Prosegue lo sviluppo dell’e-commerce in Italia: il valore degli acquisti online da parte dei consumatori italiani raggiunge nel 2017 i 23,6 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2016. Nel 2017, gli acquisti online di prodotti (52% a valore, pari a 12,2 miliardi) crescono del 28% e superano per la prima volta quelli di servizi (48% a valore, +7%, 11,4 miliardi). L’acquisto di prodotti genera circa 150 milioni di ordini all’anno con uno scontrino medio di 85 euro. A dirlo sono i risultati dell'”Osservatorio eCommerce B2c” promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm.
«Per la prima volta nella storia dell’e-commerce B2C in Italia, i prodotti, grazie a un ritmo di crescita quadruplo (rispettivamente +28% e +7%), raggiungono e superano i servizi (52% contro 48% a valore). Il paniere degli acquisti online si sta quindi lentamente avvicinando a quello rilevato nei principali mercati più evoluti (dove i prodotti incidono per il 70% circa)» afferma Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano.
Gli acquisti online degli italiani su siti nazionali e internazionali
Il primo settore è l’informatica ed elettronica di consumo con circa 4 miliardi di euro e un tasso di crescita del 28%. Gli acquisti nell’abbigliamento (capi di vestiario, scarpe e accessori) crescono del 28% e raggiungono 2,5 miliardi di euro, non solo grazie al fashion ma anche al mass market.
Tra i settori più performanti per il ritmo di crescita, troviamo il food&grocery (+43%) l’arredamento e home living (+31%) con 900 milioni di euro ciascuno. Infine c’è l’editoria con 840 milioni di euro (+22%). Gli acquisti in tutti gli altri comparti di prodotto valgono insieme 3,2 miliardi di euro nel 2017, in crescita del 27% rispetto al 2016. Qui si distingue il contributo dei ricambi auto, con l’acquisto online pezzi di ricambio e pneumatici, del beauty e dei giocattoli.
Gli acquisti nell’abbigliamento (capi di vestiario, scarpe e accessori) crescono del 28% e raggiungono 2,5 miliardi di euro, non solo grazie al fashion ma anche al mass market. Ma il primo settore per vendite online rimane quello di informatica ed elettronica di consumo
Ma il monito alle aziende italiane che nasce dall’Osservatorio è chiaro e sintetizzato dalle parole di Roberto Liscia, presidente Netcomm: «Sono dati certamente incoraggianti anche se ancora non sufficienti a dichiarare maturo e dinamico il settore nel nostro paese, dove i modelli di business stanno cambiando rapidamente e facilitando nuovi entranti. L’approccio spesso sperimentale e poco convinto all’e-commerce di molti operatori tradizionali italiani, è la conseguenza del fatto che essi non abbiano dedicato né il giusto impegno né le loro migliori risorse a un progetto strategico che, invece, sta diventando il vero motore delle economie avanzate e attirando sempre più investimenti e capitale. Per parlare di un e-commerce davvero competitivo e maturo in Italia, occorre che i retailer tradizionali abbiano visione, coraggio e perseveranza, andando fino in fondo nei loro progetti digitali».
Il ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati e-commerce permane ed è riconducibile alla ridotta penetrazione specialmente nel food&grocery (0,5%).
«Nonostante il fermento imprenditoriale degli ultimi anni, il settore non è in grado di garantire una copertura territoriale diffusa e omogenea sul territorio italiano: solo il 15% della popolazione infatti può effettuare online la spesa “da supermercato” con livello di servizio idoneo, mentre un altro 55% della popolazione ha un accesso solo potenziale all’e-commerce, tramite iniziative sperimentali, isolate e con limitata capacità», afferma Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c.
Di seguito altre highliths dell’Osservatorio.
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Nel 2017 un terzo degli acquisti e-commerce, a valore, è concluso attraverso smartphone o tablet. L’incidenza di questi device è quintuplicata nel giro di 5 anni