Siamo un paese cattolico, che ci piaccia o meno; e come per tutti i cattolici (il che include anche quelli che hanno fatto la transizione da un cattolicesimo di facciata a un ateismo più o meno pigro) la colpa è parte integrante della nostra psiche. Se poi siamo donne, il tasso di colpevolezza aumenta: oscilliamo costantemente fra la contrizione (“Mi dispiace di non riuscire a fare tutto”) e la sfida (“Io sono come sono!”), ma di fatto non ci viene mai in mente di non avere qualcosa per cui fare ammenda.
Qui di seguito ci sono cinque cose per cui dobbiamo smettere subito di giustificarci davanti al prossimo, ma anche pure con noi stessi.
Prendere una persona per pulire in casa
La prima volta che hai un estraneo in casa che pulisce mentre tu fai tutt’altro, la sensazione di disagio che si prova è fuori scala. Soprattutto se per tutta la vita sei stata condizionata a pensare che una donna efficiente riesce anche a tenere la casa pulita, come quelle della pubblicità, regine del loro castello scintillante a forza di spugna. Amici, ma soprattutto amiche: si chiama “oppressione interiorizzata”. Dare dei soldi a qualcuno perché pulisca al posto tuo, peraltro molto meglio di quanto potresti o hai voglia di fare tu, è una grande liberazione. Le ore guadagnate possono essere reinvestite in lavoro, ma meglio ancora, in tempo da dedicare a se stessi. Non è una spesa, è un investimento.
Tornare a lavorare dopo una gravidanza e lasciare i bimbi al nido
Il senso di colpa si porta moltissimo fra le madri italiane, in buona percentuale disoccupate e costrette ad abbracciare la maternità a tempo pieno. Il risultato è che quelle che tornano a lavorare – cosa che le donne fanno in tutto il mondo – si sentono in colpa, perché i loro bambini crescono con le educatrici, e poi i traumi, la tristezza, sono una cattiva madre, e via dicendo.
I padri, nel frattempo, non fanno una piega e tornano al lavoro come se niente fosse.
Diciamo basta a questo sbilanciamento ridicolo: abbiamo diritto ad avere una vita, una carriera, dello spazio e dei soldi in banca.
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