La settimana scorsa la Bank of England ha optato per un aumento dei tassi di interesse, portando l’indice primario dallo 0,25% allo 0,5 per cento. Si tratta del primo rialzo in 10 anni, ovvero da quando l’istituto di Lombard Street decise di tagliare il costo del denaro per far fronte alla crisi economica. Anche se l’aumento dei tassi era in cantiere da tempo, la decisione è stata tutt’altro che facile. Nonostante l’inflazione si attesti al 3%, ben un punto percentuale sopra il livello obiettivo, i segnali che arrivano dall’economia sono tutt’altro che incoraggianti. Sembra anche evidente che non esiste un piano preciso per il futuro e d’altronde non potrebbe essere altrimenti in un contesto economico così confuso con l’incognita Brexit sempre dietro l’angolo.
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l Governatore Carney ha chiarito che le prossime mosse della Banca d’Inghilterra non potranno fare a meno di tenere in considerazione l’evoluzione della partita Brexit. Si tratta di un’affermazione di buon senso, anche se il compito di un banchiere centrale dovrebbe essere quello di comunicare certezze