Sui mercati torna la volatilità ma le prospettive per l’economia restano buone

L’analisi di Moneyfarm: «Una regressione era fisiologica ma le ragioni che hanno portato l’azionario a crescere non ci sembrano cambiate. Con il crescere della volatilità le virtù della diversificazione diventano ancora più evidenti»

SPENCER PLATT / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

Cosa sta succedendo sui mercati? Il principale indice statunitense, l’S&P 500, ha perso in una settimana circa 7 punti percentuali rispetto al picco raggiunto a metà gennaio per poi recuperarne due in un’unica seduta, trascinandosi dietro con diverse intensità i principali listini di tutto il mondo. Si è trattato di un ribasso fuori dalla norma? La risposta secondo gli analisti di Moneyfarm è no. Wall Street ha fatto segnare il singolo giorno di ribassi peggiore dall’agosto 2011, anche se cambiando la lente temporale e considerando periodi più ampi il risultato definitivo del listino impressiona di meno. Se consideriamo il dato dall’inizio dell’anno e lo confrontiamo con le partenze degli ultimi 60 anni, ci accorgiamo che nel circa il 30% dei casi il listino Usa era partito peggio (per quanto riguarda i listini globali il dato è più positivo). «Una partenza a due facce ma assolutamente normale, che non ci spinge a rivedere le nostre valutazioni», spiegano da Moneyfarm.

Il grande scossone si è avuto sul fronte della volatilità. L’indice Vix ha toccato quota 50 punti nella giornata di martedì (per poi attestarsi sotto i 30 punti), il livello più alto dal settembre del 2015, spinto soprattutto da operazioni di copertura. Vittima di questo scossone sono stati gli ETF che adottano una strategia short rispetto all’indice stesso, alcuni dei quali hanno addirittura chiuso i battenti costando milioni agli investitori molti dei quali erano saliti sul carro della scarsa volatilità. «L’episodio ci ricorda ancora una volta l’importanza di affidarsi a dei professionisti nella selezione degli strumenti, un valore aggiunto che si esprime soprattutto nelle fasi di mercato più complesse», sottolineano da Moneyfarm.

Ora le domande a cui bisogna provare a dare un risposta sono tre: è cambiato qualcosa? Se è cambiato qualcosa, cosa è cambiato? Siamo di fronte a un aggiustamento strutturale, oppure a una dinamica di breve termine?

Se guardiamo al contesto generale, non sembra che molto sia cambiato. L’economia globale sta andando ancora bene, come confermano i dati dai governi e dal mondo delle aziende.

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La correzione dei giorni scorsi ha riportato i mercati finanziari indietro di qualche settimana. Ma questo, spiegano da Moneyfarm, non è il sintomo di un cambiamento dello scenario fondamentale di medio termine. L’economia globale sta andando ancora bene, come confermano i dati dai governi e dal mondo delle aziende

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