Con lo “scandalo mutanda” Amici ha raggiunto il massimo del ridicolo in Tv

Programmi di intrattenimento che vogliono nobilitarsi dandosi una patina di moralità (o moralismo), come Amici, appunto, o l’Isola dei famosi (che dice no alle droghe), eccetera. Non era meglio quando il trash in tv aveva solo l'ambizione di essere divertente?

Mentre a Sanremo va in scena il Festival più sobrio degli ultimi anni, ad Amici scoppia il ”mutanda gate” che si trasforma subito in ennesimo insegnamento di vita. I ballerini accusano la produzione di sporcare i loro spogliatoi per creare il caso, Maria De Filippi si incazza (“siamo arrivati alla follia”) e li punisce sospendendoli dopo aver chiesto e ottenuto la testimonianza delle donne delle pulizie.

Etica multandara pura, se non fosse che non se può più di questa trash tv. Di questa trash tv che si vergogna di essere tale. Non se ne può più di questa trash tv con la puzza sotto il naso, che moralizza e si fa moralizzare, provando affannosamente ad elevarsi a suon di “messaggi da passare” al pubblico a casa, di “noi della droga all’Isola dei Famosi non ne sapevamo nulla, torniamo alle nomination, ah, no, scusate, il giorno dopo apriamo l’indagine, ah, no, facciamo che il ‘colpevole’ si elimini da solo’.

Durante il postmoderno (vedi gli straordinari saggi di Tommaso Labranca), il trash in tv era usato come tale, a scopo freak e ludico, mentre oggi, da Maria De Filippi in giù, è sempre più spesso percorso da una vena “morale”, di promozione di comportamenti buoni.

Non è un caso che i ragazzi di Amici, dopo aver ecceduto con feste notturne (“mancanza di rispetto del regolamento della scuola”, questa la motivazione ufficiale fornita), vengano non soltanto rimbrottati in diretta nazionale dalla De Filippi, non soltanto spediti a pulire le strade di Roma per punizione, ma anche filmati e immortalati (con tanto di foto ufficiali girate in anteprima ad un settimanale di gossip) nelle vesti di improbabili netturbini. Così il geniale piano comunicativo della De Filippi riesce alla perfezione tra l’intervista (con richiamo in prima pagina) al Corriere della Sera e il videomessaggio della sindaca Virginia Raggi che, dal canto suo, prova a cavalcare l’eco mediatica a ridosso della campagna elettorale.

Non è un caso neanche che Alessia Marcuzzi, colta presumibilmente di sorpresa dalla rivelazione della Henger, provi maldestramente a cambiare argomento dopo aver ascoltato l’ex pornostar accusare un tronista di Uomini e donne di aver fatto uso di droghe sull’Isola dei Famosi, aggiungendo poco dopo la speranza che torni a casa e si disintossichi. Perché “che non piacciano le droghe e che si faccia uso di droghe è un altro discorso, ma mi sembra una cosa anche un po’ ingiusta parlarne adesso”, ed infatti 24 ore dopo Mediaset con un comunicato ufficiale apre addirittura un’indagine per verificare i fatti. E alla fine è il presunto reo ad autoeliminarsi in modo da liquidare il caso in tempi record.

Dopo averlo reso dominante nel panorama televisivo nostrano aprendo sempre di più il piccolo schermo ai non professionisti, oggi i principali produttori di trash provano a smorzarlo

Sono tutte conseguenze della ”normalizzazione” del trash, in passato oggetto di derisione da parte della tv stessa, pronta ad usarlo nella giusta dose per puntellare i suoi spettacoli più popolari, e oggi, invece, diventato a tutti gli effetti un genere televisivo a sé stante, dai bassi costi di produzione, in grado di soppiantare, quasi definitivamente, il varietà inteso come show puro.

Dopo averlo reso dominante nel panorama televisivo nostrano aprendo sempre di più il piccolo schermo ai non professionisti, oggi i principali produttori di trash provano a smorzarlo, quasi spaventati dalla loro stessa diabolica creatura come Victor Frankenstein. Applicano categorie morali come il buon gusto a situazioni televisivamente perfette che andrebbero godute senza appiccicarci giudizio alcuno, perché la scena del famigerato armadio del Grande Fratello Vip, i cui meriti vanno equamente suddivisi tra autori e nicchia social, sempre più decisiva per la riuscita dei reality, è un capolavoro che non va spiegato ma spremuto fino all’ultimo secondo di emissione.

O introducono (ormai da anni) lo strumento della segnalazione, come a Uomini e donne dove la delazione in casi di corteggiatori e/o tronisti infedeli concretizza da parte del telespettatore la possibilità di esercitare non soltanto il diritto di esserci in tv, ma anche di incidere sulla narrazione e sulle sorti del presunto reo. Come se il valore positivo della sincerità, che il colpevole violerebbe, possa essere in qualche modo associato ad uno studio televisivo la cui protagonista assoluta è una signora, Tina Cipollari, che da anni si atteggia a diva e che con puntuali guizzi si scaglia per contratto contro settantenni in cerca di amore, rigorosamente quello vero.

E mentre al Grande Fratello Vip Alfonso Signorini impartisce, scaldandosi assai, lezioni di educazione sessuale e civica ad una giovane influencer o presunta tale, fingendo di prendere sul serio le sue deliranti esternazioni sugli omosessuali e sull’Aids (che non si trasmette con la saliva, ma va!), il dottor, che dottore non è, Lemme viene criticato, venendo perfino invitato nel salotto politico di Piazzapulita su La7, perché definisce ciccione le donne che manifestano scetticismo nei confronti della sua dieta.

Un corto circuito iniziato oltre un decennio fa, quando la squisita rissa verbale tra Adriano Pappalardo e Antonio Zequila a Domenica In costò addirittura il posto alla conduttrice Mara Venier, e che ha toccato vette di moralismo molto alte, passando per la imprevedibile (sic) espulsione dall’Isola dei famosi di Massimo Ceccherini per bestemmie (chi l’avrebbe mai detto!) e per l’incomprensibile squalifica del pugile Clemente Russo, colpevole di voler uccidere, metaforicamente, una donna qualora lo tradisse.

Come scriveva Oscar Wilde, “i buoni fanno un gran male al mondo: certamente il maggior male che fanno è quello di dare tanta importanza al male”. Ecco, il buonismo stia il più lontano possibile dal trash, grazie.

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