turismo dedicata alla scoperta dell’orso sta prendendo piede. In Abruzzo c’è già ed è anche importante da un punto di vista economico, per esempio vendono il miele con il marchio dell’orso. Sulle Alpi, invece, siamo ancora in uno stato embrionale.

Ma che cosa rappresenta l’orso nell’immaginario comune?
La potrei tenere al telefono ore… Ci sono tanti libri di carattere sociologico e antropologico sul rapporto uomo-orso, perché è un animale che non lascia indifferenti, attrae ma può farsi anche odiare, fa paura…

Ecco, allora, che cosa bisogna evitare perché non faccia paura?
La convivenza uomo-orso è possibile, se non quando l’orso eccede in danni o comportamenti pericolosi. Quindi, bisogna evitare di dargli confidenza. L’orso ha un comportamento opportunista, va dove trova cibo. E se capisce che può avvicinarsi alle case perché trova del cibo abbandonato, allora è pericoloso. Insomma, bisogna tenere l’orso in uno stato selvatico, questa è la cosa più importante da fare.

@ilbrontolo

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